Naval’nyj: sciopero della fame per accedere alle cure mediche in carcere

L’oppositore politico del presidente russo Vladimir Putin Aleksej Naval’nyj, in carcere dallo scorso 2 febbraio, ha annunciato con un post di Instagram pubblicato il 31 marzo 2021 l’inizio dello sciopero della fame. La decisione è stata presa in seguito alla privazione di medicine e cure mediche per il dissidente, che da tempo lamenta dolori alla schiena e a una gamba.

Le ragioni dello sciopero e la denuncia delle torture

Nella didascalia del post, Naval’nyj ha commentato così la sua decisione: “Perché i detenuti fanno gli scioperi della fame? Questa domanda preoccupa solo coloro che non non sono stati detenuti. Sembra tutto complicato dall’esterno. Ma dall’interno tutto è semplice:  non hai altri metodi di lotta. […] Chi è sdraiato in una tunica, calvo, con gli occhiali sul letto con una Bibbia in mano? Sono io”. Il leader del partito anti-corruzione ha spiegato che la Bibbia è l’unico libro che gli è stato concesso leggere nelle ultime tre settimane, e che stare sdraiato a letto durante le ore diurne è una “super scandalosa violazione delle regole” del carcere. Il post prosegue con la denuncia da parte del dissidente di alcuni violenze fisiche e psicologiche subite dalla sua reclusione, tra cui la privazione del sonno – le guardie lo svegliano ben 8 volte a notte- e gli addetti delle pulizie sono intimati a non pulire i suoi spazi: “La vita di un detenuto vale meno di un pacchetto di sigarette“.

Il post di Instagram di Naval’nyj in cui sono descritti i metodi punitivi in carcere
La vita in carcere

Nel post pubblicato sul suo account Instagram il 29 marzo scorso che lo ritrae calvo, molto dimagrito ma sorridente, Naval’yj ha illustrato le punizioni impiegate all’interno delle carceri russe: i rimproveri e la reclusione in una cella di isolamento. Di seguito, dichiarava di aver già collezionato diversi rimproveri per la violazione di alcune regole carcerarie come: essersi alzato dal letto 10 minuti prima del segnale “alzati”, essersi rifiutato di uscire per fare esercizio, dicendo al capo del distaccamento: “Andiamo a prendere un caffè migliore” e indossare una maglietta durante l’incontro con gli avvocati.

Le iniziative per la liberazione

Tra le iniziative per la liberazione di Naval’nyj vi è la possibilità di firmare una petizione sul sito free.navalny.com e di partecipare alla manifestazione. Il dissidente ha così concluso la sua dichiarazione su Instagram: “Quindi sono affamato, ma finora con due gambe”, e ha espresso la speranza di poter essere visitato da un medico come prevede la legge.

Chiara Zennaro

Sono laureata in Lingua e Letteratura russa e inglese. Ho conseguito uno stage presso la redazione milanese de Il Giorno, e sono tuttora una collaboratrice. Twitter: @zennaro_chiara

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