Con 499 voti a favore, 28 contrari e 93 astenuti, mercoledì 14 giugno il Parlamento europeo ha approvato l’Artificial Intelligence Act. La proposta di legge ha l’obiettivo di introdurre un quadro normativo comune all’interno dell’Unione Europea per i software di intelligenza artificiale. È una delle prime misure legislative su questo tema a livello internazionale.
Il prossimo step sarà l’approvazione da parte del Consiglio dell’Unione Europea. Successivamente, i singoli stati membri dovranno adeguare il proprio ordinamento nazionale a quello comunitario.
Cosa prevede la proposta di legge
Le regole contenute nella proposta di legge partono da una valutazione del rischio: più alto è il livello di rischio dell’applicazione dell’AI in un certo settore, più sono stringenti le regole.
Tra i sistemi che raggiungono un livello di rischio inaccettabile, e che quindi saranno vietati, ci sono quelli che attribuiscono un punteggio sociale alle persone in base ai loro comportamenti o alle caratteristiche sociali.
L’Europarlamento ha vietato i sistemi di categorizzazione biometrica che analizzano dati sensibili, come ad esempio razza, genere e orientamento sessuale. Il divieto si estende ai sistemi di polizia predittiva, capaci di integrare la profilazione, l’ubicazione e l’analisi dei comportamenti criminali passati di un soggetto. Ma anche ai sistemi di riconoscimento delle emozioni, già usati per il controllo delle frontiere.
Non sarà possibile procedere nemmeno con il cosiddetto scraping, cioè l’estrazione non mirata di dati biometrici e immagini facciali da Internet o da filmati di telecamere a circuito chiuso per creare database di riconoscimento facciale.
Vietato il riconoscimento facciale in luoghi pubblici
L’Eurocamera ha votato contro l’utilizzo di sistemi di identificazione biometrica negli spazi pubblici in tempo reale, come ad esempio il riconoscimento facciale. Sono stati bocciati, infatti, gli emendamenti del Partito popolare europeo (Ppe) di centrodestra. Tra le eccezioni proposte, c’era quella di ricorrere al riconoscimento facciale per motivi di sicurezza nazionale o per aiutare le ricerche di minori scomparsi.
L’impatto sulle politiche migratorie
Dalla proposta di legge è stata esclusa la gestione delle frontiere. Tradotto: le autorità di controllo dei confini hanno la possibilità di profilare le persone migranti usando gli stessi sistemi che la legge vieta per i cittadini europei. Una circostanza, questa, resa possibile dal fatto che il nuovo regolamento si basa sulla valutazione del rischio e non sull’eventuale violazione dei diritti.
“Il Parlamento non ha vietato i sistemi automatizzati di profilazione del rischio, così come i sistemi di previsione utilizzati per limitare, vietare e prevenire i movimenti alle frontiere. È fondamentale che i legislatori dell’Unione europea non trascurino i diritti delle persone migranti”, ha dichiarato Mher Hakobyan, consulente di Amnesty International.