Il governo della Georgia ha annunciato che ritirerà il disegno di legge sui cosiddetti agenti stranieri. L’annuncio è arrivato dopo notti di violenze e scontri con la polizia a Tsibilisi. Nella capitale georgiana sono stati arrestati 1333 manifestanti, alcuni dei quali avevano tentato di entrare nel palazzo del parlamento. Migliaia di persone si erano radunate in piazza per protestare contro il provvedimento, accusato di imbavagliare i mezzi di informazione e la società civile ricalcando una legge in vigore in Russia.
Tbilisi now pic.twitter.com/4M9A6y22Qv
— Mtavari TV (@MtavariChannel) March 9, 2023
«L’85% dei georgiani è favorevole all’integrazione euroatlantica, ma il parlamento obbedisce agli ordini di una persona sola» afferma Giorgi Gakharia, ex primo ministro ed oggi leader dell’opposizione. Gran parte della comunità internazionale ha criticato il disegno di legge, giudicato da molti un futuro ostacolo ad un ingresso del Paese nell’Unione Europea.
Le proteste in Georgia
La legge prevedeva la registrazione obbligatoria come agenti stranieri per tutte le associazioni che ricevono almeno il 20% dei loro finanziamenti dall’estero. Un provvedimento che implicava controlli, ostacoli alle attività, impegni burocratici. Di fatto si veniva assimilati alle spie straniere. Le proteste sono scoppiate subito dopo l’approvazione in prima lettura al Parlamento. Gli scontri tra manifestanti e polizia sono stati molto duri. Chi ha fatto approvare la legge ha affermato che una disciplina molto simile esiste anche negli Stati Uniti. Tuttavia, è molto difficile paragonare i due provvedimenti.
Ciò che i manifestanti probabilmente temevano era uno scenario russo. In Russia l’applicazione di una legge analoga nel 2012 è servita a cancellare ogni voce critica della società civile. Sono state chiuse numerose organizzazioni considerate critiche ed è stata messa a tacere la dissidenza. La legge è stata criticata dalla presidente georgiana Salomé Zourabichvili, che pure era stata eletta con i voti del partito di governo e dai dirigenti dell’Unione Europea.
I stated from day one that I would veto the #ForeignAgentLaw and I will veto it!
My full statement ⬇️https://t.co/SOhvgB7WU4
— Salome Zourabichvili (@Zourabichvili_S) March 7, 2023
Joseph Borrell, Alto Rappresentante dell’Unione Europea, ha descritto il provvedimento come “incompatibile con i valori dell’Unione”. L’immagine simbolo delle proteste è quella di una donna che colpita dagli idranti brandisce una bandiera dell’Unione Europea.
"Take a look, EU!
When was the last time you saw someone hold your flag like that?'' pic.twitter.com/Xp0Uo0LFW8— Shame Movement (@Shamemovement) March 7, 2023
La legge sugli agenti stranieri
Il disegno di legge è stato presentato da Potere al Popolo. Il partito è formato da fuoriusciti di Sogno Georgiano, il partito attualmente al potere e che è ancora nella coalizione di governo. Sogno Georgiano è al governo dal 2012 ed è capeggiato formalmente dall’oligarca Boris “Bidzina” Ivanishvili. Egli è stato primo ministro tra il 2012 e il 2013. Il partito si è sempre presentato come una forza pro europea. Negli ultimi tempi si è però spostato su posizioni molto concilianti con la Russia. Il suo leader Ivanishvili ha i suoi affari economici principalmente in Russia, perciò ha tutti i suoi interessi a non incrinare i rapporti con Mosca.
Lo scontro è solo l’ultimo di una serie di frizioni tra il governo, la piazza e il principale movimento dell’opposizione, il Movimento Nazionale Unito. Tale partito fa capo a Mikheil Saak’ashvili, l’uomo che nel 2003 fu l’artefice della svolta filo occidentale del Paese. Mikheil Saak’ashvili, presidente dal 2004 al 2007 e dal 2008 al 2013, per anni è stato il politico più noto ed influente della Georgia. Lo scorso novembre a Tbilisi ci sono state diverse manifestazioni che hanno chiesto la scarcerazione dell’ex presidente, in carcere e malato da tempo.
Georgia e Ucraina
In piazza c’erano attivisti, militanti dell’opposizione e semplici cittadini, molto spesso giovani, la componente più dinamica della società georgiana. Queste persone sono sostenute dalla maggioranza della popolazione, fortemente intenzionate a continuare il processo di integrazione europea. C’erano anche i figli di chi fece la rivoluzione delle Rose nel 2003: la prima delle rivoluzioni nell’ex spazio sovietico.
La rivolta in Georgia ricorda l’Euromaidan ucraino del 2004. Allora come oggi, i cittadini scendono in piazza perché il governo prende dei provvedimenti contro una svolta autoritaria e per i quali non ha ottenuto il mandato degli elettori. In Ucraina, il presupposto fu la marcia indietro per la firma del trattato di associazione con l’Unione Europea. In Georgia è stata la presentazione di una legge libertidica che avrebbe allontanato il paese dalle posizioni europeiste degli ultimi anni. Di fatto la paura è sempre quella: un allontanamento dall’Europa e un riavvicinamento alla Russia.
La guerra ucraina ha sicuramente aggravato le tensioni già esistenti. I georgiani sentono una grande vicinanza agli ucraini. Essi hanno vissuto una situazione molto simile nel 2008. L’invasione dei carri armati russi all’epoca portò l’esercito di Mosca a pochi chilometri da Tbilisi. Il conflitto all’epoca fu rapidissimo e meno cruento di quello ucraino. L’esercito russo occupò il 20% del territorio georgiano. Un’occupazione che dura ancora oggi, con le repubbliche dell’Abcasia e dell’Ossezia del Sud riconosciute a livello internazionale solo dalla Russia.
Il futuro in Georgia
L’opinione pubblica ha criticato l’atteggiamento morbido del governo georgiano. Tra i soldati volontari morti per la causa ucraina, i più numerosi sono quelli ucraini. Nelle bacheche Facebook georgiane si legge da tempo che “la guerra ucraina è la nostra guerra”. Bisogna vedere come si evolverà la situazione. Il governo georgiano avrà intenzione di ascoltare il messaggio dei manifestanti o farà finta di niente? Si rischia di esacerbare una situazione già altamente rischiosa.
Per adesso in Georgia sono previste delle elezioni nell’aprile del 2024. Il percorso di integrazione europea del Paese di certo non sarà facile. Tbilisi ha fatto domanda per entrare nell’Unione Europea lo scorso anno. A differenza di Moldova e Ucraina, però, la Georgia non ha ricevuto lo status di candidato ufficiale. Secondo Bruxelles ci sono ancora diverse condizioni che il Paese deve soddisfare. Per i georgiani la strada di entrare nell’UE sarà pertanto lunga e conoscerà nuovi e diversi ostacoli.