Il 2020 ha sancito con la pandemia l’anno del confine, dei muri e degli schermi. Momento di riflessione, poca azione fisica e solo mentale ma se da un lato nelle nostre case ci sentivamo protetti dal nemico invisibile che aleggiava fuori, dall’altro abbiamo desiderato, come mai forse nelle nostra vita, di varcare tutti quei limiti che ci impedivano (e lo fanno in parte tutt’ora) di toccare il mondo intorno a noi.
Questa è l’idea di partenza di Border Walls, mostra allestita all’Università IULM di Milano, appena inaugurata, aperta dal 6 maggio al pubblico, a cui hanno lavorato professori, architetti, artisti ed ex studenti IULM.
Tra monoliti neri colpiti da fasci di luci, totem sostenitori di schermi con video selezionati di muri concettualmente significativi e una sorta di inconsistenza materica opprimente il visitatore viene investito da una serie di emozioni. Inevitabile non riflettere e ricordare tutte quelle assurdità che ci siamo trovati a vivere. Forse un modo per stringere ancora di più la vita? Può essere, ognuno ritrova qualcosa di sé.
«L’installazione, potente incombente e cupa, ha l’ambizione di offrire al visitatore un’esperienza emotiva e cognitiva al tempo stesso. Vorremmo che chi la visita conoscesse cose che prima non conoscevano e portasse via con sé il ricordo di un’emozione», Gianni Canova
Regia/Produzione/Montaggio: Gianmarco Nazionale con Ludovica Boltri
DOP/Prima Camera/Montaggio/VFX: Virna Beltrami
Seconda Camera/Aiuto Operatore: Matteo Coletta
Musica Originale di Alex Ludena
Assistente alla Regia: Andrea Capobianco