Annunciato come l’anno della rinascita del Cavallino Rampante, il 2025 è stato una stagione a dir poco sotto le aspettative per la Ferrari. La Rossa chiude l’ultimo mondiale della seconda era del ciclo tecnico delle monoposto a effetto suolo con zero vittorie e un deludente quarto posto nella classifica costruttori. Dalle difficoltà e le lacune tecniche della SF-25, ai problemi di adattamento di Lewis Hamilton e alla frattura tra piloti e dirigenza.
Quest’annata ha messo in luce tutti i difetti di una Scuderia che sembra aver perso completamente la propria identità e la fame di quello che l’ha resa un marchio circondato da un’aura senza eguali: le vittorie. Nel 2026 ci sarà la più grossa rivoluzione tecnica nella storia della Formula 1 e, in Ferrari, Scuderia e Tifosi, si augurano di non dover puntare, anche questa volta, sul prossimo anno…
Il cambio di regolamento
Il Bahrein si tinge di rosso. Una doppietta. La prima dell’anno. Tutta Ferrari. Questo l’esordio della Scuderia nel 2022. Un anno di forte crescita per la squadra di Maranello e di distacco dal passato per la Formula 1. E’ l’inizio di un nuovo ciclo per l’élite del motorsport a quattro ruote, sia dal punto di vista del regolamento, sia delle vetture. Al fine di agevolare i sorpassi, accendere la competizione e rendere la prestazione delle monoposto più simile tra loro, la FIA ha fatto apportare delle modifiche al fondo delle vetture, reintroducendo, così il ground effect (l’effetto suolo).
Un’altra grande novità viene dal cambiamento aerodinamico. Si è deciso, infatti, di puntare sul maggiore sfruttamento della downforce (quella spinta dal basso che permette alle macchine di restare incollate alla pista), per conferire maggiore stabilità e sicurezza alle vetture. Aerodinamica, motore, telaio e sospensioni sono stati totalmente rivoluzionati. E la Ferrari ha risposto a gran voce. Il 17 febbraio 2022 viene presentata la F1-75, un omaggio ai 75 anni della Casa di Maranello.
Un nuovo inizio

L’obiettivo è chiaro: risollevarsi dalle stagioni 2020-2021. L’anno segnato dal Covid viene tutt’ora ricordato come una delle annate peggiori per la Ferrari, con una SF1000 tra le meno competitive nella storia del Cavallino. Era il 20 marzo 2022, e la corsa di Charles Leclerc e Carlos Sainz verso il podio del Bahrein se la ricordano tutti i Tifosi. È sembrato l’inizio di qualcosa di grande e il sapore di quel mondiale che in Ferrari non arrivava dal 2008, conquistato dalla coppia di allora Felipe Massa e Kimi Raikkonen, si faceva più dolce.
Dopo l’Arabia Saudita, Leclerc ha dominato a suon di giri veloci il Gran Premio d’Australia, per poi riaccendere la passione dei Tifosi anche in Austria, in una lotta a fiato sospeso con il rivale di una vita, Max Verstappen. Carlos Sainz, invece, è salito sul gradino più alto del podio per la prima volta in Formula 1 a Silverstone. Tuttavia, il trionfale esordio di quel 2022 si è rivelato l’ennesima illusione. 4 le vittorie e 21 i podi ottenuti dalla Scuderia.
Problemi di affidabilità
Un bilancio molto positivo, almeno fino a metà stagione, quando quella SF-75, soprannominata da Leclerc “la bestia”, si è rivelata una macchina certamente veloce, ma poco affidabile. Durante il GP di Spagna, dominato dal numero 16 di Maranello, il monegasco è stato costretto al ritiro per un problema al motore. In Azerbaijan entrambi i piloti Ferrari non hanno concluso la gara: rottura del turbocompressore e problema idraulico legato alla power unit. In Austria, lo spagnolo si è ritirato per l’ennesimo guasto al motore. All’indomani di Baku, la Ferrari è stata costretta ad optare per delle mappature più conservative per evitare ulteriori DNF (Did Not Finish).
Inoltre, quell’anno la FIA ha introdotto il congelamento dei motori fino al 2025, vietando, quindi, qualsiasi sviluppo della PU. Dunque, minor prestazione della macchina e perdita del vantaggio prestazionale di inizio stagione, proprio quando il Cavallino era ancora in piena lotta per il mondiale. La squadra di Maranello ha chiuso la stagione con un amaro secondo posto nei costruttori a 554 punti, con la Red Bull campione del mondo con 759 punti e Max Verstappen due volte iridato davanti a Charles Leclerc nella classifica piloti.
Cambio al vertice
Il 2023 è stato un anno di grande rivoluzione per la Ferrari, con l’arrivo di Frédéric Vasseur nel ruolo di team principal al posto di Mattia Binotto. L’ingegnere svizzero ha sostanzialmente raccolto la monoposto disegnata dalla precedente guida tecnica. Presentata come una grande promessa davanti a un gruppo di Tifosi presenti alla pista di Fiorano, la SF-23 aveva il compito di rilanciare le ambizioni della Rossa nella lotta al titolo. Sin dai primi giorni di test in Bahrain la realtà è stata però un’altra.
La nuova macchina del Cavallino ha sì delle ottime doti nelle velocità di punta e sul giro da qualifica, ma da subito sono evidenti i problemi legati alla gestione del retrotreno in inserimento di curva. La macchina così slitta, compromettendo e accentuando l’usura degli pneumatici. In gara, quindi, la Ferrari brucia troppo in fretta le gomme, non riuscendo a tenere il passo gara dei diretti concorrenti.

La stagione, infatti, è a totale appannaggio della Red Bull. La casa anglo-austriaca si aggiudica 21 Gran Premi su 22 stagionali e conquista sia il titolo costruttori sia quello piloti con Max Verstappen. L’olandese ha vinto il suo secondo titolo iridato con 290 punti di distacco dal suo diretto rivale, l’allora suo compagno di scuderia e oggi pilota della Cadillac Sergio Perez, e con 369 punti di margine su Charles Leclerc. Ancora più distante Carlos Sainz, lontano 375 punti dopo la bandiera a scacchi di Abu Dhabi. L’unico highlight della stagione è stata la vittoria a Singapore proprio del pilota madrileno, la prima sotto la guida tecnica di Vasseur, ma il calo di rendimento rispetto all’annata precedente è stato significativo e vistoso.
La speranza appesa ad un filo
Dalle macerie di quella SF-23 lontana dalle aspettative, è nata la SF24, una delle monoposto più competitive da quando in quel lontano 2014 la Formula 1 è entrata nella sua era turbo-hybrid. La differenza con la stagione precedente è notevole: 5 vittorie e 22 podi. Il salto di qualità arriva con un miglior bilanciamento della macchina che ha portato a una migliore gestione degli pneumatici, principale difetto della precedente monoposto. La SF-24 è stata una macchina molto più affidabile sin dall’esordio. Aerodinamicamente migliore, con un ottimo passo gara e, soprattutto, più costante rispetto alle stagioni precedenti.
Alti e bassi

Dopo il secondo posto di Carlos Sainz in Bahrain, arriva l’Australia, con la sua “Alba rossa”, come molti dissero. Lo spagnolo e il monegasco conquistano una fantastica doppietta, con Sainz davanti a Leclerc. Nei Tifosi si riaccende il sogno del mondiale. È stata una Ferrari che, però, in alcune occasioni non ha centrato il podio con entrambi i piloti. Pesante nell’economia del campionato costruttori il doppio ritiro arrivato nel Gran Premio del Canada: per Leclerc problemi al motore, mentre un contatto tra Sainz e Alexander Albon su Williams ha costretto lo spagnolo al ritiro. In Spagna e a Singapore ancora niente podio. Poi Silverstone, circuito in cui il numero 55 della Ferrari è arrivato solo quinto, con Leclerc addirittura doppiato.
Ma il 2024 è anche l’anno della fantastica doppietta ad Austin, con Charles Leclerc ribattezzato dalla stampa come “il nuovo sceriffo della città”. Poi, le emozionanti Monza e Montecarlo, una doppietta nei suoi “Gran Premi di casa” per il monegasco. A Monaco si è finalmente spezzata la “maledizione” dopo sette anni in Formula 1. La vittoria al Gran Premio d’Italia, invece, è stata la perfetta dimostrazione del salto di qualità che la Ferrari ha fatto in termini di strategia e gestione degli pneumatici. Un gioco di astuzia ai danni di una McLaren che dalla seconda metà dell’anno è diventata la miglior macchina in pista.
Al fotofinish
Il mondiale è stato aperto fino a Baku, quando all’ultimo giro Sergio Perez (Red Bull) e Carlos Sainz, in lotta per il podio hanno chiuso la gara entrambi a muro. È in questa occasione che la Ferrari ha perso punti importanti, cruciali per il mondiale. Proprio lo spagnolo ha vinto la sua ultima gara in Ferrari a Città del Messico. Intanto Max Verstappen già a Las Vegas chiude matematicamente i conti e vince il mondiale piloti con 63 punti di vantaggio su Lando Norris, a due gare ancora da disputare prima della fine del campionato.
In Qatar la Ferrari ha riaperto il mondiale con il secondo posto del numero 16 e il decimo piazzamento di Norris. I riflettori sono rimasti accesi ad Abu Dhabi. Ferrari e McLaren sono arrivate all’ultimo appuntamento stagionale con 21 punti di distacco in favore del team di Woking. C’era molto da perdere e la Ferrari, ancora una volta, ha perso.
Leclerc è stato artefice di una furiosa rimonta dalla diciannovesima posizione alla terza, mentre Carlos ha concluso secondo. Con la vittoria di Norris e il decimo piazzamento di Oscar Piastri la McLaren ha vinto il mondiale costruttori con 14 punti di vantaggio sul Cavallino Rampante. Tuttavia, la Ferrari non ha perso il mondiale a Yas Marina: nella SF-24 non è stato mai apportato un pacchetto di aggiornamenti rivoluzionario, al contrario della squadra capitanata da Andrea Stella che ha deciso di riformare il progetto MCL38 e trovare un consistente margine di miglioramento per sbaragliare la diretta concorrenza.
Un passo avanti… e due indietro
Sembra tutto predisposto affinché il 2025 riporti la Ferrari ai vertici della classe regina del motorsport. L’arrivo definitivo di Lewis Hamilton a Maranello accende le speranze dei Tifosi nella lotta al mondiale. Con un vero e proprio atto di fede, la Rossa chiama i suoi fedeli a raccolta in un evento al Castello Sforzesco di Milano per presentare i piloti e la prossima stagione. «Possiamo lottare per il titolo, ci credo», ha detto un emozionato Hamilton.

Convinti di aver estratto ormai il massimo potenziale dal progetto SF-24, la nuova monoposto (SF-25) si presenta come una totale rivoluzione: un nuovo schema sospensivo, pance rastremate ed estremizzate nel loro disegno, un nuovo anteriore e persino un nuovo fondo. Insomma, pare che i tecnici abbiano lavorato a fondo per migliorare ogni aspetto della monoposto. Arrivati al primo Gran Premio della stagione in Australia sull’onda dell’entusiasmo, per la Ferrari arriva subito il primo reality check: «We are nowhere». «Non siamo da nessuna parte», così un frustrato Charles Leclerc al termine solo della prima sessione di qualifiche del 2025.
Doccia fredda
È con il successivo Gran Premio di Cina, a Shanghai, che vengono a galla tutti i difetti della SF-25. La vittoria di Lewis Hamilton nella gara sprint, la prima e unica stagionale, è un’illusione che si scioglie in fretta. Nella gara lunga di domenica entrambe le monoposto della Ferrari sono state squalificate: quella di Leclerc perché inferiore di un chilo rispetto al limite minimo consentito, mentre la vettura di Hamilton ha registrato un’usura eccessiva del pattino di legno del fondo.
Ed ecco che emerge il principale, l’ennesimo, problema di questa nuova monoposto: l’altezza della macchina da terra. Questa generazione di vetture genera la maggior parte della velocità e del carico aerodinamico dal fondo. Per estrarre il massimo potenziale, la macchina deve essere il più radente al suolo possibile. Dovendo aumentare l’altezza della SF-25, i flussi d’aria sono diventati più difficili da gestire e ne hanno pesantemente inficiato le prestazioni, a partire dalla temperatura dei freni.
Il mantra della stagione di Charles e Lewis è stato: «Li-Co, Li-Co», lift and coast, letteralmente “solleva e veleggia”. Il pilota deve togliere il piede dall’acceleratore in anticipo su un rettilineo (lift), lasciando l’auto decelerare per inerzia (coast) prima di frenare. Questa manovra consente sì di risparmiare carburante e ridurre l’usura di freni e gomme, ma, in termini di tempo sul giro, può costare qualche decimo di secondo. In uno sport come la Formula 1, dove anche i millesimi fanno la differenza, è un grosso problema.
Punto di rottura

Tutta la Ferrari si ritrova presto a passare una stagione nella totale indifferenza e nel disinteresse generale. 0 vittorie, 7 podi (conquistati tutti da Charles Leclerc), 1 successo in gara sprint e 4° posto finale nella classifica costruttori. A far discutere poi sono state le parole del presidente John Elkann in occasione della vittoria di AF Corse (il reparto endurance di Ferrari), nel WEC. «Questo mondiale è la dimostrazione che, quando la Ferrari è unita, tutti insieme si possono ottenere grandissime cose – ha detto Elkann -. Se guardiamo al mondiale di F1 i nostri meccanici stanno vincendo il mondiale pit-stop e la macchina è senza dubbio migliorata».
Per Elkann il problema principale della Ferrari attualmente sono i piloti: «Il resto non è all’altezza. I nostri piloti pensino a guidare e parlino meno». Un fulmine a ciel sereno. Puntare il dito contro chi da anni tiene alta la bandiera del Cavallino, Charles Leclerc in primis, ha fatto molto discutere in un momento già complicato.
Le sabbie del tempo scorrono inesorabilmente e la clessidra per Leclerc in Ferrari potrebbe esaurirsi: quello che una volta era un divorzio impensabile ora non è mai stato così vicino. Il talento cristallino del monegasco è intrappolato da anni nel limbo delle promesse non mantenute dal Cavallino. Lo stesso Charles ha lanciato un monito per la prossima stagione: «È adesso o mai più».
In collaborazione con Eva Surian