Dopo lunghe ore di silenzio è arrivata la conferma. Elon Musk ha annunciato che si dimetterà da amministratore delegato di Twitter, rispettando l’esito del sondaggio di lunedì 19. Il miliardario ha però sottolineato di farlo non appena avrà trovato qualcuno «abbastanza folle da assumere l’incarico».
Il sondaggio
Con una mossa a sopresa, Musk aveva lanciato un sondaggio in cui chiedeva agli utenti se avrebbe dovuto lasciare il ruolo di Ceo della piattaforma. Il 57.5% degli oltre 17 milioni di votanti lo ha sollecitato a farsi da parte. Il patron di Tesla, come promesso, ha fatto sapere di voler rispettare i risultati del referendum. Una volta lasciato l’incarico, Musk resterà comunque proprietario dell’azienda (acquistata ad ottobre per 44 miliardi di dollari) e guiderà i team dei software e dei server.
I possibili candidati
Appena arrivato l’annuncio, sono iniziate le speculazioni sul possibile successore. Secondo il Financial Times, tra i candidati ideali ci sarebbero due donne. La prima sarebbe Sheryl Sandberg, ex direttrice operativa di Meta. La manager potrebbe però non desiderare assumere la guida di un’altra compagnia piena di problemi di moderazione dei contenuti come Twitter. L’altro nome è quello di Sarah Friar, ceo di Netxdoor (social network incentrato sulla dimensione delle comunità di quartiere) e direttrice finanziaria della società di pagamenti Block. Escluso invece il ritorno del fondatore di Dorsey.
La gestione di Musk
Da quando ha acquistato la piattaforma, Musk ha avviato una rivoluzione. Dal licenziamento di circa metà del personale alla confusa strategia di business, i cambiamenti introdotti hanno scatenato polemiche, diventando oggetto di forti critiche. L’approccio permissivo alla moderazione dei contenuti, unito all’addio alla politica anti-disinformazione e alla messa al bando di alcuni giornalisti, ha fatto sì che Musk sia stato condannato dalle Nazioni Unite e dall’Unione Europea. Tutte queste decisioni hanno portato all’uscita di molti grandi inserzionisti da Twitter, adesso a rischio bancarotta.