Negli Usa gli agricoltori si trovano di fronte a una crescente minaccia: l’avanzata delle erbacce nocive. Piante selvatiche come la kochia, il waterhemp e il giant ragweed si fanno strada attraverso le pianure settentrionali e il Midwest.
La problematica emerge in un momento in cui i prodotti chimici utilizzati per controllarle stanno perdendo efficacia. Un fenomeno iniziato nell’ultimo decennio e di cui si inizia a parlare solo nel 2024, a seguito di una riduzione costante degli investimenti in ricerca e sviluppo delle aziende chimiche. Vediamo il problema più da vicino.
Le erbacce super resistenti
Recenti interviste a una ventina di agricoltori, scienziati, specialisti delle erbacce e dirigenti aziendali, insieme alla revisione di otto articoli accademici pubblicati a partire dal 2021, hanno evidenziato come queste erbacce stiano soppiantando i raccolti in Stati Usa come il North Dakota, l’Iowa, il Wisconsin e il Minnesota.
«Ci troveremo di fronte a grossi problemi entro i prossimi 10 anni», ha affermato Ian Heap, direttore dell’International Survey of Herbicide Resistente Weeds (ISHRW). Si tratta di un gruppo di scienziati sparsi in oltre 80 Paesi che mantiene un database globale. «Ci aspetta una vera scossa».
L’efficacia ridotta di erbicidi comuni come il più noto, il glifosato, sta influenzando la produzione di mais, soia, barbabietole da zucchero e altri raccolti. Nel database globale del ISHRW si registra una diminuzione dell’efficacia del glifosato su 361 specie di erbacce, di cui 180 negli Stati Uniti.
In aggiunta, 21 specie di erbacce a livello globale hanno mostrato resistenza al dicamba, il più recente principio attivo introdotto negli Stati Uniti nel 2017. E anche al Foramsulfuron, al’Isoxadifen e a molti altri degli erbicidi rilasciati negli ultimi decenni. Le piante si stanno abituando, o meglio si stanno assuefacendo, ai prodotti chimici che servono per combatterle.
Impatto e Risposta
Il fenomeno rappresenta una minaccia concreta per i raccolti e la sicurezza alimentare. Tutto in un periodo in cui gli agricoltori statunitensi stanno già affrontando l’inflazione e condizioni meteorologiche estreme legate al cambiamento climatico.
Alcune erbacce, come la kochia, possono ridurre i raccolti fino al 70% se non controllate. Gli agricoltori, come Bob Finken del North Dakota, hanno rilevato che né il dicamba né il glifosato sono riusciti a eliminare la kochia. Questo ha costretto Finken e altri a rimuovere le erbacce manualmente o con attrezzature agricole, rischiando di danneggiare macchinari costosi.
Ma anche in Italia il problema delle erbe selvatiche si fa sentire. Spesso il glifosato non basta a “bruciare” o a seccare una infestante, e si deve ricorrere alla manodopera o a metodi alternativi molto più costosi.
Limitazioni e Sfide dell’Industria
Le aziende chimiche, tra cui Bayer, Corteva e FMC, sottolineano che processi di sviluppo e regolamentazione più lunghi hanno limitato l’introduzione di nuovi prodotti per combattere la resistenza delle erbacce. I regolatori internazionali sono diventati più rigorosi riguardo agli impatti ambientali e sanitari dei nuovi prodotti.
Non per niente la spesa per la ricerca e lo sviluppo delle multinazionali del settore è scesa al 6,2% delle entrate di vendita nel 2020, rispetto all’8,9% nel 2000. Si investe meno in ricerca, si innova di meno. E di conseguenza si è più esposti a rischi nella difesa delle coltivazioni.
Mentre l’industria chimica cerca di adattarsi a processi regolatori più stringenti e a una ricerca innovativa, gli agricoltori sono costretti a ricorrere a metodi alternativi di controllo delle erbacce. Alcuni più naturali, altri discutibili se non addirittura nocivi per l’ambiente e l’ecosistema. Tutto per proteggere i raccolti e garantire la sicurezza alimentare futura.