Come eravamo, come siamo, come saremo: un anno di Covid

19 febbraio 2020.

Codogno. Un giorno come un altro nella placida cittadina lombarda. A posteriori,
l’ultimo giorno di pace. Non solo per Codogno, ma per tutta l’Italia.

20 febbraio 2020.

Sono i giorni, quelli precedenti alla scoperta del primo caso, in cui l’Italia vede al virus come a qualcosa di lontano e che non potrà mai raggiungere il Bel Paese e turbare la sua tranquillità. Sono i giorni in cui l’unico pensiero per gli italiani è capire cosa sia successo tra Morgan Bugo a Sanremo. Nessuno poteva immaginare che, come titolava un emblematico libro del 2018 scritto da Vassili Zaitsev, “Il nemico è alle porte”.

Un giovane ricercatore trentottenne, Mattia Maestri, è infatti il primo paziente diagnosticato positivo al virus Sars-Cov-2 in Italia. A scoprire il primo caso è una giovane e talentuosa anestesista dell’Ospedale Civico di Codogno. Il suo nome è Annalisa Malara. 

Annalisa Malara, dottoressa che per prima ha intuito la possibile presenza di Covid-19 in un paziente

La dottoressa intuisce immediatamente che il paziente ha tutti i sintomi del Covid e si prodiga per avviare tutte le procedure necessarie all’individuazione del virus.
Inizia l’incubo.

Appena due giorni dopo i casi confermati sono 152deceduti sono 3.
L’Italia è il terzo paese al mondo per contagi. 
Intorno a Codogno nasce la prima zona rossa. Ai cittadini è interdetta qualsiasi uscita dall’abitazione a meno di motivi urgentiinderogabili.

10 marzo 2020. Lockdown.

Con il DPCM dell’8 Marzo “#iorestoacasa” emesso dall’allora Presidente del consiglio Giuseppe Conte tutta l’Italia entra in zona rossa dal 10 marzo. L’Italia per prima in Europa, vista la situazione estremamente grave, decide di adottare misure che vengono inizialmente definite “draconiane” da più parti.

Il governo estende le restrizioni a tutta Italia

E’ successo tutto in 20 giorni. Dalla scoperta del primo caso su paziente italiano alla chiusura totale dell’intera nazione con obbligo di mascherina. Chiudono le Università, chiudono le scuole, chiudono le attività sportive. Restano aperte solo attività di emergenza, sanitarie e alimentari. Inizialmente le misure preposte da Giuseppe Conte e concordate con l’Istituto Superiore di sanità, mirano a riaprire il 3 aprile 2020. Ma agli occhi di tutti, della politica e dei cittadini, appare come un miraggio ottimistico una riapertura in quella data.

ARRIVA L’ESTATE 

Il giorno del liberi tutti è infatti infine il 4 maggio 2020. Resta obbligatoria la mascherina nei luoghi pubblici, le attività riaprono gradualmente e con l’arrivo della bella stagione i casi di contagio si abbassano regalando all’Italia una estate quasi spensierata. 

Quasi. 

I dati economici sono infatti molto negativi. Uno dei settori punto di forza dell’Italia, il turismo, riceve un colpo terrificante dalla diffusione del Covid-19.

Dati pessimi per il turismo italiano nel 2020
Impietoso il confronto dei dati turistici tra 2019 e 2020

L’estate italiana scorre tuttavia molto tranquilla, i casi di contagio sono stabili. Il motivo di ciò è presto detto: due mesi di lockdown totale avevano infatti praticamente azzerato la circolazione del virus che era diventato molto meno incidente. Si è trattato, però, di un chiaro palliativo perché il problema non era risolto assolutamente. L’estate finisce e come era prevedibile, il virus torna. L’esaurirsi della “bolla protettiva” prodotta dal primo lockdown porta a un rinnalzamento repentino dei casi. 

La notizia più importante dell’estate: è partita la ricerca del vaccino! 

In vista di una seconda ondata il governo escogita il sistema dei colori attualmente ancora in uso.

La descrizione dei tre colori per l’emergenza scelti dal governo

Sostanzialmente tutto il mondo medico si adopera alacremente, dopo le prime autorizzazioni dagli enti preposti al controllo, per cercare un vaccino capace di contrastare l’insorgenza del virus.

Il dpcm del 3 novembre oltre a introdurre i colori impone un lockdown generalizzato a tutta Italia, con analisi settimanali che portano al peggioramentomiglioramento del colore di una regione. Inizialmente la situazione dei colori è quella descritta con un Tweet interattivo dal profilo ufficiale di Palazzo Chigi.

UN NUOVO DPCM,

IL NATALE,

IL VACCINO,

LA CRISI DI GOVERNO!

Infine, i giorni nostri.

Il 4 dicembre 2020 il Premier Conte emana un altro decreto riguardante le misure nel periodo natalizio, valido fino al 14 gennaio 2021.Prevedendo un ovvio e inevitabile aumento delle relazioni sociali nel periodo delle festività, le misure questa volta adottate sono mirate e volte ad evitare che la curva dei contagi si impenni di nuovo, specialmente in un periodo in cui i contatti con persone a rischio, quali anzianibambini, sono ovviamente destinati ad aumentare.

Parte del testo del DPCM del 4 dicembre 2020

Il 27 dicembre 2020 inoltre è il V-DAY in tutta Europa. La ricerca di un vaccino efficace trova infatti risposta nelle ricerce della casa farmaceutica Pfizer-BioNtech. L’Europa, intesa come istituzione, si adopera infatti immediatamente per stringere accordi con le varie case produttrici e il giorno su citato è quello in cui vengono inviate le prime dosi di vaccino a ogni stato europeo. In Italia, il primo giorno, giungono 9750 fiale. L’obiettivo del governo è vaccinare 26 milioni di italiani entro il luglio 2022.

La storia recente del nostro paese racconta, da 20 febbraio 2020 a 20 febbraio 2021, che il governo cade. Le incompatibilità tra Matteo Renzi Giuseppe Conte spingono l’ex sindaco di Firenze a uscire dal governo innescando ufficialmente la crisi.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella non scioglie le camere, e con un gesto definibile di responsabilità affida a Mario Draghi la formazione di un nuovo governo.
La scelta di Mattarella è comprensibile e può essere spiegata con pochi e non complessi punti.

  • Impossibile andare ad elezioni. Un paese che va alle urne è un paese che ha bisogno di muoversi e di portare gli elettori a votare. Spostare milioni di persone con il virus ancora in agguato avrebbe causato l’ennesimo picco nei contagi.
  • In arrivo i 209 miliardi del recovery fund. Gli accordi stretti dal Governo Conte con l’Europa hanno portato all’erogazione di questa enorme cifra, la più alta ricevuta dall’Italia dal post-Piano Marshall nel secondo dopoguerra. C’è evidentemente bisogno di una figura forte per gestire con oculatezza questo immenso flusso monetario.
  • Zero stabilità di un eventuale governo risultante dalle urne. Andare a votare avrebbe portato all’ennesima spaccatura nell’elettorato e all’ennesimo governo instabile. Impossibile al momento pensare di gestire la situazione economica e sanitaria, entrambe precarie, con un governo in bilico.

Il 13 febbraio 2021 il Premier incaricato Mario Draghi giura assieme ai Ministri da lui scelti di comune accordo con il Presidente Mattarella e nasce il Governo Draghi.

Mario Draghi, nuovo Presidente del Consiglio

UN ANNO DOPO

Un anno dopo l’Italia è un paese in difficoltà. Il virus e il suo espandersi con enorme veemenza hanno messo a dura prova la tempra di questo paese. Il tessuto economico e sociale ha subito danni gravissimi. Da un momento all’altro gli Italiani sono stati sottoposti a un frullatore di incertezza, di paura, di assoluta mancanza di risposte per il futuro. 

Futuro

Futuro è stata la parola d’ordine del discorso di insediamento del nuovo presidente del Consiglio Draghi. Nei 53 minuti in cui ha parlato ha più volte fatto riferimento a una impossibilità di tornare a una situazione pre-Covid. Il significato di questo concetto è chiaramente uno solo: bisogna cambiare e tornare a essere brillanti in maniera diversa da prima. 

Resta nel cuore e nella mente di tutti un anno assurdo. Un anno che ha diviso mamme, papà e figli. Che ha diviso nonni e nipotini, che ha diviso amici e innamorati. Ha portato via tantissimo a tutti noi, a qualcuno tutto. Nell’anima di tutti le immagini, le sensazioni, la paura e l’incertezza di questo anno folle e inimmaginabile resteranno impresse.

Per sempre.

Andamento dei nuovi casi di Covid
Andamento dei decessi causati da Covid
Umberto Maria Porreca

Sono volato dalla più profonda costa Abruzzese a Milano col sogno del giornalismo sportivo nel cassetto e poche certezze nelle tasche e nella testa. Mio padre mi voleva ingegnere, ma la matematica non sarà mai il mio mestiere. Amante della musica italiana e del buon cibo da ovunque esso provenga, ho scritto per due anni per il settimanale di calcio giovanile lombardo/piemontese Sprint&Sport e ho collaborato con The Shot, testata di basket. Lo sport (parlato, non praticato) è il mio pane e la mia vita è stata profondamente influenzata da Andriy Shevchenko. Inseguo il mio sogno sulle note di Fabrizio De Andrè.

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