La Corea del Nord ha sviluppato il suo primo satellite di ricognizione militare. A comunicarlo è il leader Kim Jong Un, dopo una visita all’Amministrazione Nazionale per lo Sviluppo Aerospaziale. L’ordine per gli ufficiali militari è di procedere al lancio «secondo la tabella di marcia prevista», riporta l’agenzia ufficiale Korean Central News Agency. La data prevista per il lancio non è ancora nota, anche se in dicembre fonti ufficiali avevano individuato il mese di aprile come obiettivo.
L’IMPORTANZA DEL PROGETTO PER PYONGYANG
Kim già nel 2021 aveva riconosciuto l’importanza del progetto. Era per lui prioritario migliorare le capacità di ricognizione del Paese. L’obiettivo è «contrastare i pericoli» provenienti dagli Stati Uniti e dalla Corea del Sud. Secondo Pyongyang, l’installazione di una serie di satelliti è il primo passo verso una capacità di raccogliere intelligence in modo efficace. «Assicurarsi informazioni in tempo reale riguardo alle forze militari nemiche è la loro funzione più importante» ha affermato il capo di stato coreano. E ha aggiunto come rappresentino «il diritto alla sovranità nazionale e alla difesa». Il progetto dovrebbe includere un numero imprecisato di satelliti dispiegati su orbite diverse per ottenere una mappatura completa dei movimenti militari nemici.
🚨 A LOT going down in the Pacific right now.
The US & its allies—Japan, South Korea, Philippines, & Australia—and China & its allies—Russia & North Korea—are all actively operating in the South China Sea, Philippine Sea, & Sea of Japan.
Here’s everything you need to know 👇 pic.twitter.com/nqSiY6vzWE
— Ian Ellis (@ianellisjones) April 18, 2023
La creazione di una rete di sonde di ricognizione non sembra però imminente. Rimane da vedere in che modo la Corea del Nord deciderà di lanciare in orbita. Non è escluso l’utilizzo di veicoli mobili stradali appositi. In effetti, mandare un satellite in orbita richiederebbe un missile a lungo raggio, ma lanci di questo genere sono vietati dall’ONU. La Corea del Nord non è però mai stata punita duramente perché Russia e Cina, membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, si sono opposti ai tentativi di inasprire le sanzioni.
LA TENSIONE CRESCE
La notizia arriva dopo un periodo di crescenti tensioni. La scorsa settimana la Corea del Nord aveva effettuato un lancio di prova di un ICBM (Missile Balistico Intercontinentale) a combustibile solido. È un’arma più agile, difficile da rilevare quando in volo e che permetterebbe di colpire direttamente gli Stati Uniti. Solamente nello scorso mese, sono stati sviluppati un sottomarino nucleare, un missile ipersonico e una MIRV (Testata Nucleare Multipla). Sono oltre 30 i test balistici condotti da Pyongyang nel 2023, segnale evidente della volontà di Kim Jong Un di modernizzare il suo arsenale militare.
In risposta, la Corea del Sud ha iniziato nei giorni scorsi delle esercitazioni combinate con Giappone e Stati Uniti. Si tratta di due settimane di test, che coinvolgono circa 110 aerei di guerra, e una giornata concentrata sulla difesa missilistica navale. Kim Jong Un ha accusato proprio gli Stati Uniti di «provare a convertire Seoul in una base avanzata per possibili future aggressioni». E continua ad alimentare questa guerra fredda.