Il presidente americano Joe Biden e il premier cinese Xi Jinping si sono incontratu mercoledì 15 novembre a San Francisco. I leader delle due principali economie mondiali non si parlano dal G20 a Bali nel novembre 2022. Un’occasione più che rara, considerando che l’ultima volta che Xi è atterrato negli Stati Uniti è stata nel lontano 2017 per i colloqui con l’allora presidente Donald Trump in Florida. Il primo capo di Stato cinese ad aver viaggiato per gli Usa fu Li Xiannian negli anni ’80, aprendo la strada ai successori. Dopo di lui altri 4 hanno preso il suo posto, incluso Xi attualmente in carica, ma solo uno non hai messo piede in America.
La visita diplomatica potrebbe anche essere un momento di riconciliazione per ricucire le relazioni ostili dovute all’abbattimento del sospetto pallone spia cinese che transitava nei cieli statunitensi a febbraio.
I temi principali della discussione
Sono numerosi i punti sull’agenda politica in vista dell’Apec (Asia-Pacific Economic Cooperation), il vertice Usa-Cina Asia-Pacific inaugurato nel 1989 allo scopo di favorire la cooperazione economica, il libero scambio e gli investimenti in quell’area. La discussione verterà sulla guerra Israele-Hamas, oltre che sull’invasione russa dell’Ucraina. Sul tavolo anche i legami della Corea del Nord con la Russia, la situazione a Taiwan e la regolamentazione dell’intelligenza artificiale. Il focus principale sarà però sulla repressione dell’esportazione di fentanil.
Un accordo per fermare l’esportazione di fentanil
Il potente analgesico è ritenuto essere il principale colpevole di un’epidemia di droghe sintetiche tra gli americani. L’anno scorso gli Stati Uniti hanno segnalato 110.000 decessi per overdose, di cui oltre due terzi legati al fentanil. Secondo la Drug Enforcement Administration, l’oppiode arriverebbe negli Stati Uniti dalla Cina attraverso i cartelli della droga messicani. Xi Jinping perseguirà le aziende chimiche per fermare il flusso di fentanil mentre Biden bloccherà le restrizioni sull’istituto di polizia forense di Pechino.
In cerca di un possibile equilibrio
“In un momento in cui entrambi affrontano sfide interne e di politica estera, c’è meno voglia di inseguirsi a vicenda e più incentivo a stabilizzare la loro relazione”. Queste le parole di Yun Sun, direttore del Programma Cina presso il think tank Stimson Center di Washington.
L’obiettivo principale di Xi è la riduzione della dipendenza dal mercato cinese. Per Pechino, invece, si tratterebbe di un tentativo di fermare la sua ascesa, in particolare nel settore tecnologico. Lo stesso vale per il crescente sostegno americano nei confronti Taiwan, una democrazia autogovernata che la Cina cerca di annettere al Paese.