Il testamento di Silvio Berlusconi sarà aperto nei prossimi giorni, forse nelle prossime ore. E alzerà il velo sul futuro assetto azionario di Fininvest, la holding a capo del sistema di società che dal Gruppo Mediaset (rinominato dal 25 novembre 2021 MFE-MediaForEurope) va a Mondadori, Mediolanum e A.C. Monza (per 31 anni, fino ad aprile 2017, all’A.C. Milan).
Dopo la sua morte, avvenuta il 12 giugno, si è subito parlato della sua eredità e del suo patrimonio che, secondo quanto stimato, si attesta intorno ai 4 miliardi di euro.
Quale sarà stata l’ultima parola del Cavaliere? Avrà investito uno solo fra gli eredi del ruolo di guida della holding o avrà affidato alla collegialità il futuro dell’impero, assegnando parti uguali ai cinque figli?
Come è strutturato l’impero di Silvio Berlusconi
Al centro di tutto vi è Fininvest, controllata con un sistema di sette holding di cui quattro sono riconducibili a Silvio Berlusconi con una quota complessiva del 61,21%. Nelle altre tre holding sono presenti una quota ciascuno i cinque figli: Marina (Presidente di Fininvest e del Gruppo Mondadori) Piersilvio (Amministratore delegato del Gruppo Mediaset) con il 7,65% rispettivamente nelle holding IV e V; Barbara, Luigi ed Eleonora con una quota complessiva del 21,42% nella holding XIV.
Nel portafoglio di Finivest figurano le partecipazioni nelle tre quotate Mfe (47,9%), Mondadori (53,3%), Banca Mediolanum (30%), ed altri investimenti tra cui il Teatro Manzoni (100%) e il 100% del club Società Sportiva Monza 1912, rilevato nel settembre 2018, a poco più di un anno della cessione del Milan a una cordata cinese. Per quanto riguarda il patrimonio immobiliare, incluse le residenze più famose, è custodito nella società Dolcedrago, di proprietà esclusiva di Silvio Berlusconi.
Come verrà diviso il 61,21% di Fininvest in capo a Berlusconi
Finché non verrà aperto il testamento di Silvio Berlusconi, che si trova sotto la custodia del notaio Arrigo Roveda dello Studio RLCD di Milano, è possibile fare solo ipotesi.
Detto ciò, se la quota di Silvio Berlusconi venisse assegnata in parti uguali ai cinque figli, la maggioranza della holding di famiglia farebbe riferimento a Barbara, Eleonora e Luigi. Se, invece, la parte di legittima è stata indirizzata verso Marina e Pier Silvio, che da anni sono ai vertici delle società del gruppo, i figli di Veronica Lario avrebbero il controllo di Fininvest. Qualche tempo fa, Berlusconi ha destinato il 61% delle Holding Italiana Prima, Seconda, Terza e Ottava ai figli. Marina e Pier Silvio, nati dal primo matrimonio con Carla Elvira Dall’Oglio, dovrebbero ereditare così il controllo di Mediaset. Ma il punto centrale è il diritto di voto all’interno delle holding, perché da lì passeranno le decisioni importanti. E qui Berlusconi si sarebbe tutelato come Leonardo Del Vecchio fece con la Delfin: alzando il quorum per le decisioni importanti fino all’unanimità richiesta per la vendita. La partecipazione di Berlusconi in Fininvest non è diretta ma mediata da quattro delle sette holding e da lì partirà l’eventuale spartizione.
Le diverse ipotesi sulla holding tv di Cologno Monzese
Anche se l’amministratore delegato di Mfe, Pier Silvio Berlusconi, parla di “assoluta continuità”, per ora sono tre le ipotesi più probabili per il destino del Gruppo Mediaset.
La prima parte dalla presenza nel gruppo di Vivendi, la media company francese della famiglia Bollorè, che in Mfe detiene il 23,6% dei diritti di voto. Nel 2016, tra il Gruppo Mediaset e la famiglia francese era arrivato un accordo per fare una grande alleanza che, invece, si rivelò un pantano: tra guerre legali e tentativi di scalata (di cui la famiglia Berlusconi non ha mai perdonato il tempismo, visto che cominciò durante una degenza del Cavaliere). Da due anni i rapporti si sono distesi, ma se torneranno “alleati” nessuno lo sa. La seconda congettura riguarda la Germania, dove Mfe ha comprato poco meno del 30% di ProsiebenSat1, uno dei più affermati gruppi televisivi tedesco. Una combinazione tra “potenze televisive” potrebbe portare alla creazione di un colosso con soci i Berlusconi, i francesi e i cechi di Ppf (società privata ceco-olandese di investimenti), saliti al 15% del gruppo tedesco”. La terza ipotesi riguarda la vendita a gruppi internazionali. Negli anni, i pretendenti non sono mancati: da Rupert Murdoch negli Anni 90 a quello più recente di Discovery. Tutte le richieste sono state sempre rispedite al mittente.
Nodo Marta Fascina
Non è chiaro cosa spetterà alla compagna Marta Fascina, sposata con nozze simboliche – e quindi non ufficiali dal punto di vista legale – nel marzo 2022. Lo si scoprirà davanti al notaio. La Stampa scrive che il lascito a Fascina potrebbe ammontare a 50 o 100 milioni di euro e potrebbero arrivare le donazioni di alcuni immobili. Si vocifera Villa San Martino.