Superlega, il giorno dopo: le reazioni del mondo del calcio

Martedì 20 aprile 2021 è la quiete prima della nuova tempesta.

Una doccia fredda, quella della nascita della Superlega, che ha scosso tutto il mondo del calcio: allenatori, giocatori e appassionati, senza distinzione alcuna. Attenzione però, guai a pensare che la tormenta sia passata, perché ora si è nell’occhio del ciclone: dopo l’annuncio e la dura risposta della Uefa – con la minaccia di esclusione immediata dei club dalle coppe -, sono giorni di fibrillazione perché entrambe le parti, al momento, non vogliono cedere. Nel frattempo, molti dei diretti interessati fanno sentire la propria voce via social: da giocatori ancora in attività come Herrera e Ozil, a leggende del calibro di Cantona e Toni, senza dimenticare gli allenatori.

Ander Herrera prende subito posizione, in tanti lo seguono

Ander Herrera Agüera, centrocampista del Paris Saint Germain – che ha rinunciato a partecipare – ha espresso via social tutto il suo dissenso. A poche ore dall’annuncio ufficiale, attraverso un post condiviso sul suo account Twitter, ricorda che lui si è «innamorato del calcio popolare, del calcio dei tifosi, con il sogno di vedere la squadra del mio cuore sfidare i più grandi. Se questo progetto della Superlega proseguirà, questo sogno è destinato a finire. Il desiderio dei tifosi delle squadre che non sono ai vertici di vedere i loro team battere sul campo i più grandi, è spento».

Tantissimi colleghi lo hanno seguito. Alcuni come Luis Alberto e Pepe Reina – giocatori della Lazio – hanno condiviso e commentato il suo tweet.

Altri come Mesut Ozil, Daniel Podence, Lukas Podolski e Dejan Lovren hanno pubblicato post e tweet prendendo le distanze dalla Superlega. Dal messaggio didascalico di Podence commentato da Cancelo e Bruno Fernandes, passando per il disgusto di Podolski e Ozil, fino alla previsione di collasso del calcio di Lovren.

 

Anche le leggende si fanno sentire

Eric Cantona, Gary Neville, Luca Toni, Gary Lineker. Quattro icone del calcio mondiale, noti a tutte le latitudini, si uniscono sotto un semplice grido: “Il calcio è dei tifosi”.

L’ex stella del Manchester United ha condiviso su Instagram un video con una breve didascalia riassuntiva: “Potere ai tifosi!”

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Eric Cantona (@ericcantona)

Mentre l’altra leggenda dei Red Devils, Gary Neville, si è detto disgustato: «Una vergogna assoluta, sono disgustato. E’ pura avidità, i proprietari di questi club sono degli impostori, anche quelli dello United per il quale faccio il tifo da 40 anni. Non hanno nulla a che fare con il calcio in questo Paese, dove c’è una storia lunga 100 anni di tifosi che hanno vissuto e amato i loro club. Bisogna penalizzare questi club, subito. Farli retrocedere e togliere loro tutti i soldi».

Luca Toni e Gary Lineker, il primo via Instagram e il secondo via Twitter, hanno usato toni più pacati, ma sempre esprimendo lo stesso concetto. Il bomber ex Fiorentina e Bayern tra le varie, ha ricordato come il calcio sia passione ed è anche dei tifosi. Mentre l’ex attaccante dell’Inghilterra ha invitato i tifosi a ribellarsi a questo sistema piramidale anti-calcio:

Se i fan si ribellano a questo schema piramidale anti-calcio, allora può essere fermato

 

Jurgen Klopp e Marcelo “El Loco” Bielsa: parlano anche gli allenatori

Nella serata di ieri, lunedì 19 aprile, prima del match di Premier League tra Leeds-Liverpool, Marcelo Bielsa, ct dei padroni di casa, è stato interpellato dai giornalisti sulla vicenda.

Marcelo Bielsa, detto “El Loco”, è alla guida del Leeds

Come al solito “El Loco” non ha usato mezzi termini: «Il problema è che i ricchi vogliono essere sempre più ricchi senza considerare le conseguenze sul resto. E quando aumentano il potere, vogliono privilegi proporzionati alle loro nuove posizioni ma credo che questo non ci debba sorprendere perché non succede da un giorno all’altro. Ma ci sono strutture che non pongono limiti per preservare l’uguaglianza».

 

Ma il commento più atteso di tutti è quello dell’allenatore dei Reds Jurgen Klopp, visto che la sua squadra rientra tra le 15 fondatrici che, tecnicamente, dovrebbero prendere parte alla Superlega. L’allenatore tedesco già in passato si era detto contrario a questo tipo di manifestazione ed ora non ha cambiato idea:

Jurgen Klopp allenatore del LIverpool

«Ho la stessa opinione che avevo sulla Superlega. La gente non è felice, posso capire il perché. Non siamo stati coinvolti in questo progetto, né io né i giocatori. Non ci resta che attendere sviluppi. Il mio obiettivo è sempre stato quello di far parte della Champions. Mi piace l’idea che il West Ham la possa giocare».

 

Moller, Uefa: i club partecipanti subito fuori dalle coppe. Ma Florentino Perez rassicura: non ci saranno sospensioni

La Uefa si sta organizzando per punire immediatamente i club dissidenti che hanno aderito al progetto Superlega. Tra le idee più probabili c’è quella di Jesper Moller, presidente della federcalcio danese e membro del comitato esecutivo Uefa, che consiste nell’esclusione immediata dalle Coppe europee fin dall’edizione in corso. Ovvero, Real Madrid, Chelsea e Manchester City sarebbero automaticamente fuori dalla Champions League, con il PSG che si laureerebbe dunque campione. Mentre l’Arsenal e il Mancherster United sarebbero a propria volta espulse dalla Europa League. Poi, si ipotizza anche il possibile divieto per i giocatori dei club che aderiscono alla Superlega di rispondere alle convocazioni delle nazionali. La decisione sarà presa venerdì 23 aprile durante la riunione straordinaria del comitato esecutivo. 

Florentino Perez, presidente del Real Madrid, ha voluto però fare chiarezza tranquillizzando tutti i club coinvolti: «Real Madrid, Chelsea, Manchester City e United e Arsenal non saranno sospese dalle semifinali di Champions ed Europa League. Impossibile al 100%». Stesso discorso per l’esclusione dei giocatori dalle rispettive nazionali. Inoltre, quasi per voler smorzare la grande bufera mediatica, ha ricordato come la Superlega non sia una lega chiusa, chiunque vincerà uno dei cinque spot disponibili potrà giocare contro alcuni dei club più importanti del mondo.

Occhi al cielo dunque, perché la tempesta è tutt’altro che terminata.

Kevin Bertoni

Classe 1997 direttamente da Pesaro. Dopo il liceo scientifico mi laureo con lode in "Informazione, media e pubblicità" a Urbino, passando anche sei mesi in quel di Madrid; mentre ora il sogno di diventare giornalista mi ha portato a Milano. L'unica costante nella vita? L'amore per il basket e per il mondo dello sport, tanto che ne parlo (troppo) e ne scrivo costantemente. Quasi dimenticavo: «Se non vi piacciono i Playoff NBA non vi voglio nemmeno conoscere eh!».

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