Dopo il congelamento dello sciopero ottenuto dal governo, le associazioni hanno fatto dietrofront, convalidando lo sciopero per le giornate del 25 e del 26 gennaio. «In attesa delle valutazioni del Governo lo sciopero previsto per i giorni 25 e 26 gennaio è confermato». Lo affermano Fegica e Figisc/Anisa dopo l’incontro con il governo, lasciando tuttavia uno spiraglio: «Per fare emergere serietà e competenza richiesta c’è tempo fino al minuto prima della chiusura degli impianti».
L’Antitrust contro alcune compagnie
Nel frattempo L’Antitrust ha aperto un’istruttoria contro Eni, Esso, IP, Q8 e Tamoil. L’Autorità ha riscontrato irregolarità nell’applicazione alla pompa di un prezzo diverso da quello pubblicizzato, nonché per l’omessa comunicazione dei prezzi dei carburanti al portale «Osservaprezzi carburanti». Dai controlli è emersa «un’omessa diligenza» da parte delle compagnie nei controlli sui distributori. L’istruttoria è stata avviata anche sulla base della documentazione fornita dalla Guardia di Finanza, in merito alle infrazioni accertate di oltre mille pompe di benzina (marchio Eni 376, marchio Esso 40, marchio Ip 383, marchio Kuwait 175, marchio Tamoil 48).
Il tavolo tecnico del 17 gennaio
L’incontro era fissato per il 17 gennaio alle 14:30 al ministero delle Imprese del Made in Italy, secondo Di Vincenzo, presidente della Fegica: «Non nasce certamente sotto i migliori auspici, né ci mette in uno stato d’animo sereno». «Ancora oggi – scrivono le organizzazioni – il Governo non ha saputo o voluto assumere la responsabilità di prendere impegni concreti sulle questioni che direttamente possono incidere anche sui prezzi dei carburanti. Immaginando evidentemente di poter continuare ad ingannare gli automobilisti gettando la croce addosso ai benzinai». I segnali iniziali non incoraggianti dunque sono stati confermati. Bruno Bearzi, presidente della Figisc-Confcommercio, prima dell’incontro aveva sentenziato: «All’opinione pubblica viene rimandato che non siamo corretti. È un messaggio che non ci piace: è l’ultima occasione utile per scongiurare lo sciopero».
Le richieste delle associazioni
Ciò che vogliono dall’incontro al Ministero le associazioni, è il riesame del decreto, in particolare di due suoi punti fondamentali. Il primo è l’obbligo di esporre un nuovo cartello con i prezzi medi regionali. Il secondo è l’inserimento di sanzioni considerate “inaccettabili e sproporzionate”.