L’Ucraina è storicamente un territorio conteso e rivendicato da diversi Paesi, ma cosa c’è davvero dietro questi legami storici e culturali?
Già nel’700 l’Ucraina era dominata a est dai cosacchi e a ovest dalla Polonia, che ancora oggi rivendica dei territori, insieme a Ungheria, Moldavia, Romania e ovviamente la Russia, che iniziò a colonizzare il Donbass nell’800 per accaparrarsi le risorse nel sottosuolo di ferro e carbone. L’area divenne ben presto un importante centro economico, specialmente per via dell’attività estrattiva di carbone e poi per quella siderurgica e dell’industria pesante.
L’invasione russa potrebbe, quindi, essere legata anche alle ricchezze dell’Ucraina e soprattutto della parte est.
Sul piano delle risorse, l’Ucraina è divisa in due: a est le risorse minerarie e le industrie, a ovest le coltivazioni agricole, non meno importanti per un Paese che è il primo esportatore al mondo di girasole e olio di girasole, e occupa i primi posti per la produzione di mais, grano e patate.
Le regioni a est sono comunque il vero motore finanziario di Kiev. Oltre all’industria siderurgica, il Paese è leader nella produzione di ammoniaca e localizzatori, come per esempio i localizzatori Gps. Con le sue riserve di ferro l’Ucraina copre il 6% del fabbisogno globale.
Il Donbass è ricco anche di metano. In Europa le riserve ufficiali ucraine sono seconde solo a quelle della Norvegia. Quelle confermate sono di oltre mille miliardi di metri cubi, per farci un’idea, sarebbe l’equivalente di due-tre anni di consumi totali europei. Si stima, però, che le riserve totali siano addirittura oltre i 5 mila miliardi di metri cubi, una cifra pari a due terzi di tutte le riserve di gas degli Stati Uniti.
Dal Donbass proviene anche il 90% del gas neon usato nei chip elettronici. L’industria di Odessa produce il 65% di tutto il neon del mondo ed è fornitrice privilegiata della Silicon Valley.
Nella regione sono presenti altre importanti risorse strategiche. Il Paese è il primo in Europa per riserve di uranio, secondo al mondo per riserve esplorate di manganese, e al quarto posto per il valore totale delle risorse naturali.
Nel Donbass ci sono anche tre giacimenti di terre rare, metalli che vengono usati per realizzare tecnologie fondamentali, come per esempio i telefonini e i computer. Non mancano poi nickel, cobalto e cromo. Il Paese ha anche il 20% della grafite presente al mondo.
L’Ucraina è seconda per le riserve di gallio e quinta per il germanio. Il primo è un metallo cruciale per i circuiti digitali, per apparecchiature mediche come la Tac e anche per la fabbricazione di armi nucleari. Il germanio, invece, si trova soprattutto nei chip superveloci e nei nuclei centrali delle fibre ottiche, che costituiscono oggi un’infrastruttura fondamentale per Internet e non solo.
Il titanio presente nel Paese copre il 20% del fabbisogno mondiale. Il metallo ultraleggero è usato in diversi ambiti, per esempio nella realizzazione delle protesi ortopediche e nella struttura degli aerei.
Non manca neppure il litio, componente fondamentale per le batterie delle auto elettriche. Un giacimento importante sta proprio sotto Donetsk, la città secessionista più importante del Donbass. Si stimano riserve per 500 mila tonnellate, il doppio del Portogallo, che dovrebbe essere la terra promessa del litio europeo.
Ci sarebbero tante altre risorse da elencare. Per esempio la produzione di acciaio, per la quale l’Ucraina è tra i primi dieci produttori al mondo.
Questo si connette all’assedio dell’acciaieria e di tutta la città portuale di Mariupol. L’acciaieria, infatti, è vicina alle fonti di approvvigionamento energetico e di materie prime, a fianco al porto commerciale e strategicamente collocata nel cuore dell’Europa. Prendere Mariupol vuol dire escludere l’Ucraina dall’accesso al Mare d’Azov. Il porto della città è fondamentale per l’export di prodotti, come grano, orzo, mais, carbone e acciaio verso il Medio Oriente e verso l’Europa, Italia compresa.
In conclusione, alla luce di quello che abbiamo visto, è difficile pensare che la Russia da una parte e l’occidente dall’altra con il suo sostegno, non si stiano contendendo, in realtà, proprio le risorse dell’Ucraina.
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