89 donne è il numero delle vittime che subiscono al giorno reati di genere in Italia.
E’ il numero diffuso dall’ultimo report della Direzione centrale anticrimine della polizia in vista del 25 novembre, data in cui si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne. Si tratta di donne che non sono al sicuro neppure tra le mura di casa: il 62% dei maltrattamenti avvengono in famiglia. Nel 34% dei casi si tratta del marito o compagno, oppure nel 28% dei casi di un ex; in 1 caso su 2 l’artefice ha usato un’arma da taglio.
I numeri
Cresce il dato delle donne che lasciano i figli piccoli: nel gennaio-agosto 2020 era del 25%, mentre nell’analogo periodo del 2021 del 31%; è del 40% con i dati rilevati prima della pubblicazione della brochure realizzata per l’iniziativa. Sono 197 le donne uccise che avevano figli: si tratta di 169 orfani, molto spesso già spettatori di violenza. Sono dati crudi da cui emerge un dettaglio: è sempre maggiore il numero delle vittime che decidono di denunciare i maltrattamenti, rivolgendosi alla polizia. Il tasso più alto si registra nel sud Italia, in particolare in Sicilia.
L’andamento degli omicidi di donne per motivi di genere rispetto al resto degli omicidi in cui la vittima è donna presenta una leggera diminuzione. Nel periodo di gennaio-agosto 2020 le donne vittime di femminicidio erano il 48% di tutte quelle uccise; attualmente, nell’analogo periodo del 2021, l’indice scende al 41%.
Le parole della ministra Lamorgese
Secondo le parole di Luciana Lamorgese, Ministra dell’Interno, per contrastare il femminicidio in Italia c’è «l’urgenza di procedere con norme nuove, da portare avanti anche in sinergia con le altre amministrazioni che sono interessate». Lamorgese prosegue: «Spero che il pacchetto di norme del Ministero dell’Interno possa andare la settimana prossima in Consiglio dei Ministri. Certamente c’è l’esigenza di una modifica del minimo delle pene edittali per potere poi procedere con strumenti di prevenzione maggiormente efficaci».