La siccità che sta colpendo il Nord Italia non accenna a diminuire. Manca l’acqua e il Po si svuota. L’Autorità di bacino distrettuale del Fiume Po ha reso noto che i livelli delle portate del fiume hanno toccato le quote più basse dal 1991, ovvero degli ultimi trent’anni.
Su tutto il Distretto periste una situazione di severa siccità idrologica. I valori registrano fino al 40% di portata in meno nelle sezioni esaminate del Po e fino al 60% in meno negli affluenti.
Le cause
Secondo quanto emerso dall’Osservatorio, la situazione idrologica peggiore è stata registrata a Piacenza, dove gli indicatori si sono fermati a quota -0,49 metri per 293 megacicli al secondo. Diverse sono le cause. Nel mese di febbraio le piogge previste sono cadute in modo scarso e disomogeneo, senza apportare miglioramenti sostanziali. In Piemonte, ad esempio, non ha piovuto per 85 giorni. Inoltre, la scarsa piovosità insieme all’innalzamento del livello del mare contribuiscono, in modo marcato, all’avanzamento del cuneo salineo e all’intrusione delle acque salate nelle acque dolci.
A questo si sono aggiunte le alte temperature di questo inverno, diventato il secondo più caldo degli ultimi 40 anni, e un progressivo impoverimento delle falde sotterranee.
Laghi e serbatoi alpini e appenninici
Anche i grandi laghi e i serbatoti alpini e appenninici stanno soffrendo. La situazione è caratterizzata da afflussi minimi e da una paralizzazione dei rilasci. Il Lago Maggiore è di poco superiore alle zero idrometrico, con un riempimento al 30% in continua diminuzione. Anche il Lago di Como e il Lago d’Iseo hanno una riserva di acqua disponibile attorno al 10%. I livelli bassi dei laghi rappresentano un problema sia per la navigazione che per gli habitat e gli ecosistemi che rischiano di essere compromessi.
Soluzioni future
La siccità sembra seguire il corso del fiume verso valle, da ovest a est, ovvero dal Piemonte verso l’Emilia Romagna. Tutti i modelli previsionali convergono su una stabilità climatica con scarse piogge e temperature elevate. Dunque, la disponibilità d’acqua attuale non potrà colmare i fabbisogni del primo periodo estivo, oltre a generare un forte stress per l’habitat fluviale. Proprio per questo motivo, il prossimo 17 marzo si terrà una riunione dell’Osservatorio istituzionale per trovare delle soluzioni per la stagione estiva.