“12 anni di lotta e 12 anni di resistenza. Oggi inizia il governo del popolo. Buongiorno Honduras!”. Questo il primo tweet di Xiomara Castro in qualità di prima presidente donna dell’Honduras. Non solo: Castro sarà anche la prima presidente di sinistra da 12 anni a questa parte, da quando suo marito Manuel Zelaya è stato deposto con un colpo di stato militare, e spedito in Costa Rica.
A novembre aveva vinto le elezioni presidenziali con oltre il 50% dei voti contro Nasry Asfura, candidato del Partito Nazionale di destra. Ha prestato giuramento con il pugno chiuso rivolto al cielo e si è insediata a Tegucigalpa, capitale della nazione.
Chi è Xiomara Castro
Nata nel 1959 e cresciuta a Tegucigalpa, la socialdemocratica Iris Xiomara Castro Sarmiento (questo il suo nome completo) si laurea in business administration e all’età di 17 anni sposa il membro del Partito Liberale Manuel Zelaya: grazie al matrimonio si avvicina pian piano alla politica e alle idee liberali, di stampo centrista. Si occupa di temi sociali, come la tutela delle donne e l’accesso ai diritti fondamentali per tutti. Crea il Centro de cuidado diurno para ninos nella città di Catacamas, un centro per aiutare le madri single attraverso la coltivazione di piccoli orti personali e formazione in materia di igiene e salute.
La carriera politica
Quando al governo c’è il marito Manuel Zelaya, dal 2006 al 2009 è la first lady. Nel 2009 è salito al potere il presidente uscente Juan Orlando Hernandez: Castro organizza una marcia per restaurare il marito al potere e portare alla luce l’illegalità dei metodi usati per istaurare il nuovo governo, che sarà caratterizzato da corruzione e scandali. In quegli anni, si avvicina al Fronte nazionale di Resistenza Popolare (FNRP). Nel 2011, quando Zelaya viene rimesso in libertà, fonda insieme a lui il partito Libertà e Rifondazione (LIBRE): due anni dopo si candida per la prima volta alla presidenza dello Stato, ma non vince le elezioni. La seconda volta nel 2017 quando, nonostante il consenso popolare, lascia il posto al collega Salvador Nasralla. Ora finalmente, potrà essere alla guida del suo paese, dopo 12 anni di egemonia della destra nazionalista.
Nel suo discorso di insediamento, ha definito l’Honduras un paese “in bancarotta”, che lei vuole rimodellare in uno “stato socialista e democratico”. Tra i suoi obiettivi, la lotta alle bande di narcotrafficanti e la modifica alle leggi sull’aborto, legalizzandolo in caso di stupro, quando la vita della madre è a rischio e quando il feto è malato o morto. Ma anche superare i problemi di povertà, criminalità organizzata e la crisi migratoria verso gli Stati Uniti.