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Corea del Sud, il suicidio di un’attrice riapre il dibattito sulla salute mentale delle celebrità

Pagare il prezzo della fama con la vita. È quanto accade nel mondo dello spettacolo in Corea del Sud. Negli ultimi anni, diverse celebrità, spesso attori o cantanti, si sono tolte la vita a causa dell’eccessiva pressione psicologica ricevuta. Il caso più recente è quello di Kim Sae-ron, scomparsa domenica 16 febbraio. Un altro dei tanti casi di suicidio in un Paese dove competizione e perfezionismo sono alla base di istruzione e lavoro.

Chi era Kim Sae-ron

È stato un amico a ritrovare il corpo di Kim Sae-ron. L’attrice, 24 anni, originaria di Seoul, è stata trovata senza vita nella sua casa il 16 febbraio. Secondo l’agenzia stampa locale Yonhap News Agency, la polizia ne avrebbe constatato il suicidio. Nessun segno di violenza, nessun biglietto. Il suo è uno dei nomi più noti del Paese: la carriera iniziata nel 2009 con il film A Brand New Life, premiata miglior attrice esordiente ai Korea Film Awards con The Man From Nowhere (2010). Nel 2022 lo stop temporaneo, dopo aver ricevuto una multa da 20 milioni di won (13.800 dollari) per guida in stato di ebbrezza. Di lì a poco la decisione di rescindere il contratto con l’agenzia Goldmedalist. Segue la recente la collaborazione con Netflix nella serie Bloodhounds – I segugi (2023). La sua scomparsa ha riacceso i riflettori sul preoccupante tasso di suicidi tra i giovani talenti nel mondo dello spettacolo in Corea del Sud.

Kim Sae Ron ad un red carpet
Il fenomeno dei suicidi in Corea del Sud

La Corea del Sud ha il tasso di suicidi più alto tra i paesi dell’OCSE, con un’alta incidenza fra gli adolescenti e la fascia di età fra i venti e i trent’anni. Secondo una ricerca dell’Istituto di Statistica Coreano (KOSTAT), nel 2022 si sono registrati 25 suicidi ogni 100.000 abitanti. Dopo l’entrata in vigore della legge sulla prevenzione del suicidio nel 2011 il tasso era diminuito per poi registrare un aumento nel 2018 e un’altra diminuzione nel 2020. Le vittime erano in maggioranza uomini. In particolare, tra il 1983 e il 2022 si è registrato un aumento dei casi nella fascia di età 15-64.

La Korea Foundation for Suicide Prevention propone diverse iniziative nelle scuole, tra cui programmi di educazione e seminari, con l’obiettivo di ridurre entro il 2027 il tasso dei suicidi al 30%, portandolo a 18 suicidi ogni 100.000 persone. Sul fronte politico, tuttavia, ancora troppe poche voci a sostegno di un cambiamento radicale della situazione.

La pressione nell’industria dello spettacolo in Corea del Sud

L’industria dello spettacolo sudcoreana è nota per le sue elevate aspettative e l’intensa pressione sui giovani artisti. La competizione è feroce, e gli standard di comportamento pubblico sono rigorosi. Un singolo errore può portare a una rapida caduta in disgrazia, come nel caso di Kim Sae-ron. Associated Press di recente ha spiegato che «giornali e siti web la criticavano ogni volta che veniva vista a una festa con gli amici, o quando si lamentava della mancanza di lavoro e rispondeva ai commenti sgradevoli sui social media. Una volta è stata anche criticata per essere stata vista sorridere mentre girava un film indipendente».

La boy band BTS ai Seoul Music Awards nel 2019
La boy band BTS ai Seoul Music Awards nel 2019. (TV10/Ten Asia)

Inoltre, molte celebrità devono affrontare il peso del cyberbullismo e delle critiche online, spesso senza un adeguato supporto psicologico. Tutti coloro che raggiungono un certo livello di fama tale da essere definiti «idols», che siano attori o musicisti k-pop, hanno standard ancora più alti da raggiungere. Se non soddisfano questi requisiti, i primi a mostrare dissenso sono i fan, che spesso proiettano su di loro un’idea di perfezione al limite dell’immaginabile.

Il ruolo delle istituzioni e delle agenzie di talenti

Le istituzioni sudcoreane stanno cercando di affrontare il problema, ma le misure adottate finora sembrano insufficienti. Nonostante il governo abbia introdotto programmi di supporto psicologico e campagne di sensibilizzazione, la cultura del lavoro intensivo e il perfezionismo radicato nella società coreana rendono difficile un vero cambiamento. A partire dall’ambito dell’istruzione, dove gli studenti per affermarsi frequentano gli hagwon, costose scuole private che garantiscono una formazione specialistica per prepararsi al suneung l’esame nazionale che a novembre di ogni anno permette l’accesso alle tre migliori università di Seoul (Seoul National University, Korea University e Yonsei University).

La Seoul National University

Nell’industria dello spettacolo, le agenzie di talenti hanno un enorme potere sulle vite delle star, e spesso non garantiscono un ambiente sano per i loro artisti. Gli idol sono costretti a orari estenuanti, con contratti rigidi e poca libertà personale, contribuendo a problemi di salute mentale. Le limitazioni vanno dal divieto di avere una relazione, controllo dei contenuti da pubblicare sui social e persino orari di coprifuoco.

L’umiliazione mediatica

Dopo la morte di Kim, uno youtuber ha pubblicato contenuti gossip sull’accaduto. Il padre di lei lo ha accusato, spiegando che i video pubblicati avevano causato diversi disagi emotivi in lui. I media in questi frangenti utilizzano un linguaggio provocatorio e dissacrante nei confronti delle celebrità locali.

Giulia Spini

Laureata in Interpretariato, penso in inglese e in spagnolo ma parlo italiano. Appassionata di tutto ciò che riguarda la settima arte. Il mio sogno nel cassetto? Lavorare come giornalista di spettacolo.

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