Scoppia a Milano la protesta dei ristoratori contro i buoni pasto. Alcuni non li accetteranno più a causa delle commissioni troppo alte sui pagamenti. Altri denunciano che le percentuali richieste stanno aumentando sempre più negli ultimi anni. Un nuovo colpo su un settore interessato da sanzioni, che verranno introdotte dal 30 giugno, per chi rifiuta pagamenti elettronici, e messo già in difficoltà dalla pandemia. Quest’ultima infatti non solo ha costretto le persone in casa, ma ha anche diffuso sempre più il telelavoro, togliendo la necessità di pranzare fuori. Inoltre, ha spinto molte persone a prepararsi qualcosa a casa per risparmiare.
Ad aggravare la situazione: il fatto che, in alcune zone di Milano, i buoni pasto rappresentano circa il 70% del fatturato degli esercizi. Gli incassi dei pagamenti di questo tipo poi sono ritardati dai 30 giorni in su.
Tra le contromisure messe in campo dagli esercenti c’è lo sconto per chi decide di non usare buoni pasto. Alternative possibili sono l’aumento dei prezzi o l’abbassamento della qualità dell’offerta. Inoltre, molti imprenditori del settore hanno iniziato a chiedere una legge che fissi dei limiti alle commissioni, come avviene per esempio in Francia.
LE CAUSE DEGLI AUMENTI
Una causa degli aumenti denunciati è da ricercare negli sconti che le società che offrono buoni pasto tendono a proporre alle aziende. Questi infatti vengono poi riequilibrati con maggiori trattenute ai riceventi finali. Carlo Squeri è direttore di Epam, Associazione Pubblici Esercizi di Milano, che fornisce assistenza, consulenza e formazione agli imprenditori milanesi dei settori della ristorazione e dell’intrattenimento. Egli ha dichiarato: «Fino a una decina di anni fa lo sconto alle aziende non era esagerato, ora si aggira tra il 10 e il 20 percento. Davanti a questi storni, il ristoratore o il barista è come se avessero un socio occulto che gli mangia fino a un quinto del potenziale incasso».
PANORAMICA SULL’OFFERTA DEI BUONI PASTO
I principali fornitori di buoni pasto in Italia sono Endered (il suo Ticket Restaurant è quello più utilizzato nel Paese), UpDay, Sodexo, Pellegrini, Yes Ticker Srl. Giuseppe Gissi, gestore di diversi locali a Milano, ha detto: «Ci sono società come Pellegrini, che chiedono solo il 7%, ma altre, come Sodexo o EdenRed, tra costi fissi e variabili, prendono più del doppio».