Quadro neurologico grave, ma condizioni stabili. Nessuna novità dall’Ospedale di Siena e, in questo caso, è una buona notizia. La situazione clinica del campione paralimpico Alex Zanardi rimane inalterata dopo l’incidente con l’handbike del 19 giugno scorso, avvenuto nei pressi di Pienza, in provincia di Siena, durante la staffetta Obiettivo tricolore con altri atleti paralimpici.
«La notte tra domenica e lunedì è passata tranquilla, siamo fiduciosi. Il percorso non sarà breve, avremo bisogno di tempo per valutare Zanardi nelle prossime settimane», ha detto il responsabile dell’emergenza-urgenza dell’Ospedale Le Scotte di Siena, Sabino Scolletta. «Il paziente è sedato – continua il bollettino medico giornaliero –, intubato e ventilato meccanicamente e la prognosi è riservata. L’équipe multidisciplinare che lo ha in cura valuterà nei prossimi giorni eventuali azioni diagnostico-terapeutiche da intraprendere».
Nelle scorse ore si era ipotizzato di ridurre la sedazione gradualmente già a partire dalla giornata del 22 giugno, fino ad arrivare al risveglio che permetterebbe di valutare il danno neurologico. Scolletta si è però dimostrato molto cauto: «Pensiamo più nei prossimi giorni che nelle prossime ore. Al cervello serve tempo e riposo».
Il fatto
L’incidente è avvenuto nel pomeriggio di venerdì 19 giugno. Zanardi era in compagnia di diversi compagni e stava percorrendo gli ultimi chilometri di una delle tappe della staffetta di Obiettivo tricolore, riservata ad atleti paralimpici in handbike, bici o carrozzina olimpica. Durante un tratto che stava percorrendo in discesa in una semicurva verso destra, pare abbia perso il controllo del mezzo, scivolando nella corsia opposta dove stava arrivando un camion. L’ex pilota di Formula 1, dopo aver picchiato la testa, è finito contro l’autocarro, che non è riuscito ad evitare l’impatto. «Non ha sbagliato l’autotreno – ha commentato Mario Valentini, commissario tecnico della nazionale di Paraciclismo –, ha sbagliato Alex, ha imbarcato».
Sul luogo è intervenuto l’elisoccorso che ha trasferito immediatamente il campione in ospedale. Zanardi ha subito un intervento neurochirurgico e maxillofacciale a causa del trauma cranico riportato ed è stato trasportato in terapia intensiva in prognosi riservata.
La carriera
Alex Zanardi è uno degli esempi più importanti in Italia e nel mondo di come ci possa essere una nuova e importante vita dopo una tragedia. Purtroppo per lui, quello in handbike non è il primo incidente che mette a serio rischio la sua salute.
Zanardi è stato uno tra i principali piloti automobilistici italiani degli anni ’90: vanta un passato in due riprese in Formula1, dal 1991 al 1994 prima e nel 1999 poi, correndo per team storici come Williams e Lotus. Il successo e i riconoscimenti, tuttavia, sono arrivati nella Formula CART, oggi Indycar, il principale campionato automobilistico statunitense. Nel 1996 chiuse terzo in classifica, vincendo il premio Rookie of the year, mentre nel 1997 e nel 1998 conquistò i due mondiali di categoria.
Questi risultati gli valsero la seconda opportunità in Formula1, con la scuderia Williams. Tuttavia, la stagione non fu molto fortunata e Zanardi si allontanò dalle corse per un anno. Nel 2001 tornò a gareggiare nella Formula CART, ma nell’appuntamento tedesco sul circuito di Lausitzring si consumò il dramma. In testa alla corsa e in uscita dai box per l’ultima sosta, a 13 giri dalla fine Zanardi perse il controllo della vettura. La sua monoposto finì sull’erba, ma rientrò in pista di traverso, finendo colpita da quella di Alex Tagliani in piena velocità. L’impatto fu violentissimo, la macchina fu tagliata in due all’altezza del muso, la zona in cui sono posizionate le gambe dei piloti.
Dopo il botto, si capì subito la gravità della situazione: l’incidente stesso aveva causato l’amputazione degli arti inferiori del pilota italiano, che rischiò di morire per la copiosa perdita di sangue. Le sue condizioni apparvero così disperate, che il cappellano della CART diede l’estrema unzione a Zanardi, prima che venisse trasportato in elicottero all’ospedale di Berlino.
Alex riuscì a sopravvivere e in sole sei settimane fu dimesso dall’ospedale. Ed è in questo momento che comincia la sua straordinaria parabola umana, diventata una vera e propria filosofia di vita per tutti. E la frase che riassume il suo approccio ne è l’emblema: «Quando mi sono risvegliato senza gambe ho guardato la metà che era rimasta, non la metà che era andata persa».
Inizia il secondo capitolo della sua vita, che con tutte le difficoltà del caso si può definire più glorioso del primo. Prima di darsi agli sport paralimpici, Zanardi riesce di nuovo a salire su un’automobile da corsa. Fa partire una gara della Formula CART già nel 2002, mentre l’anno successivo ripercorre in maniera simbolica gli ultimi 13 giri di quella nefasta gara sul circuito di Lausitzring, su una vettura appositamente modificata. I tempi su giro sono talmente sorprendenti (sarebbe risultato quinto in una eventuale qualifica su quella pista) che Zanardi torna a correre nel Mondiale Turismo, aggiudicandosi il campionato nel 2005.
In parallelo alla nuova carriera nell’automobilismo, Zanardi inizia a correre in handbike nelle categorie H4 e H5. Dopo aver fatto registrare ottimi risultati in diverse corse e maratone, Alex decide di presentarsi ai Giochi Paralimpici di Londra del 2012 e conquista due medaglie d’oro, una su circuito e una su strada, e una d’argento nella staffetta mista. L’ex pilota di Formula1 si ripete anche alle Paralimpiadi di Rio 2016: due medaglie d’oro e una d’argento.