Fuorisalone 2025: dal 7 al 13 aprile Milano riscopre la sua natura più intima, quella di capitale del design. Dall’unione tra il Salone del Mobile, nato negli anni ’80 e limitato alla zona di Rho fiera, e il Fuorisalone, le installazioni che riempiono Milano trasformandola in un laboratorio a cielo aperto. In questa edizione la Design week affronta il tema “Mondi Connessi”: come il design può svolgere un ruolo cruciale nel collegare diverse dimensioni delle nostre vite, dall’ambiente naturale alle tecnologie avanzate con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
Brera e la sua natura bohémien
Il viaggio parte proprio dal “quartiere degli artisti”: Brera. Conosciuto anche come il Quartiere del Design, è il luogo dove più si respira l’anima artistica e bohémien di Milano. Durante il Fuorisalone Brera si dimostra un protagonista indiscusso. Questa zona centrale della città, caratterizzata da showroom e organizzatori operanti nel mondo dell’arte e dell’artigianato (ma anche studi di progettazione) negli ultimi anni ha dato vita ad un vero e proprio percorso identificativo supportato da un’operazione di marketing territoriale denominato Brera Design District. Alla sua sedicesima edizione, presenta un calendario ricchissimo con oltre 300 eventi.
L’unione della cultura con il design dà vita ad una delle installazioni più gettonate proprio nel cortile della Pinacoteca di Brera, dove l’artista britannica Es Devlin ha realizzato la sua Library of Light. Una monumentale libreria dalla forma circolare del diametro di 18 metri, formata da scaffali luminosi e una piattaforma girevole che abbraccia visitatori e lettori con le sue pareti contenenti 2000 volumi. Un numero destinato a crescere perché come per una vera biblioteca, i visitatori potranno non soltanto consultare i libri ma anche donare i propri, contribuendo a espandere l’archivio pubblico. L’installazione è una delle più gettonate, come dimostra la quotidiana coda per accedervi.
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Unveiled during Milan Design Week 2025 at the historic Pinacoteca di Brera, Library of Light is a kinetic, 18-meter-wide cylindrical installation by renowned British designer @es_devlin Inspired by funfair carousels, this rotating pavilion holds 3,000 curated books and… pic.twitter.com/POJtQBM2IX— ParametricArchitecture (@parametricarch) April 11, 2025
L’Orto Botanico di Brera
L’Orto Botanico diventa teatro di due installazioni. La prima in ordine di apparizione è IT MEANS PEACE, l’installazione ideata da Marco Balich per INTERNI, il magazine di interior e contemporary desing di Gilda Bojardi che per il Fuorisalone 2025 presenta “CRE-ACTION” un laboratorio di idee che esplorano il legame tra design, sostenibilità e innovazione. Per raggiungere il giardino dell’Orto Botanico bisogna attraversare un tunnel buio dove in filodiffusione sono riprodotti degli audio registrati da un inviato di guerra.
Alla fine del percorso quasi ci si scontra con un muro nero con una scritta bianca: “Peace is a choice”. Attorno ad un albero d’ulivo vengono riprodotte delle ninna nanne dei paesi in guerra. Il cammino si conclude con grandi scritte al neon che riportano la parola “pace” in sette lingue: arabo, ebraico, russo, ucraino, hindi, cinese e giapponese, che richiamano i sette colori della bandiera della pace.

All’interno del giardino dell’Orto Botanico troviamo infine l’installazione di Philippe Starck, uno dei designer più influenti al mondo. Starck presenta una sua creazione immaginaria, la Hate Unlimited Korporation, un’azienda che promuove l’odio come strategia vincente in un mondo dove l’odio, un tempo relegato ai margini, è ormai onnipresente. Nell’Orto Botanico sventolano quindi venti grandi drappi, insegne, bandiere e bracciali sospesi tra realtà e distopia. In Palazzo Landriani troviamo l’opera Frozen di Grand Seiko in collaborazione con Tokujin Yoshioka. Uno dei più rinomati artisti giapponesi che riflette sul concetto del tempo con la creazione di strutture di ghiaccio che sciogliendosi cambiano forma. Infatti la vera essenza del Quartiere del Design la si coglie solo perdendosi tra le vie di Brera alla ricerca delle bandiere e dei totem rossi della Design Week.
Le installazioni della Statale
Quest’anno il cortile dell’Università ospita diverse installazioni del progetto CRE-ACTION del magazine INTERNI. Le diverse opere uniscono architettura, design e arte offrendo un’esperienza immersiva. La mostra ha trasformato l’Università in un laboratorio di idee, un percorso che intreccia design, architettura e arte, coinvolgendo oltre 40 progettisti di fama internazionale. Tutte le installazioni offrono esperienze uniche e interattive esaltando il potenziale trasformativo del design e della cultura. Nel Cortile del Settecento Piero Lissoni presenta per Sanlorenzo l’installazione Wind Labirinth, un vero e proprio labirinto di vele, simbolo della complessità del mare.

Nel Cortile d’Onore si può invece ammirare Catasta, installazione di Amdl Circle per Rubner Haus alta 5 metri. Rappresenta una piccola casa con un grande tetto spiovente che ricorda quello di un tempio antico ma al cui interno abita un nido di uccellini: non li puoi vedere ma puoi sentirne il cinguettio. L’installazione Echoes progettato dallo studio di Francesco Librizzi insieme a Dàmeda fonde creatività e azione. Evocando il legame antico tra architettura e natura e generando un dialogo tra la scala monumentale della Ca’ Granda e i giardini all’interno dei suoi chiostri. Incontriamo poi Extraceleste, progetto artistico di Marco Nereo Rotelli. Si tratta di un’opera spaziale, concettuale e pop: una scultura-robot che nasce dalla rigenerazione di un’antenna utilizzata per le connessioni spaziali.
Proseguendo la passeggiata sotto il porticato del cortile ci imbattiamo in Re-flections di Ludovica Diligu. Un’opera che annulla i confini tra moda, design, arte e percezione: 18 pannelli d’acciaio con superfici lucide presentano look di abbigliamento. Offrendo ai visitatori la possibilità di vedere sé stessi indossare un nuovo modo di essere sfruttando il gioco del doppio e del riflesso generato dagli specchi.
Queste sono solo alcune delle installazioni che all’Università Statale riescono a mettere in mostra un concetto: quello dei mondi connessi. Mondi culturali e mondi concettuali, tutti uniti seguendo il fil rouge di un design che va sempre più verso la sostenibilità e il bisogno di riflettere sulla contemporaneità.
Tortona district
Un altro luogo iconico della Design week è la zona di via Tortona a Milano Sud. In 25 anni il distretto di Tortona ha cambiato pelle, rimanendo comunque uno dei punti di riferimento del Fuorisalone, che negli ex capannoni industriali della General Electric ha mosso i primi passi. Cuore pulsante resta il “Superstudio più”, dove all’interno si trova la mostra dedicata al tema della felicità. Il “Floating Pouf” di Heflies, palloncino gonfiato a elio che fluttua nell’aria in attesa di diventare sgabello. La panchina “Surfbench” di Kald che ondeggia appena viene sfiorata e nonostante la sua apparente instabilità svolge al meglio la sua funzione. L’ecologica “Amore Ocean”, installazione realizzata con la plastica raccolta nei mari. “L’albero della vita” della designer Carla Tolomeo, nato dal concetto di labirinto del poeta argentino Jorge Luis Borges. Rappresentazione della metamorfosi e la trasformazione perenne che dalle radici porta l’uomo a toccare il cielo.

Vertical Connection
Mettiamo da parte i classici del Fuorisalone e avventuriamoci nelle novità. Nella zona di Garibaldi-Porta Nuova il design incontra l’intelligenza artificiale. In piazza Gae Aulenti infatti tubi, ringhiere e piante rampicanti vanno a formare il “Vertical Connection”. Un’esperienza immersiva che esplora il rapporto tra architettura, spazio urbano e natura. L’installazione è stata progettata dallo studio scientifico del professore Stefano Mancuso esperto in neurobiologia e botanica, in collaborazione con Evastomper che ha realizzato la parte architettonica.

Un sistema di pulsanti e sensori consente ai partecipanti di creare attraverso l’intelligenza artificiale delle immagini di una città del futuro, in base a quali delle caratteristiche della propria città ideale sono state selezionate. La propria Milano ideale verrà poi proiettata sullo schermo. Da campi verdi per l’agricoltura e riduzione di strade, edifici e dell’essere umano, a mondi futuristici con costruzioni che tendono al cielo come se non gli bastasse più soltanto la terra.
Il design della struttura è a impatto zero: ogni singolo componente è rigenerato e riutilizzabile, eliminando così gli sprechi e riducendo l’impatto ecologico.
Dopo aver visitato l’installazione sarà possibile ritirare una piantina omaggio. Al termine dell’evento tutte le piante utilizzate verranno donate a Isola Pepe Verde dove avranno una nuova vita. Continuando ad arricchire l’ambiente e le aree urbane della città.
Basic Village nel quartiere Isola
A due passi da Garibaldi c’è la novità dell’edizione di quest’anno. Nel distretto di Isola, ormai una vecchia conoscenza del Fuorisalone, la sorpresa è rappresentata da una ex fabbrica di gomma nata agli inizi del ’900 vicino a Scalo Farini, in via dell’Aprica 12. La struttura è stata riqualificata e trasformata in un grande spazio polifunzionale, il Basic Village, che si aggiudica il ruolo di epicentro del festival. Al suo interno tre mostre collettive a cura del team di Isola Studio. Conscious Objects è un percorso sensoriale tra oggetti del quotidiano riproposti in chiave etica e tecnologica, in dialogo con i loro sensi. Si possono trovare tra gli altri un’altalena realizzata con trecce di spago intessute tra di loro, una giacca con materiale di recupero e oggetti di design in plastica riciclata.