«Dobbiamo essere uniti contro tutti i fascismi». Il 31/05/2022 è morto a Milano a 99 anni Carlo Smuraglia, ex parlamentare e presidente onorario dell’Anpi. Nato nel 1923, è stato partigiano combattente e volontario nel Corpo Italiano di Liberazione fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Nel 1943, a 20 anni, dopo avere rifiutato la chiamata di leva del fascismo, si arruolò volontario nel gruppo «Cremona» del nuovo esercito italiano che faceva capo all’8a Armata britannica, combattendo sul fronte adriatico e nella zona di Venezia. È stato avvocato e poi docente universitario. Eletto Senatore per tre volte, è stato Presidente della Commissione Lavoro del Senato dal 1994 al 2001. Ha anche fatto parte del Consiglio Superiore della Magistratura dal 1986 al 1990.
L’omaggio dell’Anpi
La segreteria nazionale dell’Anpi ne ha annunciato la scomparsa: «Il suo nome resterà nella storia di questo Paese per l’appassionata partecipazione alla Resistenza, lo strenuo impegno per la piena attuazione della Costituzione, dei diritti, della democrazia». Sui social si legge: «Tutta l’Anpi, nel ricordare l’umanità, la sapienza e la forza con cui Carlo ha presieduto l’Associazione si stringe al dolore della moglie Enrica, dei figli e dei nipoti». Ultimamente Smuraglia era intervenuto anche sul dibattitto legato all’invio degli armamenti in Ucraina. «Un popolo che resiste contro l’invasore va aiutato, anche con le armi».
La carriera politica
Smuraglia iniziò la sua attività politica a Pisa, negli anni Cinquanta e Sessanta, ricoprendo l’incarico di assessore alla giustizia della Provincia. È poi diventato Presidente del Consiglio regionale della Lombardia nel 1978. L’impegno partigiano è continuato in concomitanza con quello da avvocato in un procedimento in Corte d’Assise nei confronti di un gruppo di partigiani accusati di violenze a Pisa nel 1952 (tutti poi assolti), città in cui si laureò in giurisprudenza, e a Milano, nel processo per i fatti di Reggio Emilia del luglio 1960, nel quale ha svolto anche il ruolo di difensore per i familiari dei caduti. Si costituì parte civile nel processo per la morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli, oltre che per il caso della diossina sprigionata dall’Icmesa di Meda a Seveso. Il 2 giugno 1980 è stato insignito dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini della onorificenza di “Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica italiana”.