È durata solo poche ore la dura protesta dei detenuti del carcere di Santa Maria Maggiore di Venezia. Alcuni di loro hanno creato danni all’interno della struttura, provocando anche un incendio e hanno costretto le forze dell’ordine a creare un cinturone all’esterno del carcere, mentre all’interno la polizia penitenziaria ha cercato di contenere la rivolta. Bloccati anche i terminal automobilistici vicini alla casa circondariale e controlli della polizia lungo il Ponte della Libertà, il collegamento tra Venezia e la terraferma.
La protesta nel carcere veneziano è solo una delle numerose rivolte che tra il 9 e il 10 marzo si sono scatenate in tutta Italia. I detenuti, già in situazioni critiche a causa del sovraffollamento, hanno visto sospesi tutti i permessi a causa della diffusione del Covid-19 e al grido di «Liberta! Libertà!» hanno battuto sulle inferriate oggetti che hanno provocato un rumore assordante.
Proteste in tutta Italia
Lentamente sono rientrate anche le altre proteste che si sono registrate dopo la sospensione dei colloqui a causa dell’emergenza coronavirus. Anche nel carcere di San Vittore di Milano l’allarme è rientrato ma il bilancio delle proteste che si sono sviluppate da nord a sud del Paese è tragico: 12 morti e diversi feriti.