La tassonomia è finita al vaglio del Parlamento grazie a un documento firmato da Verdi europei, Ppe, Sinistra, S&D e Renew. Per emendarla occorreva il voto contrario di 353 eurodeputati, cioè la maggioranza assoluta. Tra i partiti italiani, il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle hanno votato per il rigetto. La destra invece è stata quasi unanime nella volontà di includere gas e nucleare tra le rinnovabili. L’ago della bilancia sono stati i Popolari, che includono anche Forza Italia. È la seconda volta che la, così detta, maggioranza Ursula si infrange sui temi ambientali. A spaccare la camera di Strasburgo, nelle scorse settimane, era stato il provvedimento per vietare la vendita di auto con motore a combustione dopo il 2030. In quell’occasione ad averla vinta erano state le Sinistre ambientaliste, mentre in questo caso trionfa la fazione più conservatrice e attenta all’economia reale.
La decisione del Parlamento Ue però scontenta molti. L’associazione Greenpeace ha annunciato un’azione legale contro la Commissione. Austria e Lussemburgo hanno fatto ricorso alla Corte di Giustizia europea. L’ italiana Legambiente chiede al governo italiano di sostenere l’azione. «Ci stanno prendendo in giro – ha commentato Cecilia Fiacco di Fridays for Future, portavoce italiana per la campagna contro la tassonomia – Gas e nucleare non sono rinnovabili e distoglieranno tantissimi investimenti dalle energie realmente sostenibili». Insieme a centinaia di attivisti, dal 5 luglio, presidia la piazza di Strasburgo, per protestare contro la decisione. Oltre a essere 25 volte più climalterante rispetto alla CO2, il gas, secondo gli ambientalisti, contribuisce a finanziare conflitti come quello in Ucraina.
Il voto
La tassonomia è finita al vaglio del Parlamento grazie a un documento firmato da Verdi europei, Ppe, Sinistra, S&D e Renew. Per emendarla occorreva il voto contrario di 353 eurodeputati, cioè la maggioranza assoluta. Tra i partiti italiani, il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle hanno votato per il rigetto. La destra invece è stata quasi unanime nella volontà di includere gas e nucleare tra le rinnovabili. L’ago della bilancia sono stati i Popolari, che includono anche Forza Italia. È la seconda volta che la, così detta, maggioranza Ursula si infrange sui temi ambientali. A spaccare la camera di Strasburgo, nelle scorse settimane, era stato il provvedimento per vietare la vendita di auto con motore a combustione dopo il 2030. In quell’occasione ad averla vinta erano state le Sinistre ambientaliste, mentre in questo caso trionfa la fazione più conservatrice e attenta all’economia reale.
Il no della piazza
La decisione del Parlamento Ue però scontenta molti. L’associazione Greenpeace ha annunciato un’azione legale contro la Commissione. Austria e Lussemburgo hanno fatto ricorso alla Corte di Giustizia europea. L’ italiana Legambiente chiede al governo italiano di sostenere l’azione. «Ci stanno prendendo in giro – ha commentato Cecilia Fiacco di Fridays for Future, portavoce italiana per la campagna contro la tassonomia – Gas e nucleare non sono rinnovabili e distoglieranno tantissimi investimenti dalle energie realmente sostenibili». Insieme a centinaia di attivisti, dal 5 luglio, presidia la piazza di Strasburgo, per protestare contro la decisione. Oltre a essere 25 volte più climalterante rispetto alla CO2, il gas, secondo gli ambientalisti, contribuisce a finanziare conflitti come quello in Ucraina.