Tabacco, la Nuova Zelanda dice stop per sempre nel 2023

Tabacco
LA NUOVA ZELANDA METTE AL BANDO LE SIGARETTE

La Nuova Zelanda vuole vietare la vendita di tabacco alle prossime generazioni, nel tentativo di eliminare gradualmente il fumo.

Si lavora ad una legge, da promulgare il prossimo anno, che vieti alle persone che hanno oggi fino a 14 anni (tutti quelli nati dopo il 2008) di comprare sigarette per tutta la loro vita.

OBIETTIVO 2027

«Vogliamo fare in modo che i giovani non inizino mai a fumare, per questo abbiamo lanciato un’offensiva contro chi vende o fornisce tabacco». Con queste parole giovedì scorso Ayesha Verrall, ministra per la Sicurezza alimentare e ministro associato alla Salute, ha annunciato un’ampia repressione del fumo in Nuova Zelanda.

L’esecutivo si consulterà con una task force sanitaria nei prossimi mesi prima di presentare la proposta di legge in parlamento l’estate prossima. Dal momento che il governo laburista gode di una solida maggioranza la proposta dovrebbe passare facilmente, per entrare poi in vigore definitivamente nel 2023.

Le restrizioni verrebbero implementate gradualmente dal 2024, innalzando ogni anno il limite d’età, con una riduzione del livello di nicotina nei prodotti a partire dal 2025 e l’obiettivo di rendere la nazione smoke-free nel 2027. La legge andrebbe a ritoccare anche il numero dei negozi che vendono tabacco, che passerebbero dagli 8mila attuali alle 500 in tutto il paese, a partire dal 2024.

La Nuova Zelanda spinge verso il bando totale del tabacco anche per via dei dati sulle morti causate dal fumo. In un paese di 5 milioni di abitanti la stima è di 5 mila morti all’anno a causa di malattie legate al consumo di tabacco.

LA LOTTA AL FUMO IN ITALIA E NEL MONDO

La Nuova Zelanda diventerebbe così il Paese in cui l’industria del tabacco ha le restrizioni maggiori, dopo il Bhutan dove dal 2011 la vendita di sigarette è vietata. L’Australia dal 2012 ha invece vietato la vendita di sigarette con marchio. Nel resto del mondo le restrizioni sul fumo sono nella maggior parte dei paesi mirate a salvaguardare la salute dei non fumatori, attraverso il divieto di fumare nei luoghi pubblici e nei luoghi di lavoro.

In Italia il tema è da sempre discusso per via del fatto che i tabacchi lavorati sono soggetti al monopolio di stato. Secondo le ultime stime incassa circa 15 miliardi di euro all’anno. Togliendo a questa cifra il costo sanitario legato al fumo, lo Stato ottiene un utile di circa 7,5 miliardi di euro l’anno. Per ogni pacchetto di sigarette da 5€ venduto, infatti, il guadagno dei tabaccai è pari a 0,50 centesimi, al fornitore vanno 70 centesimi, mentre lo Stato incassa 2,90€ di accisa più altri 0,90 di Iva.

Nel nostro Paese è vietata la vendita di tutti i prodotti contenenti nicotina, tabacco o suoi derivati, nonché delle sigarette elettroniche, a chi non abbia ancora compiuto i diciotto anni. La vendita ai minoretti è punita con una sanzione pecuniaria che va da cinquecento a tremila euro, oltre alla sospensione per quindici giorni della licenza all’esercizio dell’attività.

I MEDICI SONO FAVOREVOLI ALLA LEGGE, I COMMERCIANTI MENO

In Nuova Zelanda si sono sollevate opinioni contrastanti sul tema. I rivenditori hanno espresso perplessità sull’ impatto economico che potrebbe avere la legge e sull’ eventuale agevolazione del mercato nero.

I medici e altri esperti di salute del paese hanno accolto con favore le riforme all’avanguardia a livello mondiale che ridurranno l’accesso al tabacco e limiteranno i livelli di nicotina nelle sigarette.

«Questo è tutto 100% teoria e 0% sostanza» ha detto Sunny Kaushal, presidente del Dairy and Business Owners Group, un gruppo di pressione per i minimarket locali, al sito di notizie neozelandese Stuff. «Ci sarà un’ondata di criminalità. Le bande e i criminali riempiranno il vuoto».

Pasquale Febbraro

CLASSE 1998, BRINDISINO TRAPIANTATO A MILANO. IL PRIMO APPROCCIO CON IL GIORNALISMO E' AVVENUTO GRAZIE ALLA RADIO: È STATO AMORE A PRIMA VISTA. SONO UN APPASSIONATO DI SPORT A 360 GRADI, CON UNA SERIA DIPENDENZA DAL CALCIO.

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