Fino al 2026 ogni guardia medica potrà seguire fino a mille pazienti. Questa decisione è stata presa dopo l’emendamento al decreto legge Inps, approvato il 28 giugno 2023. Servirà a far fronte alla grave carenza di medici di base. In Italia ne manchino quasi 3mila e molti studi hanno già in carico 1.500 pazienti, il massimo consentito. La grande emorragia continuerà almeno fino al 2025: secondo le stime dell’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) ci saranno a disposizione 36.628 professionisti. Nel 2002 erano oltre 46mila e nel 2021 erano 40mila. Con la correzione al dl, a firma Marta Schifone (Fdi), 1,5 milioni di cittadini avranno accesso all’assistenza di base.
Cosa prevede l’emendamento
L’emendamento prevede la possibilità che i medici del “ruolo unico” (ex guardie mediche) ricevano fino a 1.000 persone, anziché le 650 attuali. Hanno a disposizione 24 ore a settimana. «Nel quadro di gravi carenze di professionisti che affligge molte aree del Paese, un provvedimento emergenziale come questo – ha affermato Tommasa Maio, segretario nazionale della Federazione italiana medici di medicina generale Continuità assistenziale (Fimmg Ca) – è importantissimo per contenere i danni della mancata programmazione. Soprattutto se paragonato all’inerzia delle Regioni, che lamentano carenze di medici, ma continuano a causare ritardi nella pubblicazione dei bandi per la formazione delle nuove leve della medicina generale».
C’è ancora molto da fare
La segretaria Generale di Cittadinanzattiva Anna Lisa Mandorino. esprime sollievo. «Quella di oggi ci sembra una buona notizia – dice Mandorino – perché consentirà di evitare che milioni di cittadini restino senza medico di famiglia e aiuterà a garantire il funzionamento della continuità assistenziale. Chiaramente, c’è ancora molto da fare. Il problema delle carenze è un tema nazionale, una questione che riguarda drammaticamente il Nord Italia ma che è sempre più sentito anche in molte aree del Sud».