La fine di un incubo. L’ex nuotatore italiano Filippo Magnini è stato assolto dal Tribunale Nazionale di Arbitrato Sportivo di Losanna dall’accusa di doping. Annullata dunque la squalifica di quatto anni inflitta dal Tribunale Nazionale Antidoping italiano sia in primo che in secondo grado.
«Ho vinto. Il Tas mi ha assolto in pieno – ha scritto Magnini sui social -. È sempre stato così, le gare le ho sempre vinte negli ultimi metri. Mi hanno insegnato a non mollare mai. Sono sempre stato un atleta e una persona corretta. Tremo dalla gioia».
HO VINTO. Il TAS mi ha assolto in pieno. È sempre stato così, le gare le ho sempre vinte negli ultimi metri. Mi hanno insegnato a non mollare mai. Sono sempre stato un atleta e una persona corretta. Tremo dalla… https://t.co/YRBrWiwWQJ
— Filippo Magnini (@FiloMagnini) February 27, 2020
Nel 2018 il sistema sportivo giudiziario italiano aveva stabilito il massimo della pena al due volte campione del mondo per uso o tentato uso di doping. Secondo l’accusa, il nuotatore nei suoi frequenti contatti con il nutrizionista pesarese Guido Porcellini – squalificato per 30 anni -, avrebbe chiesto e ottenuto sostanze dopanti.
Una battaglia giudiziaria durata tre anni, da quando nel’ottobre 2017, l’atleta azzurro venne inserito, insieme a un altro nuotatore Michele Santucci, tra gli indagati dalla Procura antidoping di Nado Italia sulla base degli atti dell’inchiesta della Procura di Pesaro nei confronti del medico nutrizionista. Magnini era stato condannato in primo grado, un anno dopo, a quattro anni di squalifica – il procuratore nazionale ne aveva chiesti 8 -, condanna confermata in appello nel maggio dello scorso anno dal Tna. Santucci era stato invece assolto.