Piera Stefania “Stefanina” Riva, 75 anni; Jhoanna Nataly Quintanilla, 40 anni; Daniela Guerrini, 68 anni; Amina Sailouhi, 43 anni; Chamila Arachchilage Dona Wijesuriya, 50 anni; Vasilica Potincu, 35 anni; Sueli Leal Barbosa, 48 anni; Erika Ferini Strambi, 53 anni; Giovanna Brusoni, 73 anni; Geraldine Yadana Sanchez, 34 anni; Silvana D’Amato, 69 anni; Pamela Genini, 29 anni; Luciana Ronchi, 62 anni.

Il fenomeno nel 2025
Sono questi i nomi delle 13 donne uccise a Milano dall’inizio del 2025. Solo a Milano più di una al mese. In totale quest’anno, fino al 25 novembre, sono stati 77 i femminicidi compiuti in Italia, ma ci sono stati anche 67 tentati assassinii, meno noti al grande pubblico. Tra le persone uccise, la vittima più giovane aveva 1 anno e la più anziana 93, mentre la loro età media è di 55 anni. Inoltre, delle 77 donne uccise, ben 12 avevano in precedenza denunciato e segnalato di aver subito violenza, stalking o atti persecutori. In totale sono 55 i figli minori rimasti orfani della madre, sono le cosiddette “vittime invisibili”.
Il profilo del killer
Il colpevole, o presunto tale per le informazioni al momento disponibili, ha un’età media di 53 anni: il più giovane aveva 19 anni al momento del delitto, il più anziano 92. Nel 49% dei casi l’assassino era il marito, il partner o il convivente, mentre in 18 casi è stato l’ex partner da cui la persona uccisa si era separata o aveva espresso l’intenzione di separarsi. In 11 casi l’omicida è stato il figlio. Negli altri casi era un amico, un nipote, un cliente o un conoscente. La modalità maggiormente adottata per commettere il reato è l’accoltellamento, con 27 casi che rappresentano il 33% del totale. Seguono l’utilizzo di arme da fuoco con 14 casi (18%) e lo strangolamento con 17 casi (13%). Ma ci sono stati anche casi di soffocamento, utilizzo di corpo contundente, percosse, gettate dal balcone, colpi di forbici e colpi d’ascia.
Il confronto con gli anni passati
Il fenomeno è allarmante, ma in diminuzione rispetto agli anni scorsi. Nel 2024 sono stati 111 i femminicidi in Italia, di cui 96 in ambito familiare o affettivo e 69 compiuti da partner o ex partner. Dati che crescono ulteriormente se si guarda ai due anni precedenti: nel 2023 sono state 120 le donne uccise e nel 2022 il numero sale a 130.
Le associazioni per le donne
Le donne che subiscono violenze possono però contare sull’aiuto delle autorità, delle istituzioni e delle associazioni. Tra quest’ultime c’è Scarpetta Rossa, nata 12 anni fa a Milano e poi estesa in tutto il territorio nazionale con 250 centri. Il loro scopo è di aiutare le donne che subiscono violenze, impegnandosi a rispondere prontamente ai loro bisogni in caso di stalking e abusi e offrendo consulenze legali e psicologiche. «I contatti sono innumerevoli – ha affermato Gualtiero Nicolini, responsabile progetti e sviluppo di Scarpetta Rossa – Nell’ultimo mese i casi aperti sono una decina su tutto il territorio nazionale. Milano è la prima dove avvengono denunce ed è anche la città più pericolosa». Ha poi sottolineato: «C’è sicuramente un incremento nel numero delle denunce fatte da giovanissimi, ovvero ragazze dai 16 ai 22 anni».

L’associazione punta a parlare in modo diretto ed empatico alle nuove generazioni, affrontando temi come il consenso, la parità di genere, la gestione delle emozioni e il riconoscimento delle relazioni tossiche. Proprio per questo Scarpetta Rossa si dichiara favorevole all’educazione affettiva e sessuale nelle scuole. «I ragazzini – ha spiegato Nicolini – si documentano tramite siti porno, ma è un sesso distorto e in determinati film la donna è oggettificata per dovere di copione, non certo perché la realtà. Per questo è essenziale partire dalle istituzioni».
In ambito politico
Anche la politica sta facendo dei passi avanti nel combattere i femminicidi. Il 23 luglio 2025 è passato al Senato un disegno di legge che punisce con l’ergastolo i colpevoli. Per una volta tutte le forze politiche si sono unite approvandola con 227 voti a favore e zero contrari. Ora è in esame alla Camera dove il provvedimento dovrebbe essere approvato. Oltre ad una pena maggiore ci saranno più tutele per gli orfani di femminicidio. Saranno estese a tutti quei minori la cui madre è stata uccisa in quanto donna, anche se non aveva un legame sentimentale con l’assassino, e ai figli delle sopravvissute a tentativi di femminicidio, ma rimaste gravemente compromesse.