Terremoto nel Pd: Nicola Zingaretti, segretario del partito, ha annunciato le dimissioni.
«Visto che il bersaglio sono io, per amore dell’Italia e del partito, non mi resta che fare l’ennesimo atto per sbloccare la situazione. Ora tutti dovranno assumersi le proprie responsabilità. Nelle prossime ore scriverò alla Presidente del partito per dimettermi formalmente. L’Assemblea Nazionale farà le scelte più opportune e utili.» le parole del dimissionario segretario.
Nicola Zingaretti è stato segretario del Partito Democratico dal 17 marzo 2019.
Per il PD ora si apre una nuova fase politica, in cui le correnti interne che da tempo rischiano di spaccare il partito dovranno trovare coesione in vista delle future elezioni.
L’attacco dell’ormai ex segretario non arriva in maniera casuale: nel suo discorso appare chiaro come l’obbiettivo delle sue dimissioni sia dare una scossa e richiamare alle proprie responsabilità in un momento così complicato. La terza ondata di Covid è in arrivo e secondo Zingaretti è una vergogna che in un periodo storico cosi complesso si pensi solo a poltrone e elezioni primarie interne al partito. ( clicca qui per le dichiarazioni complete di Zingaretti)
«Mi vergogno che nel Pd, partito di cui sono segretario, da 20 giorni si parli solo di poltrone e primarie, quando in Italia sta esplodendo la terza ondata del Covid, c’è il problema del lavoro, degli investimenti e la necessità di ricostruire una speranza soprattutto per le nuove generazioni.» ha detto Zingaretti.
UN FUTURO INCERTO
Una importante assemblea del PD è in programma per le date del 13/14 marzo, assemblea che a questo punto diventa di vitale importanza per il futuro del partito. Proprio oggi erano arrivate le dichiarazioni della deputata Deborah Serracchiani che prospettava, di fronte alla richiesta di un congresso di partito, il concreto rischio di spaccatura interna che «rischia di allontanare il Partito Democratico dalla gente.»
Non ci sono, per ora, nomi papabili per sostituire Nicola Zingaretti alla segreteria del Partito Democratico. Le dimissioni dovranno prima diventare effettive, dopo di ciò per il PD si aprirà una nuova fase storica che dovrà necessariamente permettere di competere per il Governo nelle elezioni politiche. Elezioni politiche che per ora, tuttavia, sono ancora un miraggio. L’insediamento del Governo Draghi, appoggiato dallo stesso PD, ha rimandato l’appuntamento alle urne a data da destinarsi.