Capelli folti, guance rosse, scialle colorato. È la descrizione del Ritratto di Signora di Gustav Klimt. La donna dipinta ha gli occhi chiari e magnetici che nascondono i segreti e la storia dell’affresco. Una vicenda legata a quella di un luogo: la Galleria d’arte moderna Ricci Oddi. Il museo conserva il quadro dal 1925, oggi, lo espone fino al 24 luglio nella mostra Klimt. L’uomo, l’artista e il suo mondo. L’esposizione comprende 160 opere che celebrano uno dei più grandi artisti del Ventesimo secolo. Il percorso parte dal simbolismo europeo fino ad arrivare al movimento artistico della Secessione viennese, fondato dallo stesso Klimt. Ma il Ritratto di Signora resta il vero protagonista del progetto. Piacenza espone il capolavoro, dedicandogli un’intera sezione.
La genesi artistica
Lo scopo è raccontare le vicessitudini artistiche della donna dallo scialle variopinto; la prima fra tutte, il suo segreto: un affresco sottostante. Klimt aveva dipinto diversi anni prima Backfisch, dall’austriaco “Ragazzetta” che indossava il cappello e uno scialle scuro sul collo. Il quadro, dopo una breve apparizione nel 1910, è dato per disperso e si può studiare solo sui libri. È così che lo ritrova Claudia Maga, studentessa di un liceo artistico. É il 1996 e la ragazza è appena uscita da scuola. Alla sua famiglia dice: «Ho perso il treno», ma è solo una scusa: invece di tornare a casa, va al museo. Claudia Maga deve controllare ciò che in biblioteca l’aveva colpita. Si trattava di due particolari. Il primo: la somiglianza tra la Ragazzetta e la Signora; il secondo: una macchia viola che avevano in comune. I raggi X confermano la teoria della studentessa: Klimt aveva rimaneggiato il suo stesso quadro. La Ragazzetta non è scomparsa ma è diventata Signora per mano dello stesso Klimt. I racconti da quel momento sono incredibili, in particolare quello del custode Leonardo Caronia. Quando spegne le luci e va a sedersi nella postazione della biglietteria ritrova «sul monitor, come un lampo, la dama di Klimt, quella ragazzina della prima versione del quadro». I raggi infrarossi delle telecamere di sicurezza permettono di vedere i pigmenti sottostanti, invisibili a occhio nudo.
La storia di cronaca
I due quadri, sovrapposti, sono protagonisti anche di una storia di cronaca. Dopo la scoperta del 1996 la Galleria Ricci Oddi ha continuato a conservare il dipinto. Ma nel 1997, l’olio su tela è scomparso. Durante una mostra, il quadro viene rubato. Passa il tempo. Solo nel 2019, nel corso di alcuni lavori di giardinaggio lungo il muro esterno della Galleria, un gruppo di operai recupera un sacco: dentro c’è proprio il Ritratto. È un mistero dove sia finito per tutto quel tempo. Perso, ritrovato ed esposto. Sempre legato alla stessa Galleria d’arte. Un luogo e un’opera con i destini intrecciati, come la Signora e la Ragazzetta.