La città di Milano si prepara a fronteggiare un’altra emergenza siccità per l’estate 2023. Abbiamo intervistato Luigi Mariani, un esperto climatologo. Ed Elena Grandi, Assessora all’Ambiente e al Verde del Comune di Milano, per capire cosa si sta facendo per prevenire l’emergenza.
Le precipitazioni mancanti
Mancano Centocinquanta millimetri di pioggia a Milano. Questa la stima di Luigi Mariani, professore di Agroclimatologia all’Università di Brescia e fondatore del servizio meteorologico della Lombardia. «Il problema è la siccità idrologica. Manca acqua sui monti, non c’è stata neve e questo si ripercuote sui corsi d’acqua che rimarranno a secco».
Se da qui a giugno non recupereremo le precipitazioni mancanti, Milano sarà costretta ad affrontare un’altra estate minacciata dallo spauracchio della siccità. Quali saranno le problematiche che toccheranno direttamente i cittadini?
Il 2022 è stato un anno tragico per il capoluogo lombardo. Da quanto emerso dalla stazione metereologica più antica di Milano, il 2022 coi suoi 511 mm è stato l’anno con meno precipitazioni dal 1764, quando sono iniziate le misurazioni. Il 2023 non si preannuncia altrettanto disastroso, ma «abbiamo esaurito le riserve idriche ordinarie la scorsa annata, questa estate partiamo già in deficit». Il professor Mariani ha aggiunto che le situazioni più negative sono in Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto e Friuli, dove si sono perse oltre il 60% delle piogge, soprattutto nella parte nord della Lombardia.
Sarà dura anche per le regioni che hanno avuto delle precipitazioni regolari: «Ad esempio l’Emilia Romagna è a posto come precipitazioni, ma il Po è a livelli troppo bassi per permettere l’irrigazione».
Il problema delle falde acquifere
C’è anche l’acqua che non vediamo, quella che scorre e si raccoglie nel sottosuolo: fiumi sotterranei e, soprattutto, falde acquifere. A livello planetario circa il 30% di tutta l’acqua dolce del mondo si trova nelle riserve sotterranee, contro l’1% di quella presente nei corpi idrici superficiali, come fiumi o dighe. «Quella di Milano è molto profonda, arriva a oltre 200 metri, quindi perché dia problemi deve passare molto tempo», ha rassicurato il professor Mariani, «però la falda inizia a risentire negli strati più esterni».
Nessun problema per l’acqua potabile milanese? Neanche il mondo politico appare preoccupato: «Quella che noi beviamo e che viene utilizzata è quella di terza falda, la più profonda, che viene poi trattata e distribuita in tutta la città», ha confermato in un’intervista esclusiva Elena Grandi, Assessora all’Ambiente e al Verde per il Comune di Milano. «Noi non abbiamo carenza idrica, la falda è ancora ricca. Non sappiamo per quanto lo rimarrà, ma finché potremo sfruttarla al posto degli acquedotti l’acqua potabile non sarà un problema».
Il verde pubblico a Milano
Per la città la prima grande sfida alla carenza d’acqua si giocherà sulla difesa del suo verde pubblico: «Rispetto allo scorso anno abbiamo messo in campo una serie di azioni per contenere la siccità, che ci sarà di sicuro», ha continuato l’assessora, «la prima azione riguarda gli impianti d’irrigazione cittadini. Li stiamo sistemando e verificando in anticipo rispetto al solito. Effettuiamo le bagnature e irrighiamo non tutti i giorni, ma un paio di volte a settimana». Una strategia di prevenzione che il Comune sta adottando per la prima volta.
«Stiamo anche collegando gli impianti d’irrigazione ai pozzi di falda più vicini, per sfruttare quell’acqua nell’irrigare il verde pubblico», ha aggiunto l’Assessora. «I pozzi di falda sono stati costruiti anni fa per controllare il livello. Ma per ogni soluzione c’è un problema in più. Per ogni pozzo bisogna pensare a delle pompe e queste consumano energia».
La situazione della falda non è la stessa ovunque, s’iniziano a vedere delle differenze. «Nel sud di Milano l’acqua si trova a pochissimi metri dal suolo, mentre al nord la situazione è più complessa e si trova più in profondità», ha commentato Grandi. Per il verde pubblico l’acqua nel sottosuolo sarà essenziale: «Alcuni parchi sono già bagnati esclusivamente da essa. Compatibilmente con le risorse, il fine è usare sempre più pozzi di falda per irrigare».
Sprechi d’acqua e nuove sfide
Il problema degli sprechi d’acqua oltrepassa l’ambito locale. Diventa un ostacolo di natura nazionale: «Milano è una città molto virtuosa, presa a modello in tutta Europa per l’utilizzo responsabile delle risorse. Penso che a livello nazionale il tema degli allevamenti e dell’agricoltura intensiva stia influendo nell’utilizzo dell’acqua».
Molte piante la scorsa estate sono morte, e dall’autunno sono iniziate le operazioni di sostituzione degli alberi su tutta l’area urbana. «I nuovi reimpianti di alberi vengono fatti tra novembre e la fine di marzo, perché quando entrano in fase vegetativa i fusti non possono più essere spostati. Stiamo cercando di mettere a dimora gli alberi in sostituzione di quelli dell’anno scorso, in aree già con impianti d’irrigazione o con un facile accesso per le autobotti. Quelli deceduti non erano solo alberi giovani, ma anche piante vecchie che di solito riescono a prendere l’acqua autonomamente, grazie alla profondità delle radici. Che non ci siano riusciti è allarmante».
Ed è impossibile credere di poter dare acqua anche agli alberi adulti, in quanto «è impensabile poter bagnare trecentomila alberi, non potremmo farcela neanche se avessimo l’esercito. Stiamo prenotando il numero più alto possibile di autobotti così da iniziare le bagnature in primavera invece che a luglio».
La nuova Milano a basso apporto idrico
Milano per via della siccità è destinata a cambiare, sospinta dall’emergenza idrica, verso un modello di città ancora più sostenibile: «Stiamo progettando e inseriremo nei nostri prossimi capitolati di gara un diverso concept di pianificazione urbana», ha anticipato l’Assessora Grandi. Ad esempio «il prato dei parchi sarà tagliato meno spesso e mantenuto più folto, per trattenere meglio l’umidità. Non parlo di avere l’erba alta un metro, ma averla dieci centimetri invece che cinque può portare una grossa differenza. Dobbiamo anche iniziare a pensare che le nuove piante e gli arbustivi che immettiamo nel nostro verde pubblico debbano essere a basso apporto idrico. Ci sono piante ipoallergeniche che hanno meno bisogno d’acqua, dobbiamo riprogettare il nostro verde a partire da esse».
Previsioni future
Milano dovrà abituarsi a trascorrere delle estati ogni anno più torride? La prospettiva degli esperti non rispecchia appieno gli allarmismi: «Io ragiono su misure secolari», ha dichiarato il professor Mariani, «A livello termico le temperature sono aumentate e continuano ad aumentare, ma a livello pluviometrico i dati sono sempre stati stazionari. Il 2022 è stato un’anomalia rispetto alle annate precedenti, e non rispecchia una curva in crescita. Con le temperature osserviamo un trend deciso ogni anno a partire dagli anni ’80. Questo non è ancora avvenuto con le precipitazioni, anzi vedo una certa stazionarietà perché solo le ultime due annate sono state negative. La siccità poi è solo Padana, si tratta di un’area troppo circoscritta».