In occasione della terza serata del Festival di Sanremo il direttore artistico Amadeus ha deciso di omaggiare la più importante kermesse della musica italiana attraverso uno spettacolo di cover. Tutti i Big in gara infatti avrebbero dovuto interpretare un brano storico del Festival accompagnati da un ospite a scelta. L’Orchestra avrebbe avuto il duro compito di decidere la classifica.
Amadeus nella sua scintillante giacchetta leopardata un po’ osè ha dato il via al viaggio nel tempo.
Ad aprire Zarrillo e Fausto Leali con Deborah posizionati al 15esimo posto dall’Orchestra. Le interpretazioni sono state un po’ congelate. E forse Deborah non ha fatto così male ad andarsene. Via libera invece a Junior Cally da parte di Vasco. La famosissima rock star italiana ha infatti approvato il testo che il giovane rapper ha aggiunto per poter interpretare secondo le sue corde Vado al Massimo. Idea un po’ azzardata ma comunque migliore di quella del cantante del duo Viito che ha cercato unicamente di imitare Vasco.
Per quanto riguarda la combo Masini-Arisa non si è capito bene chi fosse in gara tra i due. L’interpretazione che doveva essere giudicata sembrava essere quella di Arisa. Un anno fa l’autore storico della cantante, Giuseppe Anastasi, aveva definito la sua voce come un’emissione da corde vocali fatte di seta e intrecciate con l’anima. Benissimo, è vero, ma ieri sera i suoi peccati di ubrìs l’hanno portata a steccare e automaticamente a penalizzare il povero Marco Masini.
Brividi di orrore invece per Riki e Ana Mena che hanno tentato di rendere pop una canzone della verve storica come l’Edera di Nilla Pizzi. Superata solo da Nel Blu Dipinto di Blu nel 1968. E allora viene da chiedere: ma perché l’avete fatto?
Per fortuna c’è chi rispetta i grandi del passato: elegantissima è stata infatti l’esibizione di Raphel Gualazzi e Simona Molinari in E Se Domani, brano che passò inosservato nel Sanremo del 1964 ma che grazie a Mina ottenne il meritato successo. Mix interessante anche quello realizzato dal rapper Anastasio che ha deciso di cantare Spalle al Muro di Renato Zero con la Premiata Forneria Marconi (PFM).
Il 17 porta sfortuna. Però, purtroppo, la bella e originalissima Levante non è riuscita a fare meglio. Il trio femminile composto dalla cantante siciliana, Francesca Michielin e Maria Antonietta hanno stravolto con la loro interpretazione la canzone Si Può Dare di Più interpretata da Gianni Morandi, Enrico Ruggeri e Umberto Tozzi nel 1987. L’energia positiva di coralità che era stata messa nell’esecuzione dagli interpreti originali si è dissolta nel nulla lasciando spazio a sibili di voce e rabbia nell’espressività. Va bene che le donne non sono il sesso debole però adesso non c’è bisogno di far di tutta l’erba un fascio.
Molto divertente, d’altra parte, la chimica tra Alberto Urso e Ornella Vanoni che hanno cantato La Voce del Silenzio. Standing ovation ma forse solo perché tutti erano curiosi di vedere come sarebbe andato a finire il filmino d’amore che Urso stava simulando con Ornella. Non è da escludere che in tanti abbiano sperato/temuto il bacio tra i due.
Non eccezionale l’esibizione di Elodie con il pianista Aeham Ahmad che ha dato il suo contributo all’esecuzione del brano Adesso Tu di Eros Ramazzotti aggiungendo qualche gargarismo finale. Rancore con Dardust e la Rappresentante di Lista invece hanno proposto la loro versione di Luce di Elisa che ha ottenuto un discreto nono posto in classifica.
Divertenti, colorati e ovviamente originali, I Pinguini Tattici Nucleari hanno realizzato un mash up di alcune canzoni storiche degli ultimi 69 festival. Papaveri e Papere, Gianna Gianna, Sarà Perché Ti amo, Salirò o Rolls Royce e ancora qualche altra. A buon diritto si sono aggiudicati il terzo posto sul podio.
Enrico Nigiotti e Simone Cristicchi nonostante la loro esibizione non sia stata premiata dalla giuria, con Ti regalerò una Rosa, vincitrice del festival nel 2007, hanno emozionato. E non è potuto mancare ovviamente il gesto deja-vù realizzato di Cristicchi quando, in piedi su una sedia gialla, ha simulato un volo liberatorio.
Eccellente interpretazione de La Nevicata del 56 di Mia Martini da parte di Giordana Angi che con il quartetto d’archi Solis String Quartet ha ricordato un’Italia lontana nello spazio e nel tempo.
Le Vibrazioni grazie all’interpretazione di Un’ Emozione da Poco con i Canova si sono aggiudicate un dignitoso sesto posto. Rimane però una domanda: Le Vibrazioni, capeggiate dal leader Francesco Sarcina, imitano i Canova, o sono i Canova ad imitare Le Vibrazioni? Non si è ben capito.
Diodato e Nina Zilli invece sono stati bellissimi. Sulle note di 24.000 Baci di Adriano Celentano hanno fatto della loro esibizione uno spettacolo grazie alla scelta dei ballerini. Nina fasciata nel suo coloratissimo vestito corto e sopra le righe ha dimostrato ancora una volta la sua forte personalità.
Ma l’interpretazione migliore è stata quella di Tosca con la cantante spagnola Silvia Perez Cruz. Le due infatti si sono aggiudicate meritatamente il primo posto. La canzone Piazza Grande di Lucio Dalla ha acquistato un sapore esotico, accentuato anche dagli abiti delle due donne e dai grossi cuori appesi all’appariscente collana di Tosca.
Ma anche Rita Pavone non ha deluso. Sembrava quasi una concorrente non concorrente, niente ansia o tentennamenti (forse giustamente visto che ha 74 anni e una lunga esperienza di palco). Rita si è divertita e insieme ad Amedeo Minghi ha infiammato il palco.
Dopo 17 esibizioni e gli inframmezzi di Amadeus e Georgina Rodriguez sicuramente il pubblico si era un po’ spento. Con l’ingresso di Achille Lauro, vestito da David Bowie, si sono ridestati tutti. Nonostante Lauro abbia montato con Annalisa una sorta di esibizione teatrale, con sedia ed espressività non è riuscito comunque a colpire per la sua interpretazione.
Brutta figura invece per Morgan e Bugo che non sono riusciti neanche a cantare in sincronia. Peccato. Morgan è un musicista straordinario e lo ha dimostrato in più occasioni. Ma questo non è valso a salvarlo dall’ultimo posto in classifica.
Non particolarmente emozionante l’interpretazione di Irene Grandi con Bobo Rondelli a differenza del concorrente che ha calcato le scene subito dopo: Piero Pelù. Un vero diavolo indemoniato e l’iperbole rende l’idea. Pelù ha interpretato Cuore Matto cantata al festival nel 1967 dall’Elvis Presley italiano Little Tony.
Poco da dire anche su Paolo Jannacci e Francesco Mandelli che hanno messo su una gag comica. Momento di non altissima musica è stato, a seguire, quello di Elettra Lamborghini e Myss Keta. Sarebbe stato interessante vedere la reazione di Red Ronnie davanti alle due sul palco dell’Ariston.
A chiudere la serata ci ha pensato Francesco Gabbani con uno dei suoi innovativi travestimenti. Questa volta ha deciso di omaggiare il cantante Toto Cotugno, ma indossando la tuta di un astronauta. Che fosse anche un omaggio a Luca Parmitano appena rientrato sul Pianeta Terra?
Globalmente la terza serata è andata liscia, certo Fiorello sarebbe stato sicuramente più coinvolgente del sempre sorridente Amadeus con la (discutibilmente) bella fidanzata di Cristiano Ronaldo. La ragazza, stretta nei suoi tubini scintillanti, ha anche graziato il pubblico con uno pseudo tango argentino che poco si è avvicinato alla reale sensualità ed eleganza del ballo sudamericano.
Non è un azzardo affermare che ci fanno sentire la mancanza di Claudio Baglioni. Il vecchio direttore artistico, che avrebbe sicuramente colto ogni momento possibile per rifare il suo repertorio, avrebbe reso anche la 70esima edizione uno spettacolo a 360 gradi.