Ciclo illegale del cemento, inquinamento del mare tra rifiuti e maladepurazione, pesca di frodo. Secondo l’ultimo rapporto «Mare Monstrum» di Legambiente, nel 2022 i reati ambientali lungo le coste italiane sono stati 19.530, più del 3,2 per cento rispetto al 2021. Si contano, invece, 44.444 illeciti amministrativi, cresciuti del 13,1 per cento.
Quasi 9 infrazioni per ogni chilometro di costa
Come spiega l’associazione, in Italia c’è una media di 8,7 infrazioni per ogni chilometro di costa. Il principale crimine contro l’ambiente è il ciclo illegale del cemento, che da solo rappresenta il 52,9% degli ecoreati. In questa categoria rientrano l’occupazione del demanio marittimo, le cave illegali, l’abusivismo edilizio e gli illeciti negli appalti per le opere pubbliche. È seguito da fenomeni legati all’inquinamento con 4.730 reati e dalla pesca di frodo con quasi 4mila.
Il problema maggiore è la depurazione delle acque
La maladepurazione resta una delle principali emergenze croniche da affrontare. A oggi sono quattro le procedure d’infrazione decise dall’Unione europea e attive nei confronti dell’Italia in tema di collettamento, fognatura e depurazione. «Dopo mesi di inspiegabili ritardi, nelle scorse settimane è stato nominato il nuovo commissario straordinario per la depurazione», ricorda Legambiente. Per questo motivo, tra le otto proposte presentate al Governo Meloni, l’associazione ambientalista chiede di «rilanciare a livello nazionale e su scala locale la costruzione, l’adeguamento e la messa in regola dei sistemi fognari e di depurazione, migliorando in generale l’intero sistema di gestione, integrando il ciclo idrico con quello dei rifiuti».