14 Febbraio, giorno dell’amore e degli innamorati. Chi ci crede e chi no. Chi lo teme e chi lo aspetta. Ma c’è anche chi lo vuole trascorrere con amiche e amici, postando sui social foto provocanti come ammissione del loro disinteresse. E da un’altra parte ancora c’è chi opta per gelato e biscotti guardando qualche porcheria alla televisione alla maniera di Bridget Jones. Ma una cosa non esclude l’altra. Quest’anno però la novità è la mostra Sexxx & Pop alla Fabbrica del Vapore.
L’ installazione è un percorso che ripercorre la storia dell’erotismo in Italia dai primi anni ’70 fino all’avvento del web. Un viaggio nel tempo che, arricchito da musica, riviste, letteratura fotografia, illustrazioni e video, ci risucchia fino a renderci spettatori di frammenti di vita che sono stati fondamentali per l’evoluzione della sessualità.
L’esposizione, a cura di Pier Giorgio Carizzoni, è organizzata da Associazione Culturale Dioniso in coproduzione con il Comune di Milano.
Il tema è la Rivoluzione Sessuale
La rivoluzione sessuale, o liberazione che dir si voglia, è stato un movimento di grande rilevanza sociale avvenuto intorno al 1968 nei paesi occidentali.
Tanti furono i cambiamenti apportati alla società grazie ai “ribelli” ma l’accettazione del sesso, al di fuori di tradizionali relazioni eterosessuali e monogame, fu senza dubbio il risultato più importante.
Protagonisti delle rivolte furono i giovani che misero in discussione i valori e le tradizioni “borghesi” (fedeltà, verginità e matrimonio). Ad aiutare la svolta anche le scoperte mediche scientifiche inerenti ai metodi anticoncezionali e abortivi: hanno infatti gettato i semi per la fioritura del controllo da parte delle donne per quanto concerne la natalità.
Con l’aumento della scolarizzazione di massa e l’ampliamento di mezzi di trasporto pubblici e privati si diede il via a nuove opportunità di incontro tra i giovani. Nuovi spazi di libertà favorirono infatti la possibilità di contatti amorosi.
I movimenti femministi hanno creato la situazione ideale affinché anche altre lotte sociali potessero affermarsi, ad esempio quelle realizzate dalle comunità Lgbt.
La frattura generazionale nel cinema
Sul finire degli anni ’60 la frattura generazionale era evidente. Se i genitori erano cresciuti con determinati valori inerenti al matrimonio e alla sessualità, figli e figlie avevano appena scoperto un nuovo mondo. Prima il sesso poteva essere procreazione, dovere, a volte disgusto o vergogna se fatto senza una ragione valida, ma da quel momento in poi venne invece rivendicato dai giovani come un diritto.
Questo è il plot su cui si basa la pellicola del ’98 di Gary Ross: Pleasentiville. Nel film due fratelli che vivono negli anni ’90 vengono teletrasportati, tramite un magico telecomando, nella fine degli anni ’50. In un mondo in bianco e nero.
Tutto però cambia improvvisamente: cose e persone cominciano a tingersi di vivaci colori non appena le persone del luogo cominciano a scoprire i piaceri del sesso e dell’amore.
Ultimo Tango a Parigi fu meno delicato. La pellicola, estremamente esplicita, costò al regista Bernardo Bertolucci la revoca dei diritti civili per 5 anni.
Il polverone venne alzato a causa della famosa scena “del burro” tra Marlon Brando e Maria Schneider.
Nel 1976 la Cassazione condannò la pellicola alla distruzione, ma alcune copie del tempo furono salvate e sono ancora oggi conservate presso la Cineteca Nazionale.
Con il trascorrere dei decenni e l’evolversi dei criteri di giudizio, le scene considerate inaccettabili vennero rivalutate dalla critica.
Dopo 11 anni, nel 1987, la censura riabilitò il film permettendone la distribuzione nelle sale.
Erotismo e Pornografia: le diversità
L’etimologia della parola deriva dal greco e ha in sè Eros, nome del dio dell’amore.
Con “Erotismo” infatti si intendono le manifestazioni del desiderio sessuale. E non è da escludere che questo possa dipendere anche da qualcosa di innocente come uno sguardo o una carezza.
Diversa è la pornografia. L’erotismo infatti impone la presenza di un’emozione.
D’altra parte, invece, la pornografia si caratterizza per la netta separazione tra sessualità e sentimento amoroso (di cui è sprovvista).
La pornografia non è l’altra faccia della stessa medaglia ma qualcosa che appartiene ad un altro campo semantico.
«La pornografia è l’assenza dell’erotismo», André Breton
L’erotismo nell’arte
Nell’arte l’erotismo è sempre esistito. Fin dall’antichità i culti di divinità e fertilità venivano rappresentati da appariscenti simboli fallici o sessuali. Queste tradizioni risalgono fin dall’avanti Cristo, la sessualità ostentata non era infatti niente di strano ma parte della vita quotidiana.
Nel XX secolo anche la fotografia ha dato il suo contributo. L’erotismo ha trovato largo spazio nelle foto di alcuni dei più grandi e stimati fotografi del ‘900.
Non potranno mai essere dimenticate le foto a grandezza naturale di Helmut Newton, la perversione protagonista degli scatti di Robert Mapplethorpe o l’eleganza dei nudi di Richard Avedon.
Nel mondo del fashion il corpo è sempre stato il protagonista. Il bel corpo, formoso, elegante e senza veli. Che fosse una perversione? Provocazione? Tutto e niente in realtà. Il nudo non ha un’unica lettura possibile. L’unica verità che si può esprimere sulla fotografia è la ricerca dell’armonia, tramite luce, tecnica, bellezza e messa a fuoco.
«L’arte ha fatto instancabilmente della sessualità il proprio oggetto: in modo elevato oppure grottescamente osceno; ma se esiste un’arte oscena, un’arte immorale non è invece concepibile, perché per sua natura disciplina morale. Essa è sempre una positiva emanazione dello spirito umano e anche il tema più impudico è da essa moralmente riabilitato».
Thomas Mann