Lo scontro tra Benjamin Netanyahu ed Elon Musk volge al termine. Il multimiliardario sudafricano ha trovato l’intesa con lo Stato Ebraico: il sistema satellitare Starlink di SpaceX potrà essere utilizzato in territorio israeliano, inclusa la Striscia di Gaza. L’unico limite sarà l’autorizzazione preventiva di Tel Aviv. Ad annunciarlo, il Ministro delle Comunicazioni israeliano Shlomo Karhi con un tweet su X pubblicato la mattina del 27 novembre.
Le resistenze di Israele
L’accordo arriva dopo un mese di frizioni tra Israele e Musk. Il 28 ottobre, aveva infatti proposto di usare i suoi satelliti per portare internet a Gaza, sulla scia di quanto fatto in Ucraina e in Emilia Romagna durante l’alluvione. I suoi 5mila satelliti sono in grado di garantire una connessione Internet senza fili in territori a corto di infrastrutture tradizionali, come la Striscia.
La proposta aveva suscitato lo sdegno del governo israeliano, dichiaratosi pronto a tutto per impedire l’intervento di SpaceX a Gaza. Per il gabinetto di guerra a guida Netanyahu-Gantz è infatti fondamentale evitare che Hamas sfrutti la connessione internet per i suoi fini terroristici. E l’accordo appena siglato si muove in questa direzione: Israele vigilerà sui satelliti, per assicurarsi che vengano usati solo per fini umanitari.
Le accuse di antisemitismo
La proposta di estendere la connessione internet alla Striscia non era stata comunque l’unico motivo di attrito tra Musk e il governo israeliano. Il miliardario aveva infatti ricevuto critiche due settimane fa per aver appoggiato apertamente un commento antisemita su X, il social network di sua proprietà. Il post incriminato riportava dichiarazioni vicine alle teorie del complotto della sostituzione etnica, accusando gli ebrei di alimentare lo stesso tipo di odio che li vede colpiti. Al commento di questo utente, Musk aveva ribattuto «Hai detto la pura verità», suscitando un’ondata di critiche su di sé. A seguito dell’episodio, Ibm e la Commissione europea, come riporta Bloomberg, hanno ritirato tutti i loro annunci pubblicitari dalla piattaforma. Anche politici di rilievo, come la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, hanno dichiarato di voler lasciare la piattaforma: «In questi ultimi anni X è diventato un’arma di distruzione di massa delle nostre democrazie».
La visita al kibbutz
Dopo l’annuncio dell’intesa, Musk ha visitato, insieme a Netanyahu, Kfar Aza, uno dei kibbutzim più colpiti dall’operazione Diluvio Al-Aqsa lanciata da Hamas lo scorso 7 ottobre. Il patron di Tesla e SpaceX ha avuto un colloquio cordiale con il Premier e con il segretario del Consiglio Regionale Yossi Keren e si è detto pronto a finanziare gli ospedali israeliani, la Croce rossa e la futura ricostruzione della Striscia di Gaza.
di Ettore Saladini e Davide Aldrigo