Il 26/05/2022 sarebbe stato arrestato a Istanbul il nuovo califfo dell’Isis. Abu al-Hassan al-Qurayshi sarebbe stato catturato dalle forze speciali della polizia turca senza sparare un colpo. La notizia, non ancora confermata da Erdogan è stata diffusa sul sito web turco OdaTv e ripresa da Bloomberg. Il capo dello Stato Islamico era succeduto ad Abu Bakr Al-Baghdadi dopo che quest’ultimo era stato ucciso dagli americani a febbraio. Non è la prima volta che la repressione turca verso il Califfato si associa a un ritorno della tensione tra il Kurdistan siriano e la Turchia.
La cattura e l’identikit
Il presidente turco Erdogan, sarebbe stato informato della sua cattura e dovrebbe annunciarne l’arresto nei prossimi giorni. Stando al portale turco, al-Qurayshi sarebbe stato catturato, senza sparare un colpo, dopo una lunga sorveglianza dell’abitazione in cui si trovava. Se la notizia fosse confermata si tratterebbe del primo leader dell’Isis catturato vivo. Il capo del califfato è iracheno. Secondo due anonimi funzionari della sicurezza irachena, il vero nome di al-Qurashi è Juma Awad al-Badri, ed è il fratello maggiore dell’ex leader dell’ISIS Abu Bakr al-Baghdadi.
L’accusa dei curdi e le tensioni con l’USA
Da tempo le Forze Democratiche Siriane, di cui fanno parte anche i curdi dell’Ypg, accusano la Turchia di essere diventata il Paese rifugio per i leader dell’Isis. Ankara si trova ora nella necessità di calmare la tensione con gli alleati della Nato. Il rifiuto turco di accettare le candidature di Svezia e Finlandia nel quadro della difesa occidentale per fare muro contro l’espansionismo russo ha già creato già attriti con Washington. A ciò si aggiunge il progetto di allargare l’area controllata dalle truppe turche in Siria sino ad oltre 30 chilometri dal confine internazionale. Negli ultimi giorni Washington ha chiesto di bloccare il piano turco nelle zone curde dove sono posizionati 900 uomini delle unità scelte Usa.
Il rapporto del Masak
A conferma dei timori dell’Ypg un rapporto della Commissione turca che indaga sui crimini finanziari, i jihadisti usano il Paese della mezzaluna per trafficare denaro e ottenere forniture, comprese parti di droni. Un rapporto del Masak, dell’8 marzo 2021 un organismo parte del Ministero del Tesoro e delle Finanze turco, indica che i membri dell’Isis hanno acquisito attrezzature e parti per fabbricare droni e ordigni esplosivi improvvisati con l’aiuto di società turche. Hanno inoltre utilizzato uffici di cambio, gioiellerie, uffici postali e banche per trasferire denaro. Alcune persone legate all’organizzazione terrorista e indagate dal Masak avrebbero, inoltre, acquisito la cittadinanza turca.