La Commissione europea ha approvato un nuovo accordo per consentire il libero trasferimento dei dati posseduti dalle aziende tra Unione Europea e Stati Uniti.
Il 10 luglio la Commissione ha riconosciuto che gli USA offrono garanzie sufficienti sul trattamento dei dati personali. In questo modo le piattaforme digitali statunitensi potranno trattare con più facilità i dati personali degli utenti europei.
Come si è arrivati all’accordo
L’approvazione del nuovo accordo è arrivata dopo due anni di negoziati tra Unione europea e Stati Uniti. A ottobre 2022, il presidente americano Joe Biden aveva firmato un ordine esecutivo che fissava requisiti più stringenti per l’accesso ai dati europei da parte delle agenzie di intelligence.
A inizio luglio 2023, il dipartimento di Giustizia statunitense ha annunciato di aver completato le procedure di adeguamento. Il risultato è stato il Data Privacy Framework, il nuovo quadro normativo per la protezione dei dati.
Cosa prevede l’accordo
In termini tecnici, la Commissione ha approvato una “decisione di adeguatezza” per il Data Privacy Framework. Si tratta di uno strumento contenuto all’interno del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR). Il suo obiettivo è fissare alcuni criteri per stabilire se un Paese esterno all’Ue offra livelli di protezione dei dati compatibili con quelli europei. Chi rientra in questi parametri può trasferire le informazioni senza richiedere ulteriori autorizzazioni da parte dell’Unione.
L’accordo prevede anche la creazione di un nuovo organismo che darà ai cittadini dell’Ue la possibilità di fare ricorso contro le agenzie di intelligence statunitensi in caso di sospetto di uso improprio dei dati.
Il precedente dello Scudo per la privacy
Il nuovo accordo va a sostituire lo “Scudo UE-USA per la privacy”. Nel 2020 la Corte di giustizia dell’Unione Europea aveva bloccato questa intesa per gli scambi di dati personali a scopo commerciale. A far scattare il blocco era stata una denuncia da parte di Max Schrems. L’attivista, che si occupa di privacy, aveva contestato le attività dell’intelligence americana sui dati europei.