Il silenzio del cinema muto e la totale sregolatezza del mondo di Hollywood vengono raccontate in Babylon, il nuovo film del regista premio Oscar Demian Chazelle, con Margot Robbie e Brad Pitt, uscito il 19 gennaio nelle sale italiane. Nei 183 minuti di pellicola, il lungometraggio ha l’obiettivo di mostrare la trasformazione del cinema in industria e come tali avvenimenti abbiano avuto delle ripercussioni su tutti i suoi protagonisti e sulla società degli anni 20 del Novecento.
Il punto di vista del regista
Sregolatezza, droga, volgarità sono alcuni degli elementi su cui si costruisce il mondo
rivoluzionario di Babylon. L’importante per il regista è suscitare discussioni e risvegliare gli animi nel raccontare la transizione dal cinema muto al sonoro.
L’avvento del sonoro ha determinato una rivoluzione sotto ogni punto di vista. Chezelle, dopo 15 anni di studio, lavoro e riflessione, riesce a costruire un’opera controversa dove il bene e il male sono protagonisti e si intrecciano all’interno della narrazione.
«Los Angeles – afferma il regista – si è trasformata da una città desertica per lo più rurale nei primi anni ’20 a una delle più grandi megalopoli del mondo nel giro di un decennio. Molti nuovi edifici scintillanti e set cinematografici sono nati dal nulla, ma il danno umano è stato notevole». Un film drammatico, prodotto dalla casa
di produzione Material Pictures e Paramount, che vuole demolire il politicamente corretto rivendicando la libertà di espressione molto spesso repressa e soppressa a causa del moralismo e conformismo che caratterizza la nostra epoca.
Il Plot
Il film, scritto e diretto dallo stesso Chezelle, segue le vite dei quattro protagonisti: Manny Torres, interpretato da Diego Calva, è un aspirante attore ispano-americano che si dovrà accontentare del lavoro di assistente sul set; Brad Pitt è Jack Conrad, il personaggio rappresenta lo stereotipo per eccellenza della figura del divo di Hollywood. Tra i più famosi e pagati attori, Jack vivrà tutta la preoccupazione dell’avvento del cinema sonoro che rischia di stroncargli la carriera.
La regina della pellicola è la bellissima Margot Robbie nel ruolo della conturbante ed insicura Nellie La Roy; astro nascente del cinema, per lei la vita dovrebbe essere una festa continua. E infine l’ultimo protagonista è Sidney Palmer (Jovan Adepo), un giovane e promettente trombettista jazz che avrà l’occasione di iniziare la sua carriera nel mondo del cinema. Intorno alle vicende dei quattro protagonisti ruotano diversi personaggi come il famosissimo produttore Irving Thalberg, interpretato da Max Minghella, unico personaggio del lungometraggio realmente esistito.
Dicono di Babylon…
Il successo che aveva contraddistinto l’inizio della sua carriera, con film del calibro di “La la Land” (2017) o “First Man – Il primo uomo” (2018), è questa volta solo un lontano ricordo per il regista Damien Chazelle. Con Babylon, infatti, gli incassi ammontano ad appena 15 milioni di dollari al fronte dei 75 milioni di budget, rendendo il progetto uno dei più grandi flop commerciali negli States degli ultimi anni. La pellicola ha solo il 55% di recensioni positive su Rotten Tomatoes, il punteggio più basso nella filmografia del director.
Per contro, il consenso non conforme alle aspettative da parte del pubblico non sembra aver preoccupato Chazelle in modo particolare: «È bello avere qualcosa che stimoli la conversazione e il dibattito e molte opinioni feroci da entrambe le parti. Sapevamo che il film avrebbe fatto arrabbiare alcune persone, e ritengo che questo sia positivo. Dovrebbero farlo più film» – aveva dichiarato in un’intervista poco dopo l’uscita nelle sale.
La “scommessa artistica”
Ma perché il regista ha deciso di realizzare un film così ambizioso e, al contempo, in netta controtendenza rispetto alle attuali produzioni hollywoodiane? Per comprendere i motivi che hanno spinto Chazelle a correre un tale rischio è necessario fare un passo indietro sul suo trascorso personale e professionale. Lo sceneggiatore statunitense nasce in una famiglia colta e multietnica. Suo padre, francese, insegna a Princeton; la madre, canadese, storia medievale nell’Università di Ewing. Altro fattore da non trascurare è che Babylon non rappresenta la sua prima “scommessa artistica”: tra i suoi debutti come regista, infatti, troviamo la pellicola di culto
“Guy and Madeline on a park bench”, e la serie televisiva “The Eddy”, ambientata nel mondo della musica jazz di Parigi.