Il nostro Paese può arrivare a produrre tutta la sua energia elettrica da fonti rinnovabili. A dirlo è uno studio commissionato dalle associazioni ambientaliste Greenpeace Italia, Legambiente e WWF Italia e presentato lunedì 12 giugno dal think tank climatico ECCO e dalla società di ottimizzazione Artelys.
Il rapporto arriva a pochi giorni dal 30 giugno, data di scadenza per la revisione del Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec). Il Pniec è la strategia con cui gli Stati membri dell’Unione europea individuano politiche e misure per raggiungere gli obiettivi di transizione climatica ed energetica entro il 2030.
Le tappe per raggiungere l’obiettivo di energia 100% green
Nello studio si sottolinea la necessità di incrementare le rinnovabili di 90 gigawatt rispetto alla capacità installata del 2021. Ma anche di aumentare ogni anno di circa otto volte i livelli di installazione di capacità rinnovabile. Il traguardo sarebbe arrivare al 2035 con una capacità installata di energie rinnovabili pari a circa 250 GW, equivalente a quasi 450 terawattora (TWh) di produzione nazionale.
Primo obiettivo: abbandonare il gas
Secondo il think tank ECCO, per raggiungere obiettivi così ambiziosi è necessario innanzitutto smettere di usare il gas fossile come fonte energetica entro il 2035. Gli unici impianti di generazione termoelettrica che continueranno a essere usati dovranno essere quelli con alimentazione a idrogeno e biogas.
Una linea, questa, che si discosta dall’idea del governo Meloni di rendere l’Italia un hub del gas del Mediterraneo: il cosiddetto “Piano Mattei”, infatti, prevede sì una progressiva eliminazione del gas russo a partire dal 2024, ma a fronte di un’intensificazione delle forniture da Algeria e Libia.
Velocizzare le autorizzazioni
Per rendere più efficiente l’installazione di nuovi impianti di energia rinnovabile è fondamentale verificare, secondo il rapporto, che le Regioni e i comuni svolgano le attività amministrative necessarie per far procedere gli interventi.
Non solo: nello studio si legge che servirebbero dei criteri nazionali uniformi per fare in modo che le Soprintendenze del ministero della Cultura non possano prendere decisioni discrezionali quando si tratta di opporsi a nuovi progetti , come ad esempio l’installazione di pannelli fotovoltaici o di nuove pale eoliche.