Critiche al New York Times per il titolo sul Primo Ministro Attal

Il New York Times, dopo aver presentato il Primo Ministro francese Gabriel Attal come apertamente omosessuale, si è attirato numerose critiche. L’indignazione ha riguardato la formula scelta dal quotidiano newyorchese, giudicata da alcuni omofoba o superflua.

L’articolo del New York Times

«Gabriel Attal è il più giovane Primo Ministro francese e il primo apertamente gay». Con queste parole, il 9 gennaio, il New York Times ha dato notizia sui suoi canali dell’insediamento del nuovo capo dell’esecutivo. Attal ha ricevuto la nomina dal presidente Emmanuel Macron, che gli ha conferito l’incarico dopo le dimissioni di Élisabeth Borne.

Nell’articolo, il quotidiano ha correttamente ricostruito la carriera politica di Attal, già Ministro dell’Istruzione. Inoltre ha anche menzionato un recente sondaggio  che lo indica tra i politici più popolari in Francia. Questo è certamente uno dei fattori che hanno spinto Macron a nominarlo, oltre alla vicinanza politica che li accomuna dal 2016.

Le reazioni online
Il Primo Ministro francese, Gabriel Attal

A proposito dell’omosessualità di Attal, il testo dell’articolo constatava come il giovane politico avesse già detenuto un primato in questo senso. Era infatti salito agli onori della cronaca come primo Ministro omosessuale nella storia del governo transalpino. Questo genere di sottolineature, a partire da quella nel titolo, hanno scatenato sul web reazioni indignate.

«Perché il suo orientamento sessuale è così importante?», chiede un’utente su Instagram. «Il fatto che sia gay non è per nulla sottolineato in Francia», osserva un altro. «Sono francese e nemmeno sapevo che fosse gay», conferma una terza. A fronte di quelli che giudicano il dato irrilevante, c’è anche chi la legge come una mossa strategica da parte di Macron. Il presidente francese sta infatti perdendo popolarità, specialmente per il suo spostamento a destra sui temi di immigrazione e sicurezza.

Le accuse precedenti al giornale

Senza dover scavare troppo nella storia del quotidiano, è possibile individuare altri casi in cui il New York Times aveva sollevato analoghe polemiche. In una prima occasione l’infelice scelta di parole era stata: «Può una crociera gay tenere più di 4,700 persone al sicuro dal Covid?». L’articolo incriminato raccontava di una crociera di sette giorni organizzata nel 2021in collaborazione con VACAYA, una compagnia LGBTQ+. In piena diffusione della variante Omicron la compagnia era stata messa sotto controllo dal CDC (Centro per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie).

L’articolo del New York Times puntava a ricostruire la vicenda, ma aveva forse indugiato troppo  sui lati più spettacolarizzabili. Tra le righe emergeva un ritratto della nave come di un luogo di festini fuori controllo e questa lettura aveva immediatamente ricevuto accuse di omofobia.

La satira del New York Times su Putin e Trump

Quello della crociera non è l’unico caso. Nel 2018 era finito al centro delle polemiche un breve cartone animato, pubblicato dal quotidiano statunitense, che faceva satira su Vladimir Putin e Donald Trump presentando il loro rapporto politico come una relazione sentimentale. Anche in quel caso la narrazione dell’episodio aveva suscitato accuse di omofobia.

A cura di Davide Aldrigo

 

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