TRENTINI, L’ITALIA SI MOBILITA TRA FACEBOOK, PETIZIONI E IL “MURALE DELLA SPERANZA”

La vicenda di Alberto Trentini, cooperante veneziano arrestato il 15 novembre 2024 a Caracas e detenuto nel carcere di El Rodeo I, è costellata di oscurità e mancanza di comunicazione tra le istituzioni italiane e venezuelane. A sopperire alle difficoltà governative, online dilagano iniziative per sostenere Alberto.

Il gruppo “Alberto Trentini Libero”
Il gruppo Facebook per Alberto Trentini

Per i primi mesi la famiglia Trentini aveva chiesto il silenzio stampa, pensando di agevolare le trattative tra i due governi ed evitare che la “diplomazia degli ostaggi” di Nicolas Maduro avesse un’escalation negativa. Poi ha deciso di intervenire utilizzando i social come mezzo per sensibilizzare ulteriormente l’opinione pubblica e portare a una possibile scarcerazione. Per questo, su Facebook l’avvocato Alessandra Ballerini e gli amici hanno aperto la pagina “Alberto Trentini Libero”. I fondatori aggiornano quotidianamente gli iscritti sulla situazione del cooperante, nonostante le informazioni provenienti da Caracas siano quasi pari a zero.

La petizione online

Lo scorso gennaio, inoltre, i fondatori del gruppo Facebook hanno aperto una petizione su Change.org rivolta ad istituzioni italiane, europee e alle Nazioni Unite. Lo scopo è ottenere il rilascio immediato e la tutela dei diritti fondamentali di Trentini, richiedere un’assistenza sia legale sia medica, in quanto il cooperante soffre di ipertensione e necessita di cure specifiche, e permettere contatti con l’esterno regolarmente. Ad oggi la petizione ha raccolto oltre 130 firme e sul sito si possono leggere anche le voci dei sostenitori.

«Sono la mamma di un cooperante che ora e a Bogotà immagino l’ansia de i genitori un abbraccio. Ragazzi che vanno la solo per fare del bene e sono rapiti come merce di scambio per scopi politici il governo italiano li DEVE TUTELARE» scrive Elisabetta. «Non è accettabile che vi siano Paesi in cui la dignità umana si calpesti detenendo in carcere senza motivo specifico persone rispettabili che donano il loro contributo per aiutare gli altri. Libertà per Alberto Trentini!!!» commenta Anna. I fondatori ribadiscono «con forza il principio fondamentale della protezione degli operatori umanitari ovunque nel mondo».

Il digiuno a staffetta

La pagina Facebook non si limita solo a postare gli aggiornamenti, ma il suo impegno prosegue su più fronti. Dal 5 marzo, a 100 giorni dall’arresto di Trentini, è iniziato il digiuno a staffetta: chi vuole, può compilare un form inserendo email, nome, cognome e decidere il giorno in cui si vuole digiunare. Si legge sul sito: «Un segnale di vicinanza alla sua solitudine. Un atto di solidarietà per stargli vicino. Un piccolo sacrificio per richiedere la sua liberazione. Digiuneremo a turno per 24 ore». I nomi di coloro che aderiscono vengono poi pubblicati su “Alberto Trentini Libero”, segnalando anche il giorno del digiuno. Per esempio oggi, giovedì 11 dicembre 2025, i gestori della pagina hanno scritto:

Il post sul gruppo Facebook

 

Alberto Wall of Hope

Infine, l’azione online per la liberazione di Trentini continua anche con “Alberto Wall of Hope”, ovvero un muro di speranza lanciato su miro.com. Si può aderire alla campagna in tre modi: scattare una foto dello striscione per il cooperante affisso nelle varie città, fare un selfie con il poster di Trentini in un luogo simbolico del proprio paese oppure scrivere un messaggio di sostegno. Il contributo poi viene condiviso con l’hashtag #albertowallofhope. Hanno aderito all’iniziativa sia cittadini italiani, come Francesca dal Lido di Venezia e Barbara da Bologna, ma anche stranieri da tutto il mondo, come Elsa dal Perù e Jacopo dalla Tunisia.

Alberto Wall of Hope
No Comments Yet

Leave a Reply