In Senegal, un’ondata di violenze ha provocato 16 morti, 500 arresti e il blocco della rete internet. La scintilla è stata la condanna dell’oppositore Ousmane Sonko a due anni di carcere senza condizionale. Con questa sentenza, arrivata il 1 giugno, Sonko rischia di essere escluso dalle elezioni presidenziali del 2024.
I giovani senegalesi sono scesi in piazza puntando il dito contro la magistratura, che ritengono uno strumento nella mani del potere. Sonko era accusato di stupro ma è stato condannato con l’accusa di “corruzione dei giovani”.
La vicenda va avanti già da qualche tempo. Nel marzo del 2021 a Dakar , capitale del Senegal, c’erano stati gravi scontri dopo il primo arresto di Sonko. All’epoca la violenza aveva colpito i simboli della presenza francese, dalle stazioni di servizio della Total ai supermercati della catena Auchan.
Il Senegal scende in piazza
Gli incidenti sono una dimostrazione del forte malcontento in Senegal. Nel 2012 la popolazione si era attivata contro il tentativo del presidente dell’epoca, Abdoulaye Wade, di farsi eleggere per un terzo mandato, vietato dalla costituzione.
Il successore di Wade, Macky Sall, presidente dal 2004 al 2007 e ininterrottamente dal 2012, si avvicina alla conclusione del mandato. Al momento non ha ancora spento i dubbi sulle sue intenzioni, alimentando sospetti e tensioni. Eliminando Sonko dalla corsa, Macky Small rafforza il timore che voglia imporsi con la forza.
Cosa accadrà a Sonko? Il capo del partito Patrioti africani del Senegal per il lavoro, l’etica e la fratellanza (Pastef) attualmente è agli arresti domiciliari, sorvegliato dalla polizia. Se sarà prelevato per scontare la pena in carcere, le violenze che si sono placate durante il fine settimana potrebbero esplodere nuovamente.
La Francia resta a guardare
A preoccupare, però, è l’intero funzionamento della vita politica senegalese. I giovani, che in un paese dall’età media molto bassa costituiscono il 60% della popolazione, non accetteranno senza reazioni un terzo mandato di Macky Sall.
La Francia, per il momento, resta a guardare. In un’Africa occidentale dove l’influenza francese è in netto calo, il caso del Senegal è un test importante. La Francia non ha alcun interesse a vedere una destabilizzazione o una regressione della democrazia senegalese, ma qualsiasi ingerenza sarebbe sicuramente nociva.