Live Aid: quarant’anni fa il concerto evento per la carestia in Etiopia

Il 13 luglio 1985, il mondo della musica si riunisce per il Live Aid. Due concerti paralleli, uno al Wembley Stadium di Londra e l’altro al John F. Kennedy Stadium di Philadelphia, trasmessi in diretta a livello mondiale. Un unico obiettivo: raccogliere fondi per combattere la carestia in Etiopia. Organizzato da Bob Geldof e Midge Ure, il Live Aid vede la partecipazione di alcune delle più grandi star della musica, tra cui Queen, U2, David Bowie, Elton John, Madonna e molti altri. A quarant’anni di distanza, il Live Aid è ricordato come uno dei momenti più iconici della storia della musica e della solidarietà internazionale.

Il contesto storico-sociale: la carestia Etiope

Tra il 1983 e il 1985, l’Etiopia viene colpita da una delle peggiori carestie della sua storia. Tre le principali cause: siccità, instabilità politica e conflitti armati. Dieci anni prima, nel 1974, il Governo militare provvisorio dell’Etiopia socialista (Derg), guidato dal dittatore Mengistu Hailé Mariàm, era impegnato in una guerra civile contro gli insorti in Eritrea. A questo scenario politico precario si affiancava un susseguirsi incessante di episodi di siccità, che trovano il loro culmine nella metà degli anni Ottanta, quando tutta l’Etiopia si trova investita da una grande carestia.

Negli altipiani del sud della regione, quasi sei milioni di persone dipendevano dagli aiuti umanitari. Non da meno l’intervento degli Stati Uniti, che nel 1980, per arginare l’attività sovietica nella regione, appoggiano i ribelli eritrei nella presa di tutti i porti etiopi. Si stima che la carestia abbia causato la morte di un milione di persone, e circa otto milioni ne sono state colpite.

Il dietro le quinte di un evento epocale

La situazione, a quel punto, attira l’attenzione dei media occidentali, soprattutto grazie ai reportage della BBC, che mostrano immagini strazianti della popolazione etiope in condizioni disperate. «Una carestia biblica nel XX secolo», così commentava l’inviato Michael Buerk al campo profughi Korem. Questi servizi fanno il giro del mondo, suscitando un’ondata di indignazione e spingendo il cantante irlandese Bob Geldof a mobilitarsi per raccogliere fondi attraverso la musica. Gedolf decide di riunire le forze con Midge Ure – frontman della band Ultravox – per far diventare realtà il progetto del Live Aid, un concerto umanitario da svolgersi in contemporanea al Wembley Stadium di Londra e al John F. Kennedy Stadium di Philadelphia.

I due musicisti erano reduci di una precedente collaborazione nel 1984, con la canzone Do they know it’s Christmas?. Un «global jukebox», così soprannominato il Live Aid, che riunisce 70 artisti, mostri sacri della scena musicale, per raccogliere 150 milioni di sterline. Il concerto londinese, in quasi sette ore, raccoglie 1,2 milioni di sterline per la causa umanitaria. Tanti nomi e volti iper noti: da David Bowie ai Dire Straits, dai Led Zeppelin a Tina Turner, passando a Bob Dylan, Madonna, Sting, Paul McCartney. Due miliardi i telespettatori da 150 paesi, una maratona televisiva durata 16 ore. Al pubblico italiano aveva pensato Mario Colangeli, responsabile dei palinsesti musicali di Rai Tre, che assicura 13 ore di dirette e differite.

Il concerto a Londra

In un caldo sabato di luglio, al Wembley Stadium risuonano le voci di 72.000 spettatori. Gli Status Quo danno il via alla maratona musicale con Rockin’ All Over the World. Sul palco si alternano alcune delle più grandi star della musica britannica e internazionale, tra cui Wham!, Elton John, U2 e Spandau Ballet. La serata svolta quando, alle 18:40, salgono sul palco i Queen. Freddie Mercury conquista il pubblico con Bohemian Rhapsody, una scena quasi cinematografica. E infatti, nel 2019, Bryan Singer e Dexter Fletcher dirigono l’omonimo film un sorprendente Rami Malek nei panni di Mercury, in una fedele ricostruzione di quel momento che ha fatto fermare il tempo a Wembley.

 

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…e a Philadelphia

In contemporanea al concerto di Londra, il Live Aid si svolge anche al John F. Kennedy Stadium di Philadelphia, con un pubblico di circa 89.000 persone. L’evento americano ospita artisti leggendari come Madonna, Bob Dylan, Mick Jagger, Led Zeppelin e Eric Clapton. Uno dei momenti più memorabili, l’esibizione di Phil Collins, che, dopo aver suonato a Londra, prese un volo Concorde per esibirsi anche negli Stati Uniti. La reunion dei Led Zeppelin, con Collins e Tony Thompson degli Chic alla batteria, era attesa con grande entusiasmo, ma fu considerata un fallimento. Esibizioni poco convincenti e problemi tecnici ne hanno compromesso la qualità. Un’occasione di reunion, andata meglio, per i Black Sabbath con la voce di Ozzy Osbourne sulle note di Paranoid, Children of the Grave e Iron Man.

Critiche e controversie legate all’evento

Nonostante il successo mediatico e la grande raccolta fondi, il Live Aid non è stato esente da critiche. Un conduttore di Fox News, Billy O’Reilly, denunciava che parte del denaro fosse finito nelle mani del governo etiope, guidato dal regime del Derg, che lo avrebbe utilizzato per acquistare armi anziché per aiuti umanitari. Inoltre, l’assenza dei Tears for Fears al concerto di Philadelphia fa discutere e solleva una polemica non di poco conto. Il frontman del gruppo voleva assicurarsi dell’effettivo uso dei fondi per combattere la carestia Etiope. Non avendo ricevuto riscontri da Geldof, la band decide di non partecipare.

La grande copertura dei media

Il ruolo dei media è stato cruciale per il successo dell’evento. La BBC in Europa e ABC negli Stati Uniti sono state le principali emittenti coinvolte, mentre MTV ha contribuito alla diffusione dell’evento con una trasmissione in stereo, migliorando la qualità dell’audio per gli spettatori. Le immagini delle esibizioni memorabili, come quella dei Queen a Wembley, riproposte nel corso degli anni, hanno consolidato il mito del Live Aid. Inoltre, i media non si sono limitati a trasmettere il concerto: hanno giocato un ruolo fondamentale nella sensibilizzazione sulla crisi etiope, attraverso reportage e testimonianze che rafforzavano l’importanza della raccolta fondi.

Un articolo del quotidiano inglese The Sun sul Live Aid (Foto: Kent Online)
Un articolo del quotidiano inglese The Sun sul Live Aid (Foto: Kent Online)
Il Live Aid sotto la lente d’ingrandimento del giornalismo italiano

Fra le testate giornalistiche italiane, il Corriere della Sera ha dedicato diversi articoli al Live Aid. Colpisce soprattutto l’intervista a Bob Gedolf, pubblicata sul quotidiano l’11 settembre 1992, dal titolo Gedolf: Live Aid? Un danno per me. «Finanziariamente, fisicamente e artisticamente quell’iniziativa mi ha danneggiato. Mi hanno offerto di entrare in politica, di fare il presentatore tv. Ma ora mi importa solo la musica e trasmettere con le canzoni il mio impegno», così commentava il musicista irlandese. «Un impatto emotivo e di reale mobilitazione come ottenne il mio Live Aid non è più possibile […] Perché sono peggiorate le condizioni dell’Africa e dell’Europa» aggiungeva.

Il caso del Live 8

A vent’anni dal Live Aid di Londra e Philadelphia, nel 2005, Geldof e Ure organizzano il Live 8, una serie di concerti in diverse città del mondo, tra cui Londra, Parigi, Berlino, Roma, Philadelphia e Tokyo, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla povertà globale e influenzare il vertice del G8 di quell’anno. Differisce dai concerti del 1985 per il suo focus più politico. L’obiettivo era chiedere ai leader mondiali di cancellare il debito dei paesi più poveri e incrementare gli aiuti umanitari. L’evento vede la partecipazione di oltre mille artisti, tra cui U2, Coldplay, Madonna, Pink Floyd e Paul McCartney, ed è seguito da milioni di spettatori in tutto il mondo. Il suo impatto ha spinto i leader del G8 a promettere un aumento degli aiuti internazionali, consolidando il ruolo della musica come strumento di cambiamento sociale.

 

Giulia Spini

Laureata in Interpretariato, penso in inglese e in spagnolo ma parlo italiano. Appassionata di tutto ciò che riguarda la settima arte. Il mio sogno nel cassetto? Lavorare come giornalista di spettacolo.

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