Sorveglianza rafforzata e multe fino a 6,88 milioni di dollari per le piattaforme digitali che diffondono disinformazione. Sono questi i punti chiave della nuova proposta di legge del governo australiano, presentata sabato 24 giugno per aumentare il controllo su social media, motori di ricerca e perfino app di incontri.
La proposta di legge, nel dettaglio
La legge si chiama Communications Legislation Amendment (Combatting Misinformation and Disinformation) Bill 2023. Secondo la prima bozza rilasciata dal governo, l’Autorità australiana delle comunicazioni (ACMA) potrà ritenere le piattaforme digitali responsabili di informazioni fuorvianti o deliberatamente ingannevoli online.
Per la prima volta, l’ACMA potrà accedere alla documentazione interna dei prestatori di servizi online relativa alla disinformazione sulle loro piattaforme. Per l’Autorità è prevista inoltre la possibilità di richiedere agli intermediari digitali di conservare dei registri su questioni relative alla disinformazione e di consegnarli su richiesta.
Le piattaforme di social media, gli aggregatori di notizie e i podcast sarebbero tutti soggetti ai nuovi poteri del regolatore. L’ACMA ha consultato i social media durante la stesura del disegno di legge. «L’autorità di regolamentazione sarà in grado di osservare gli ingranaggi delle piattaforme e capire quali misure stanno adottando per rispettare la nuova normativa», ha dichiarato la ministra australiana delle Comunicazioni, Michelle Rowland.
Codice di condotta e standard di settore
La proposta di legge prevede anche altre misure. Come la richiesta all’industria digitale di sviluppare un “codice di condotta”, con l’elenco delle misure previste per combattere la disinformazione. In caso di violazione, le multe potrebbero arrivare a 2,75 milioni di dollari o al 2% del fatturato globale delle aziende.
Se il codice di condotta si rivelasse insufficiente, l’ACMA potrebbe creare e applicare uno standard di settore. Le sanzioni per eventuali violazioni potrebbero portare le aziende a pagare multe fino a 6,8 milioni di dollari o il 5% del loro fatturato globale.
Le critiche dell’opposizione
David Coleman, il ministro ombra per le Comunicazioni dell’opposizione, ha espresso alcune preoccupazioni sulla nuova proposta di legge. Secondo il ministro, infatti, il governo non dovrebbe esercitare un controllo eccessivo su un tema così delicato: «Chi decide se un particolare contenuto è misinformazione o disinformazione?».
La proposta di legge definisce misinformazione un «contenuto involontariamente falso, fuorviante o ingannevole», mentre la disinformazione viene intesa come «false informazioni diffuse intenzionalmente per causare gravi danni».
Il progetto di legge è in fase di consultazione pubblica. Iniziata il 25 giugno, si chiuderà il 6 agosto.