Il 20 febbraio l’Etiopia ha avviato la produzione di energia elettrica della diga Grand Ethiopian Renaissance Dam (GERD). La diga si trova sul Nilo Azzurro, nel nord dell’Etiopia, ed è il più grande impianto per la produzione di energia idroelettrica mai costruito in Africa. Al completamento dei lavori, arriverà a produrre circa 15.700 gigawatt-ora di energia all’anno.
All’inaugurazione della “diga del millennio” hanno presenziato il primo ministro etiope Abiy Ahmed e Pietro Salini, amministratore delegato della multinazionale di costruzioni italiana WeBuild.
Le controversie sulla GERD
I lavori di costruzione della diga sono cominciati nel 2011. Ma già da allora sono cominciate delle contese tra Etiopia, Egitto e Sudan, in particolare per la gestione delle acque del Nilo. Il fiume, infatti, è fondamentale per il mantenimento delle attività agricole e dell’economia.
In sostanza, la preoccupazione dell’Egitto è che l’Etiopia intacchi le sue risorse idriche per riempire d’acqua il bacino della diga. Mentre per l’Etiopia le preoccupazioni sono infondate perché la diga non avrà nessun impatto sulle risorse idriche egiziane. Per questo negli ultimi anni i due Paesi si sono accusati di non rispettare gli accordi internazionali che regolano la gestione dell’acqua del Nilo.
La strategia etiope
Secondo alcune stime, per costruire la GERN l’Etiopia avrebbe speso circa 4,1 miliardi di euro, pari al 5% del suo Pil. Per evitare di subire pressioni da altri Paesi, l’Etiopia ha finanziato l’opera con donazioni da privati e aumentando le tasse. Ma cosa giustifica un tale sforzo economico?
Con la diga, l’Etiopia vuole raggiungere un doppio obiettivo: da un lato, portare energia elettrica a un maggior numero di abitanti, visto che circa 65 milioni di persone non hanno accesso a nessuna fornitura elettrica; dall’altro, anche esportare energia ai Paesi vicini.
Ma non solo: vista la sua crescita economica che si assesta a un ritmo di circa il 6% all’anno, con una popolazione che aumenta del 2,5% all’anno, l’Etiopia punta a passare da paese in via di sviluppo a paese a reddito medio (MIC). In questa ottica, la diga diventa ancora più strategica.