Siccità nel Nord-Italia: perché non piove da mesi

100 giorni senza piogge. Le ultime risalgono all’8 dicembre 2021. La siccità preoccupa agricoltori, associazioni di categoria e Governo. Le cause principali sono la mancanza di precipitazioni e le temperature elevate.

Le cause della siccità nel Nord Italia

La siccità prolungata non è dovuta solo alla pioggia. Dal punto di vista delle precipitazioni, la stagione invernale passata è stata la meno piovosa di sempre. La vera anomalia, però, è la temperatura superiore alla media tra i 2,1 e i 2,5 gradi. Le alte temperature, infatti, non permettono alla poca neve caduta di formarsi e di sciogliersi in primavera per defluire nei corsi d’acqua fino a valle. La situazione non cambia da mesi. La presenza costante di alta pressione sull’Europa centro-occidentale dura ancora oggi e insiste ancora sulle stesse zone. Questo impedisce il passaggio delle correnti atlantiche che portano piogge. Il Sud, invece, non si trova in queste condizioni perché riceve le correnti atlantiche che dovrebbero arrivare al Nord.

Le conseguenze della siccità

La mancanza di precipitazioni ha reso più arido il terreno, meno verde rispetto all’anno precedente. L’acqua, che arriva a valle, serve a nutrire il territorio e ad alimentare l’agricoltura e l’allevamento. Una sua carenza metterebbe in crisi le filiere causando ulteriori problemi ad un settore che soffre già l’aumento dei prezzi dell’energia di alcune materie prime. Questo, poi, si rifletterebbe sui prezzi dei prodotti, che costeranno di più ai consumatori. L’assenza di acqua nel suolo, inoltre, lo rende più arido e meno capace di assorbire precipitazioni future. Questo aumenta il rischio di frane o alluvioni.

Il bacino padano

Le condizioni idrologiche e climatiche nel distretto del Fiume Po sono sempre più critiche. L’assenza totale di precipitazioni ha raggiunto quota 100 giorni, allungando l’incidere progressivo delle condizioni di grave e severa prolungata siccità lungo il corso del Grande Fiume fino al Delta.

Secondo l’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po a temperatura invernale troppo alta, il vento e la mancanza di neve hanno causato un quadro complessivo sempre più deficitario, che mette a rischio l’agricoltura, l’habitat naturale, la produzione di energia idroelettrica.

Anche la situazione degli affluenti non è rosea. I deficit sono molto elevati sia negli affluenti a maggior regime torrentizio del settore Appenninico, sia in quelli di destra idraulica. Trebbia, Secchia e Reno sono ai minimi storici di periodo dal 1972 e le portate di Dora Baltea, Adda e Ticino si sono ridotte mediamente del –75%.

Il Po a marzo 2021 e a marzo 2022 (fonte Autorità di bacino distrettuale del Fiume Po)

Il caso Milano: perché non piove più

«Una recente analisi di MeteoSvizzera, ARPA Piemonte e ARPA Lombardia ha rilevato un’anomalia di temperatura di ben +2.1 °C rispetto alla norma 1991-2020, mentre per le precipitazioni si registra un deficit medio del 65%». Con questa frase Mattia Gussoni, tecnico Meteorologo e Redattore de IlMeteo.it ha descritto la particolare situazione della regione Lombardia e non solo. Lo abbiamo intervistato per approfondire la situazione climatica della città di Milano.

A Milano si sono registrati solo 7 giorni di pioggia tra dicembre e gennaio. Perchè quest’inverno non ha piovuto?

In queste settimane stiamo registrando condizioni climatiche anomale e per certi versi allarmanti su buona parte dell’Italia: oltre alle temperature sopra la media, sono state soprattutto le precipitazioni a mancare. Il motivo di questi ultimi mesi anomali va ricercato nella particolare configurazione sinottica. Analizzando il quadro meteorologico europeo emerge che una vastissima area di alta pressione si distende dall’oceano Atlantico fino al cuore del continente. Questa disposizione pressoria si chiama blocco atmosferico e possiamo identificarlo come una bolla anticiclonica, letteralmente “inchiodata” e costretta dunque a stazionare in un ampia zona per molto tempo.

In assenza della pioggia si sono manifestati in questi mesi diverse bufere di vento. I fenomeni sono collegati?

Si, i fenomeni sono strettamente collegati. La causa va ricercata ancora una volta nella particolare configurazione sinottica a livello europeo. Ad inizio Febbraio il transito di un vortice ciclonico ha dato il via ad un fase burrascosa su buona parte del nostro Paese. La differenza di pressione che si è creata tra il campo anticiclonico e il ciclone con centro motore sul basso Tirreno, ha causato raffiche di vento ad oltre 100 km/h sull’arco alpino.

Particolarmente colpita è stata anche la città di Milano, dove le raffiche hanno raggiunto i 95 km/h nell’area del Parco Lambro, un valore mai raggiunto nel capoluogo lombardo negli ultimi 10 anni.

C’è una correlazione tra questi fenomeni e il cambiamento climatico?

Negli ultimi cinquant’anni sono aumentate le condizioni siccitose in Europa meridionale, Nord Italia compreso, come conseguenza dei cambiamenti climatici in corso.

I fattori scatenanti di questi episodi sono legati a diversi meccanismi. Nei primi anni 2000 si è verificata una transizione importante. Prima, gli eventi siccitosi erano scatenati soprattutto da un’evapotraspirazione (dal suolo e dalla vegetazione) al di sopra della norma, associata a temperature sopra la media. Successivamente, le siccità sono invece state generate da un cambiamento nella distribuzione temporale delle precipitazioni. Negli ultimi 20 anni si sono spesso alternati eventi di precipitazione molto intensa intervallati da periodi secchi sempre più lunghi.

Che impatto ha questa situazione meteorologica sulla siccità ?

I dati elaborati dal bollettino mensile del Drought Observatory del CNR mostrano una situazione di deficit pluviometrico su gran parte del Nord Italia. Nella mappa possiamo vedere le zone colorate in rosso, ovvero quelle che maggiormente stanno soffrendo la mancanza di acqua: sono Emilia Romagna, Marche, Toscana e tutto il Nordovest a rappresentare le situazioni più critiche al momento, con valori estremi di siccità.

A risentirne maggiormente di questo blocco atmosferico sono soprattutto i fiumi e i laghi.  A preoccupare è anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell’arco alpino ed appenninico e il cui valore, soprattutto nella parte lombarda e piemontese, registra un –58%. Una situazione che mette a rischio le coltivazioni che avranno bisogno di acqua per crescere al risveglio vegetativo favorito da un inverno mite.

Mappa della siccità in Italia (fonte Drought Observatory)
Come influisce questo clima sull’inquinamento di Milano e della Lombardia?

La maggiore stabilità atmosferica dovuta alla presenza di un’area anticiclonica e l’assenza di vento ha favorito il ritorno delle nebbie su diverse aree di pianura del Nord. Uno scenario che purtroppo favorisce l’accumulo di smog nei bassi strati con conseguente peggioramento della qualità dell’aria in particolare intorno alle grandi aree urbane e non solo dove permane la nebbia.

Si può fare una previsione su quando tornerà a piovere?
Mappa previsionale per Aprile (fonte IlMeteo.it)

Dopo tante settimane di dominio anticiclonico sull’Europa centro-occidentale, proprio con l’inizio del prossimo mese di Aprile qualcosa potrebbe sbloccarsi a livello atmosferico: le condizioni meteo potrebbero subire un deciso scossone verso condizioni decisamente più instabili e perturbate.
Allargando il nostro sguardo all’intero emisfero possiamo vedere come già con i primi giorni di Aprile potrebbe riaprirsi la famigerata Porta dell’Atlantico, portando di conseguenza fasi meteo decisamente piovose per molte regioni italiane. La conseguenza più diretta sarebbe quella di avere un surplus di precipitazioni, specie al Centro-Nord, cosa che non accade ormai da diverse settimane.

Pasquale Febbraro

CLASSE 1998, BRINDISINO TRAPIANTATO A MILANO. IL PRIMO APPROCCIO CON IL GIORNALISMO E' AVVENUTO GRAZIE ALLA RADIO: È STATO AMORE A PRIMA VISTA. SONO UN APPASSIONATO DI SPORT A 360 GRADI, CON UNA SERIA DIPENDENZA DAL CALCIO.

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