È un’emergenza nell’emergenza quella che si è trovata ad affrontare la Campania nelle ultime settimane. Nelle farmacie della regione scarseggiano le bombole d’ossigeno necessarie per i pazienti Covid-19 assistiti a domicilio, ma anche per coloro che soffrono di patologie respiratorie.
Molteplici gli appelli lanciati da farmacisti, medici di medicina generale e sindaci. A metà novembre, il presidente di Federfarma Napoli, Riccardo Maria Iorio, raccontava del flusso incessante di richieste di ossigeno. «A poco è valso l’appello di riconsegnare le bombole», molti farmacisti sono stati costretti a recarsi personalmente nelle abitazioni dei possessori per ritirarle. Inoltre «le ditte distributrici di ossigeno, che pure stanno svolgendo un lavoro senza sosta praticamente h24, hanno difficoltà anche a ritirare nelle farmacie quei contenitori che, con tanta fatica, sono riusciti a recuperare».
Il presidente di Promofarma, società di Federfarma, Nicola Stabile, ha spiegato che le richieste di bombole d’ossigeno nelle farmacie arrivano anche da persone non contagiate, ma preoccupate di restarne sprovviste in caso di necessità. Questo è anche uno dei motivi alla base della decisione di non restituire i fusti vuoti o non utilizzati alle farmacie.
L’ordinanza della Regione e la solidarietà dei cittadini
Un’emergenza alla quale la Regione Campania ha risposto emettendo l’ordinanza del 6 novembre, con cui ha autorizzato i medici di famiglia a prescrivere i cosiddetti concentratori, ossia macchine che aumentano la concentrazione di ossigeno nell’aria da somministrare ai pazienti Covid, assistiti a domicilio, attraverso i caschetti. Secondo l’ordinanza, questi medici sono autorizzati anche a prescrivere le grandi bombole d’ossigeno liquido, solitamente dispensate dalle Asl solo ai pazienti con patologie respiratorie croniche, in alternativa alle bombole di ossigeno gassoso di norma reperibili in farmacia.
Non è mancata la solidarietà della popolazione. Il Centro Sub Campi Flegrei di Pozzuoli ha deciso di donare le proprie bombole vuote alla Capitaneria di Porto della zona per far fronte a questa carenza, invitando i colleghi a fare lo stesso.
Il contributo dei tre studenti della “Federico II”
In quest’ottica emergenziale si inserisce il progetto realizzato da tre studenti iscritti al secondo anno di Ingegneria informatica dell’Università “Federico II” di Napoli. Si chiama “Emergenza O2 Campania” ed è un sito web non profit creato per raccogliere informazioni circa la locazione delle bombole d’ossigeno non riconsegnate.
«L’idea è nata a metà novembre, guardando un servizio del tg, durante il quale i farmacisti denunciavano la mancanza di bombole d’ossigeno sul suolo campano», hanno raccontato a MasterX i fondatori della piattaforma, Roberto Costa, di 21 anni, Antonio Golia e Francesco Garzone, entrambi di 20 anni.
La procedura
Accedendo al sito si scorge in apertura una fotografia del Castel dell’Ovo in bianco e nero con messaggio sul perché della realizzazione del sito e un appello: “Dai il tuo aiuto!”. In basso ci sono anche alcuni consigli su come contribuire ad arrestare la diffusione del Coronavirus e il totale dei casi confermati e dei guariti.
La procedura per segnalare e riconsegnare una bombola d’ossigeno, come ci spiegano i tre studenti universitari, è molto semplice. «Il possessore può compilare il modulo online, inserendo i propri dati e quelli del vuoto cosicché noi di Emergenza O2 Campania possiamo avvertire le farmacie e le aziende proprietarie delle bombole, con cui abbiamo già stretto un contatto».
Queste ultime riceveranno quindi le informazioni circa l’ubicazione dell’utente con il relativo nome, cognome e numero di telefono e in aggiunta matricola e azienda proprietaria della bombola.
Il modulo permette anche di specificare la modalità di restituzione: «All’utente viene indicata la farmacia a lui più vicina tra quelle che trattano quella specifica categoria di bombola d’ossigeno. Ma, se non la si vuole riconsegnare personalmente, è previsto anche il ritiro a domicilio».
I risultati
«Ad oggi il sito conta dodici segnalazioni già completate», ci dicono gli ideatori. Questo significa che altrettante bombole d’ossigeno «sono state ritirate, riconsegnate alle aziende produttrici e, dopo un opportuno ricollaudo, saranno messe in circolazione».
I tre studenti campani sperano che questo sito possa spingere il maggior numero di cittadini possessori di una o più bombole d’ossigeno a restituirle «per far fronte a questa sorta di disordine sanitario».
La realizzazione e i progetti per il futuro
«Visto il nostro percorso di studi, per noi non è stato troppo complicato creare il sito. Ci sono servite circa 24 ore», ci spiegano Roberto, Antonio e Francesco, che non hanno ricevuto alcun sostegno economico da terzi, ma soltanto «la collaborazione delle aziende produttrici che si sono impegnate ad occuparsi del ritiro a domicilio».
Un esempio di come l’università possa non soltanto fornire competenze teoriche utili al conseguimento della laurea, ma anche stimolare gli studenti a mettere le loro conoscenze al servizio della collettività. «Il progetto è partito da noi, non abbiamo chiesto aiuto a nessun professore. Ma tutta la comunità federiciana ci ha supportato contribuendo a diffondere il messaggio».
Un percorso universitario che prosegue e durante il quale sperano di riuscire a sviluppare altri progetti a sostegno della comunità.