Il consorzio Eurofusion, con sede ad Oxford, ha tenuto una conferenza stampa il 9/02/22 riguardo ai risultati ottenuti sulla fusione nucleare. Ricercatori europei e italiani hanno condotto l’esperimento presso l’impianto Jet (Joint European Torus). Il risultato è stato la produzione di 59 megajoules in 5 secondi. «Abbiamo dimostrato che possiamo creare una mini-stella accesa dentro la nostra macchina. Entriamo in un’altra dimensione» ha dichiarato Joe Milnes a capo delle operazioni. L’energia da fusione nucleare è green, efficiente e a basso costo, fattore cruciale in un periodo in cui il prezzo dei combustibili fossili, specialmente il gas naturale sono aumentati e rappresentano un fattore geopolitico determinante.
IL RISULTATO
Nel più importante reattore di ricerca al mondo, situato ad Culham, in Inghilterra, lavorano 4.800 scienziati provenienti da 28 paesi europei e l’Italia è in prima linea tramite Enea (ente pubblico di ricerca italiano per lo sviluppo e per l’ambiente). «Se possiamo mantenere la fusione per cinque secondi possiamo farlo per cinque minuti e poi per cinque ore nelle prossime macchine future» ha dichiarato Tony Donnè, responsabile del programma europeo Eurofusion. La quantità di energia prodotta è sufficiente per alimentare appena una sessantina di bollitori per il tè ma rappresenta una svolta rispetto al primo esperimento del 1997 in cui venne prodotta la metà dell’energia.
PROSPETTIVE FUTURE
I successi compiuti dall’Eurofusion nel Jet dovrebbero alimentare i futuri esperimenti di Iter, che sarà il più grande progetto di fusione nucleare al mondo. In costruzione in Francia, costa più di 20 miliardi di dollari.
La fusione nucleare è un processo dai lenti progressi. Tuttavia negli ultimi anni ha suscitato di nuovo interesse per combattere il cambiamento climatico. Si tratta infatti di energia pulita in quanto non emette gas serra e una piccola quantità di combustibile potrebbe alimentare una casa per centinaia di anni. «È un passo cruciale verso la produzione di energia abbondante eco-sostenibile» ha dichiarato Maria Chiara Carrozza, la presidente del Consiglio Nazionale delle ricerche.