Le scorte d’aria respirabile a disposizione del sottomarino Titan sono terminate intorno alle ore 11 italiane di giovedì 22 giugno. Le ricerche sono ancora in corso, ma le speranze di ritrovare le cinque persone a bordo sono ormai ridotte al minimo.
Le operazioni di soccorso
È una corsa contro il tempo. La Guardia Costiera statunitense ha fatto sapere che le possibilità di salvataggio si affievoliscono sempre di più. «L’operazione è molto complessa ma la missione rimane attiva», ha spiegato il capitano Jamie Frederick. In azione, oltre alle navi e agli aerei militari statunitensi e canadesi, anche un’imbarcazione francese specializzata nelle ricerche subacquee e dotata di un robot sottomarino.
Finora è stata setacciata un’area di quasi 28mila km quadrati nell’Atlantico settentrionale.
Rumori sottomarini
Nella giornata di mercoledì erano stati captati colpi martellanti a intervalli di trenta minuti. Nonostante non si abbiano certezze sulla loro natura, il fatto che fossero così regolari ha fatto pensare ad un’azione compiuta da umani. A bordo del sommergibile c’è infatti un ex sub francese che conosce il protocollo per allertare i team: fare rumore per tre minuti ogni mezz’ora. Tuttavia, anche se si riuscisse a localizzare il Titan, sarebbe molto complicato il suo recupero. Disperso a una profondità di 3800 metri, si tratterebbe di un «procedimento lungo» che richiede equipaggiamenti speciali.
La spedizione
Una missione per visitare il relitto del Titanic. Per partecipare alla spedizione non serve avere esperienza di immersioni, basta essere maggiorenni. E avere tanti soldi, dato che il viaggio costa 250mila dollari a persona. I cinque passeggeri del Titan sono infatti il milionario britannico Hamish Harding, il businessman pakistano Shahzada Dawood con il figlio Suleman, l’esploratore e pilota di sommergibili francese Paul-Henri Nargeolet e il patron di OceanGate (l’azienda proprietaria del sommergibile) Stockton Rush. Per salire a bordo occorre firmare una liberatoria in cui c’è scritto che “potresti morire” durante la spedizione.
Problemi di sicurezza
Diversi media americani riferiscono che i dubbi sulle condizioni di sicurezza del Titan fossero noti da tempo. La Marine Technology Society, associazione che promuove la tecnologia oceanica, aveva infatti espresso “unanime preoccupazione” per il progetto di OceanGate. Criticità evidenziate anche dall’ex direttore delle operazioni marittime David Lochridge, licenziato nel 2018 dopo aver “sollevato gravi problemi di sicurezza riguardanti il Titan”.