Ascolta “Puntata del 1 aprile 2022” su Spreaker.
Eccezionalmente, questa puntata di Eco News esce di venerdì.
Qual è l’impatto della crisi climatica e come la stiamo raccontando? Con Eco news proviamo a capirlo ogni settimana con una selezione delle storie più interessanti per capire meglio cosa sta avvenendo ai nostri ecosistemi e come la politica italiana e mondiale le sta affrontando. Un diario per orientarsi tra la stampa verde e le notizie ambientali, ma anche per capire quello che le nostre scelte e il nostro vivere quotidiano possono fare.
In questa puntata:
- L’attivista russo Arshak Makichyan è andato in Germania a protestare per il clima
Potete sentire la sua voce nel breve estratto della nostra intervista su Eco News, oppure leggere la sua storia sul Guardian. Si tratta di un attivista armeno di 26 anni, che dal 2019 ha organizzato uno sciopero solitario di Fridays for Future a Mosca. Per costruirsi una consapevolezza sulla crisi climatica si è dovuto informare su Internet, in Russia nessuno ne parla. Attualmente si trova a Berlino, c’è andato superando con fatica il confine polacco e le restrizioni internazionali per prendere parte allo sciopero del 25 marzo. Quando nella sua città non si può nemmeno dire guerra, Arshak è nel gruppo di attivisti che, insieme alla 16enne ucraina Arina Bilai, chiede un embargo per la Russia per petrolio e Gas.
- Perché costruire altre infrastrutture per il gas statunitense potrebbe essere un problema
A 40 anni di distanza dalla costruzione del gasdotto che lega la Germania ai combustibili fossili della Siberia -, il presidente Joe Biden ha deciso di vendere gas americano all’Europa per aiutarla a liberarsi dalla dipendenza energetica russa. La costruzione di nuove infrastrutture però incentiva l’utilizzo di gas, fonte considerata solo di transizione. Inoltre e forniture americane arriverebbero sotto forma di gas naturale liquefatto, che rispetto al gas dei gasdotti porta a più emissioni di CO2 in fase di produzione. - Quanti sono i reattori nucleari nel mondo?
Attualmente gli Usa sono quelli che ne hanno di più – 96 per coprire il 20% del totale dell’energia elettrica del Paese -, però la Cina ne ha annunciato la decisione di aprirne 150 nei prossimi 15 anni. In Europa invece la Francia, al di là dei piani futuri, ne ha 58 e, tra gli Stati, è quello che usa maggiormente il nucleare nel suo mix energetico. Germania e Italia invece, dopo i rispettivi referendum, rimangono sul no. - I preoccupanti incendi nella zona di esclusione di Chernobyl
Resi più frequenti in questa stagione dal clima secco, gli incendi nella zona di esclusione – altamente contaminata dall’incidente del 1986 – possono contribuire al rilascio di materiale radioattivo intrappolato, tramite le radici degli alberi, negli strati superiori del suolo che circonda il sito nucleare. Così il fumo è in grado di trasportarlo nell’aria. A dirlo sono gli esperti e uno studio del 2021 del Center for Security Studies. Al momento i livelli di radioattività sono ancora nella norma, ma potrebbero alzarsi in breve tempo. - Abbiamo bisogno di un uomo forte per una svolta green?
Il giornalista ambientale britannico Mark Lynas dice di no. L’idea secondo cui “l’ecoautoritarismo” possa essere l’unico modo per affrontare l’emergenza della nostra crisi climatica è sbagliata. Infatti anche se un leader autoritario agisse per fermare il cambiamento climatico, non è detto che ci riuscirebbe. La politica è complicata e caotica e i più preoccupati spesso non riescono a coinvolgere la popolazione e commettono gravi errori. - Guardare ma non mangiare. Il piano per proteggere le balene in Islanda
L’Islanda ha creato un piano per porre fine alla caccia commerciale alle balene a partire dal 2024. La decisione deriva da un calo della domanda, ma anche da una campagna durata 15 anni che si rivolge ai turisti, i maggiori consumatori di carne del cetaceo. Adesso è l’osservazione delle balene ad essere un’attività in espansione. La pratica un turista su cinque per un guadagno di circa 12 milioni di dollari all’anno.
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